I Cimiteri
Keyeditore
autore/i: Avv. Chiara Zambelli , Avv. Nicola Centofanti
PRESENTAZIONE
la parola cimitero è estranea al linguaggio classico greco romano e è usata Dai primi cristiani inizialmente per indicare le singole tombe e poi per indicare i sepolcreti collettivi
Nel 1804 è stato pubblicato in Italia l'Editto di Saint Cloud legge con cui Napoleone poneva i cimiteri lontani dalle città e stabiliva che le scritte sulle tombe dovevano essere tutti uguali
la materia in Italia e ora regolata dal decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990 numero 285
La materia può riferirsi per alcuni ambiti all’ordine pubblico e alla sicurezza riservati alla competenza esclusiva dello Stato, per altri al governo del territorio soggetto alla normativa concorrente delle regioni.
E’ una materia multidisciplinare, che rientra nell'ambito della legislazione concorrente delle regioni, fermo restando che la determinazione dei principi fondamentali è riservata alla legislazione dello Stato.
L’opera è divisa in quattro parti.
la prima parte del volume esamina i Principi statali in materia di polizia mortuaria con accenni ai contenuti di alcune leggi regionali in particolare della Regione Lombardia con particolare riguardo al piano regolatore cimiteriale.
la seconda parte considera le concessioni cimiteriali con particolare riferimento al procedimento di assegnazione e del suo contenuto
il diritto d'uso di una sepoltura consiste in una concessione amministrativa su bene comunale soggetta a regime dei beni demaniali e lascia integro il diritto del Comune sulla nuda proprietà
ogni concessione del diritto d'uso di aree umani fatti deve risultare da apposito atto contenente l'individuazione della concessione le clausole e condizioni della medesima le norme che reggono l'esercizio del diritto d'uso.
il privato tenuta la concessione ha un diritto soggettivo al Sepolcro, lo Ius sepulchri si compone di un complesso di situazioni giuridiche.
Il diritto primario consistente nella duplice facoltà di essere sepolti e di seppellire altri in un dato Sepolcro.
Ai fondatori ed ai loro discendenti, facenti parte della famiglia, compete, oltre al diritto di esservi seppelliti, quello di veder rispettato il pari diritto degli altri contitolari e dei loro discendenti (ius inferendi mortuum in sepulchrum).
Nel sepolcro non possono essere introdotte salme di persone estranee alla famiglia, appartenendo il diritto di sepoltura, pro indiviso, solo a tutti i membri della famiglia stessa
La giurisprudenza comunemente afferma che la famiglia, del fondatore o dei fondatori, è costituita da un nucleo sociale formato da persone del medesimo sangue o legato tra loro da vincoli di matrimonio, ancorché non aventi lo stesso cognome, salva l'eventuale contraria volontà dei fondatori stessi, ai quali è riconosciuta la facoltà di ampliare o restringere la sfera di beneficiari del diritto.
Nel caso in cui nessuna diversa volontà sia stata manifestata, in forma espressa o tacita, dai fondatori, deve necessariamente ritenersi che tutti i componenti della famiglia, aventi vincoli di sangue con i fondatori - anche se con diverso cognome - abbiano diritto di essere ospitati nel sepolcro familiare: della famiglia fanno parte, quindi, anche le figlie femmine coniugate, in quanto aventi lo stesso sangue del fondatore. –
Particolare attenzione il volume dedica al problema della durata delle concessioni
L'art. 92, D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285, afferma che le concessioni di aree cimiteriali per le sepolture sono a tempo determinato e di durata non superiore a 99 anni, salvo rinnovo.
Sulla scorta degli indirizzi dottrinali il legislatore ha affermato che le concessioni a tempo determinato di durata eventualmente eccedente i 99 anni, rilasciate anteriormente alla data di entrata in vigore del D.P.R. 21 ottobre 1975, n. 803, possono essere revocate, quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell'ultima salma, ove si verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del Comune e non sia possibile provvedere tempestivamente all'ampliamento o alla costruzione di nuovo cimitero. Tutte le concessioni si estinguono con la soppressione del cimitero.
La natura demaniale dei cimiteri contrasta con la perpetuità delle concessioni cimiteriali che finirebbe per occultare un vero e proprio diritto di proprietà sul bene demaniale (cimitero) che, per sua natura, è un bene pubblico, destinato a vantaggio dell'intera collettività; ne consegue che l'utilizzo di tale bene in favore di alcuni soggetti, che è quanto si verifica con una concessione, deve necessariamente essere temporalmente limitato, anche stabilendo una durata prolungata nel tempo e rinnovabile alla scadenza, venendo altrimenti contraddetta la sua finalità pubblica, al quale il bene verrebbe definitivamente sottratto.
A fronte di una concessione cimiteriale perpetua, l’Amministrazione ha il potere di disporne unilateralmente la sua modifica, mediante la previsione di un termine di durata, oltre il quale la concessione deve essere rinnovata.
la giurisprudenza ha sancito che la natura demaniale dei cimiteri contrasti con la perpetuità delle concessioni cimiteriali; essa, infatti, finirebbe per occultare un vero e proprio diritto di proprietà sul bene demaniale (cimitero), che per sua natura è un bene pubblico, destinato a vantaggio dell'intera collettività. Ne consegue che l'utilizzo di tale bene in favore di alcuni soggetti - che è ciò che si verifica attraverso una concessione - deve necessariamente essere temporalmente limitato (anche stabilendo una durata prolungata nel tempo e rinnovabile alla scadenza), venendo altrimenti contraddetta la sua ontologica finalità pubblica, al quale il bene verrebbe definitivamente sottratto.
E’ risultato corretto il regolamento del Comune di Gallipoli che ha disposto la trasformazione delle concessioni c.d. "perpetue" in concessioni temporanee di lunga durata soggette a rinnovo, così come corretta si rivela la contestata disposizione regolamentare nella parte in cui ha imposto al concessionario il pagamento di un canone concessorio per il loro rinnovo.
Per altra teoria dalle concessioni cimiteriali perpetue rilasciate anteriormente al D.P.R. 10 settembre 1990 n. 285 scaturiscono diritti acquisiti non incisi dal medesimo D.P.R. con la conseguenza che le stesse, in assenza di apposita previsione di legge, non possono essere trasformate in concessioni a tempo determinato, né possono essere revocate, se non nei singoli casi di decadenza per inadempimento degli originari obblighi inerenti alla concessione.
La terza ha per oggetto la polizia mortuaria e illustra le modalità di sepoltura dalla inumazione alla cremazione.
La parte quarta analizza la liberalizzazione dei servizi cimiteriali.
La parte quinta tratta delle forme di tutela dalla autotutela amministrativa alla tutela giudiziaria.
Il volume propone in appendice uno schema tipo di regolamento comunale di polizia mortuaria.
L’opera è rivolta in modo particolare agli amministratori degli enti locali ed a tutti coloro che operano negli uffici pubblici e privati oltre che ai tecnici ed operatori del diritto.
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