Menti disabituate al pensiero complesso congiuntamente al
distacco totale dalla realtà producono sonni della ragione in campo tributario,
immaginando che la compressione di diritti comporti la fedeltà fiscale, come
del resto l’inasprimento della sanzione penale attraverso la carcerazione.
Tali geni, oramai perennemente dissociati dal mondo reale ritengono che la totale tracciatura delle forme di
pagamento sia la pietra filosofale per combattere l’evasione, congiuntamente ad
una selva di obblighi, comunicazioni, sanzioni, invii telematici contenenti
un’infinità di dati.
il Fisco deve avere il diritto di penetrare sempre di più
nella nostra vita privata e cibarsi di dati.
Questa tendenza aumenta la convenienza dell’evasione: un
evasore ha un mese e mezzo in più di lavoro disponibile rispetto ad un
contribuente che intenda adempiere alle follie contenute degli adempimenti
tributari.
Tale clima da caccia alle streghe, nonché la pressione
derivante dalla corruzione della pubblica amministrazione, potrebbe determinare
una ricerca ossessiva dell’imponibile nell’ansia da risultato, innestandosi in
un sistema tributario italiano ingestibile, improponibile, contraddittorio e
ambiguo.
Solo la logica volta a dividere, a generare emozioni per
ottundere il pensiero, quali il tintinnio di manette e abnormi sanzioni, può
pensare di risolvere il problema.
Paradossalmente, tali atteggiamenti ingigantiscono il
problema poiché aumenta il profitto atteso dell’evasore rispetto a chi vuole
rispettare le norme. Ciò avviene perché l’evasore ha un vantaggio competitivo
in termini di minori costi di compliance e di tributi rispetto al contribuente
onesto, generando un’asimmetria che porta l’onesto fuori dal mercato.
La percepita incapacità della macchina burocratica ad
effettuare verifiche ha portato a forme di misure antievasione indirette e
presuntive (indeducibilità, indetraibilità, presunzioni automatiche, norme
antiabuso). Queste si prefiggono l’obiettivo di evitare comportamenti
opportunistici ma, d’altro canto, possono generare automaticamente materia
imponibile, vale a dire attrarre a tassazione redditi non guadagnati.
Ciò determina un aumento del risparmio tributario e la
diminuzione del disvalore sociale, dato che la percezione di vessazioni
potrebbe condurre alla giustificazione della violazione tributaria.
La continua legislazione di urgenza che si innesta in
un sistema complesso non aiuta nella fruibilità e nella comprensibilità della
norma (possibile avere leggi finanziarie di un unico articolo con oltre 1.500
commi?), generando la percezione di un’assoluta confusione normativa in cui si
possono annidare comportamenti opportunistici o predatori.
In tale paradigma, il controllo statale potrebbe
essere percepito, non tanto alla finalizzazione della verifica del rispetto
delle norme, quanto quale pretesa ingiusta basata sulla necessità di
“accertare” per portare risultati sull’evasione (quanti accertamenti sono stati
chiusi a zero?), piuttosto che su elementi di fatto. Ciò diminuisce la
percezione di costo, essendo il rischio di maggior tributi indipendente dalla
“compliance”.
Per coloro che non seguono le mode becere e non hanno
abbandonato i diritti ed il diritto, non possono sfuggire le continue condanne
ricevute a livello internazionale del Governo Italiano (Corte di Giustizia e
CEDU) per violazioni dei principi fondamentali negli accertamenti
tributari: la violazione degli obblighi tributari potrebbe essere considerata
quasi un atto di Resistenza.
Ora, facendo tintinnare le manette, quale scopo
raggiungiamo? Quello di rendere l’aria oltremodo irrespirabile, criminalizzando
l’imprenditoria e dimenticandoci che sono gli imprenditori i datori di lavoro e
che, quindi, senza creazione di impresa non vi sarà nessuna creazione di posti
di lavoro!
Il mantra della lotta all’evasione, così strutturato, ci fa
assistere al macabro raggiungimento di tale scopo, dato che le imprese stanno
chiudendo, pervenendo all’agognata fedeltà tributaria: con nessuna impresa
si avrà zero evasione.
Sì, perché essere imprenditore in Italia equivale ad essere
considerato un criminale abituale o per tendenza.ilsole24ore.it
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