La consistenza dei prestiti alle imprese italiane da parte della
BCE diminuisce costantemente da circa 7 anni con percentuali che, anno su anno,
sono arrivate a toccare il picco del 6% circa. Una mattanza che sembra non
avere soluzione di continuità da fine 2011, mostrando solo lievi variazioni
all’interno di un trend costante.
la Bce e Draghi e tutto il denaro ‘stampato’ (circa €3 trilioni)
dal 2015 ad oggi, dov’è finito?
È purtroppo rimasto per la gran parte nel circuito della
finanza. All’economia reale è arrivato poco o nulla.
La banche italiane, che sono l’anello di trasmissione della
politica monetaria della BCE all’economia reale, hanno solo pensato a
leccarsi le ferite derivanti da una severa (doppia) recessione ed hanno trovato
nelle decisioni della Vigilanza Bce un insuperabile ostacolo.
1) la politica dei tassi di interesse negativi ha ristretto
notevolmente il margine di interesse ed il connesso incentivo ad erogarli.
2) Le banche sono state costrette a focalizzarsi verso una
rapida dismissione dei crediti in sofferenza, attuata con cessioni a prezzi
stracciati verso operatori specializzati, trascurando le politiche di sviluppo
della clientela.
3) Con poco capitale, è difficile aumentare i prestiti. Le
banche hanno preferito altri impieghi con un minore impatto sul capitale,
risorsa scarsa.
E se la catena di trasmissione della politica monetaria viene
messa in condizione di non funzionare, quale stimolo volete che arrivi
all’economia reale?
Per avere una risposta, basta osservare i dati prima elencati,
confermati dalla quota decrescente di prestiti sull’attivo delle banche.
I costi e le macerie che sono disseminate soprattutto nel nostro
Paese, richiederebbero maggior analisi delle condizioni dell’economia
reale.startmag.it
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