Intervista
col Regista
D.
In occasione della prima dell’opera di cui ha diretto la regia volevo
spiegasse i criteri
Ispiratori
R.
In questo lavoro ho cercato di arrivare all’essenziale per giungere nella
maniera più diretta a quello che l’autore dell’Opera ha voluto rappresentare.
Le
persone dei singoli interpreti e la musica diventano gli elementi su cui ho
concentrato il mio lavoro.
D.
Lo può spiegare con parole più semplici ai nostri ospiti.
R.
Spiegarlo ai più che sono riuniti qui ad ascoltarci mi sarà sicuramente più
facile che ai meno che forse non ci ascoltano da casa.
E’
sempre difficile parlare con chi fa finta di ascoltare ma in realtà subisce
molte distrazioni.
D.
Effettivamente questa è la difficoltà principe su cui si scontrano tutti i maestri
anche quelli delle elementari. Ma ritornando agli interpreti su cui ha
lavorato….
R.
Gli interpreti sono stati preziosi perché hanno messo il loro corpo sul proscenio
lavorando in maniera tale che lo spazio fosse riempito dalla loro persona.
LA
conseguenza più diretta è che la scena si è così liberata dalla sovrastrutture selezionando
tutti gli orpelli che spesso la scenografia tradizionale ci propina.
D.
La scenografia allora a cosa si riduce?
R. All’essenziale. Tutto è stato ricondotto all’essenziale
. Quei simboli che ’opera nell’immaginario collettivo ci riportano alla trama
al testo che l’autore ha trattato con un pathos che mantiene nel tempo il suo contenuto
emozionale.
D
Come si muovono i cantanti in questo contesto?
R.
Gli attori si muovono rappresentando attraverso le loro masse corporea quella che
è la stessa trama . Contribuiscono a diventare essi stessi coi loro movimenti interpreti
del racconto.
La
trama si sviluppa nella dinamica dei personaggi nei loro gesti nel loro divenire
c’è la storia che interpretano.
L’attore
non resta immobile, non fa raccontare alla
scenografia ridondante la trama.
D. La scenografia potrebbe ridursi ancora a pura
luce?
R.
Questo è un concetto che mi riservo di sviluppare nelle prossime opere.
D.
Tutto questo può anche fare ridurre i costi delle produzioni.
R.
No questo è un problema burocratico che mi rifiuto di affrontare.
Non
possiamo ridurre tutto ad un problema di costi.
La
cultura non può essere soggetta ad economie che ne ridurrebbero la valenza poetica.
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