Un giudice amministrativo mi diceva, a seguito di un mio ricorso, che se l'interpretazione della legge comporta una spesa insostenibile per lo Stato lui avrebbe respinto il mio ricorso. Così è stato.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Emilia Romagna, sezione staccata di Parma (Sezione Prima)Sentenza n. 376 del 18 dicembre 2013, evidentemente ha cambiato idea, forse perché il ricorso è stato presentaao da un giudice TAR, leso nei suoi diritti acquisiti, e annuncia la bancarotta .
Se lo Stato deve a seguito di norme che non garantiscono più l'equilibrio fra entrate e uscite pagare contratti che non può più soddisfare, la bancarotta è annunciata.
Finiremo come la Grecia.
Si potrà accentuare ancora la pressione fiscale che porta a chiusura di aziende con relativa delocalizzazione degli insediamenti produttivi per pagare super stipendi?
Ma che importa a chi ha conseguito diritti acquisiti irrinunciabili tutelabili in via giudiziaria?
Il rimedio è semplice lo Stato non assuma più nessuno, corrisponda super stipendi garantiti a chi ha conquistato diritti acquisiti col sostegno di una interpretazione autentica della legge che ci sta portando alla bancarotta.
Certo che poi gli organici ridotti non assicureranno più alcun servizio.
Chi ha vinto un pubblico concorso è tranquillo di un applicazione formalmente corretta della legge. Evidentemente nulla gli importa di vedere attorno a lui disoccupazione e lavoro sottopagato perché non tutelato da diritti precedentemente acquisiti .
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