ANNUARIO STATISTICO
ITALIANO 2018
LA REDISTRIBUZIONE
DEL REDDITO IN ITALIA
Nel
2016, sulla base delle stime del modello di microsimulazione dell’Istat
l’intervento pubblico,
realizzato attraverso l’imposizione fiscale e contributiva ed i trasferimenti monetari, ha determinato
una riduzione della diseguaglianza di 15,1 punti percentuali dell’indice di Gini: da un valore di 45,2
punti misurato sul reddito primario a uno di 30,1 in termini di reddito disponibile. Le pensioni e gli altri
trasferimenti pubblici hanno avuto un impatto redistributivo di 10,8 punti, maggiore rispetto a quello
determinato dal prelievo di contributi sociali e imposte (4,3 punti).
realizzato attraverso l’imposizione fiscale e contributiva ed i trasferimenti monetari, ha determinato
una riduzione della diseguaglianza di 15,1 punti percentuali dell’indice di Gini: da un valore di 45,2
punti misurato sul reddito primario a uno di 30,1 in termini di reddito disponibile. Le pensioni e gli altri
trasferimenti pubblici hanno avuto un impatto redistributivo di 10,8 punti, maggiore rispetto a quello
determinato dal prelievo di contributi sociali e imposte (4,3 punti).
L’intervento
pubblico migliora la posizione del 56,6% degli individui con redditi familiari
di mercato nulli
o molto bassi, appartenenti al quinto più povero della popolazione. Al crescere del reddito di mercato
diminuisce l’importanza dei trasferimenti e aumenta quella del prelievo, determinando peggioramenti che
non riguardano soltanto individui in famiglie con redditi di mercato elevati, ma anche il 49,6% di chi ha
redditi medio-bassi.
o molto bassi, appartenenti al quinto più povero della popolazione. Al crescere del reddito di mercato
diminuisce l’importanza dei trasferimenti e aumenta quella del prelievo, determinando peggioramenti che
non riguardano soltanto individui in famiglie con redditi di mercato elevati, ma anche il 49,6% di chi ha
redditi medio-bassi.
Le
pensioni previdenziali (invalidità, vecchiaia, superstiti) costituiscono la
principale misura redistributiva.
L’importanza degli altri trasferimenti (pensioni assistenziali, CIG, sussidi di disoccupazione, assegni
familiari ecc.) decresce all’aumentare del reddito familiare.
L’importanza degli altri trasferimenti (pensioni assistenziali, CIG, sussidi di disoccupazione, assegni
familiari ecc.) decresce all’aumentare del reddito familiare.
La
progressività dell’Irpef rispetto al reddito familiare è determinata
soprattutto dalle detrazioni d’imposta.
L’aliquota effettiva lorda, prima delle detrazioni, ha un profilo moderatamente progressivo e si stabilizza
attorno al 14% per i redditi familiari superiori ai 24 mila euro. Dopo le detrazioni, la progressività è più
marcata: l’aliquota effettiva netta aumenta di 8 punti percentuali fra i 12 mila e gli 80 mila euro.
La progressività dell’imposta netta risulta più pronunciata per i redditi familiari medio-bassi, dai 20 ai 40
mila euro, che per quelli dai 40 ai 60 mila euro.
L’aliquota effettiva lorda, prima delle detrazioni, ha un profilo moderatamente progressivo e si stabilizza
attorno al 14% per i redditi familiari superiori ai 24 mila euro. Dopo le detrazioni, la progressività è più
marcata: l’aliquota effettiva netta aumenta di 8 punti percentuali fra i 12 mila e gli 80 mila euro.
La progressività dell’imposta netta risulta più pronunciata per i redditi familiari medio-bassi, dai 20 ai 40
mila euro, che per quelli dai 40 ai 60 mila euro.
Il
sistema di tasse e benefici, associato a bassi livelli di reddito familiare,
determina per le fasce più giovani
della popolazione un aumento del rischio di povertà: dopo i trasferimenti e il prelievo il rischio di povertà
aumenta dal 19,7 al 25,3% per i giovani nella fascia dai 15 ai 24 anni di età e dal 17,9 al 20,2% per quelli
dai 25 ai 34 anni.
della popolazione un aumento del rischio di povertà: dopo i trasferimenti e il prelievo il rischio di povertà
aumenta dal 19,7 al 25,3% per i giovani nella fascia dai 15 ai 24 anni di età e dal 17,9 al 20,2% per quelli
dai 25 ai 34 anni.
Le
tipologie familiari che il sistema di welfare tutela meno dal rischio di
povertà sono i giovani che vivono
da soli o in coppia senza figli e, inoltre, i monogenitori e le coppie con figli minori.
da soli o in coppia senza figli e, inoltre, i monogenitori e le coppie con figli minori.
Le
principali politiche redistributive del periodo 2014-2016 (bonus di 80 euro,
aumento della
quattordicesima per i pensionati e sostegno di inclusione attiva), hanno aumentato l’equità della
distribuzione dei redditi disponibili nel 2016 (l’indice di Gini è passato dal 30,4 al 30,1) e ridotto il rischio
di povertà (dal 19,2 al 18,4%). Istat.it
quattordicesima per i pensionati e sostegno di inclusione attiva), hanno aumentato l’equità della
distribuzione dei redditi disponibili nel 2016 (l’indice di Gini è passato dal 30,4 al 30,1) e ridotto il rischio
di povertà (dal 19,2 al 18,4%). Istat.it
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