Già nel 2007 la Procura di Pescara con l’indagine ‘Easy Credit’ aveva scoperto un tentativo di frode per la cifra colossale di quattro miliardi e mezzo di euro, messo in atto da grandi gruppi bancari internazionali tra cui Goldman Sachs, Merrill Lynch, BNP Paribas e diversi fondi pensione inglesi e francesi.
Nonostante il pronto intervento della nostra magistratura, i truffatori non si sono persi d’animo. Hanno raffinato le loro tecniche, e ricominciato a saccheggiare altri paesi. Il danno complessivo è difficile da accertare, ma una stima conservativa lo attesta a 55,2 miliardi di euro, di truffa tentata o compiuta.
I principali artefici di questo sistema sostengono ancora di essersi mossi nei confini della legge, ma i tribunali di Colonia, Francoforte e Copenhagen stanno indagando centinaia di persone e banche per truffa e evasione fiscale, molte delle quali sono le stesse che erano finite sotto la lente della giustizia italiana.
Il meccansimo
Il principio alla base della truffa è semplice, basta avere a disposizione centinaia di milioni di euro per fare incetta di azioni di aziende quotate in borsa, per poi 'restituirle' dopo pochi giorni. Il tempismo è chiave, bisogna agire a cavallo del pagamento dei dividendi. In Italia questi guadagni sono tassati, al 26%. I soggetti residenti all'estero però, possono chiedere il rimborso di questa tassa. Ed è qui che, in alcuni casi, scatta la truffa.
Il meccanismo può assumere moltissime forme diverse, ma in generale rientra in due filoni principali, detti in latino 'cum-cum' oppure 'cum-ex'. Il primo, quello rilevato dalla Procura di Pescara, assomiglia più a una forma di elusione: basta ‘prestare’ le azioni, con un contratto di short loan, ad un complice residente all’estero per poter chiedere il rimborso o l’esenzione dell’imposta. Un profitto notevole, privo di rischi, ottenuto con poche ore di lavoro.
Ma a furia di operare con il metodo cum-cum, i trader hanno scoperto una struttura più raffinata, più redditizia, e decisamente più aggressiva: il cum-ex.
È un sistema basato sull’acquisto in opzione dei pacchetti azionari, sempre pochi giorni prima del pagamento dei dividendi. In molti paesi europei l’opzione d’acquisto viene interpretata dal fisco come una proprietà a tutti gli effetti, e automaticamente le tasse vengono rimborsate a chi ne ha diritto, compresi i proprietari dell’opzione. Basta fare molte opzioni sulle stesse azioni, e si riesce ad incassare altrettante volte.
L'Italia è rimasta relativamente protetta dal secondo e più aggressivo tipo di truffa per due motivi principali: il primo è che, al contrario di altri paesi, i rimborsi non sono automatici, e possono richiedere anche molti anni per essere pagati. Il secondo motivo è il successo dell’indagine Easy Credit della Procura di Pescara, che in quegli anni istigò un vero e proprio terrore nei trader internazionali specializzati in cum-ex e cum-cum.repubblica.it
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