martedì 22 settembre 2015

Perché non si licenziano i funzionari che rubano?

Saranno anche i classici conti della serva, ma in certi casi vanno fatti. Nei primi sei mesi del 2015 gli sperperi e le truffe  di alcune migliaia di funzionari pubblici (dai ministeri alle Asl) sono costati ai contribuenti italiani la bellezza  di 3 miliardi. Certi funzionari sono peggio delle cavallette. Tasi e Imu costano insieme 4,5 miliardi. Se consideriamo gli illeciti ancora nascosti, la cifra deve essere raddoppiata, se non triplicata. E non si tratta di grandi atti di corruzione (tipo le pantagrueliche “creste” sui grandi appalti pubblici), ma di “piccole” ruberie e dissipazioni, che però sommate tutte insieme raggiungono cifre da manovra economica.
Tale dato emerge dal rapporto  della Guardia di Finanza sui danni erariali contestati tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2015. I cattivi funzionari sono annidati ovunque, ma, in base al rapporto della GdF,  sembrano ultimamente prediligere il patrimonio immobiliare pubblico. Si parla di circa 1 miliardo di euro per  case concesse in affitto a prezzi stracciati, terreni mai utilizzati, edifici svenduti. Le malefatte di certi funzionari (da Nord a Sud, indistintamente) hanno, spesso, qualcosa di incredibile. Come il caso di diversi appartamenti del Comune di Roma affittati a 7 euro al mese, oppure come la vicenda di quel Comune in provincia di Bolzano che non riscuote l’affitto per l’occupazione di suolo pubblico e perde 350 mila euro.
La sanità rimane comunque uno dei maggiori terreni di sperpero. In un ospedale in provincia di Varese è stato raddoppiato il valore di un appalto a una società esterna incaricata della manutenzione passando da 15 milioni e mezzo di euro alla bellezza di  36 milioni.
Il pensiero più fastidioso è che si tratta comunque di una minima parte della voragine che ogni anno le “locuste di Stato” aprono nel bilancio pubblico. Il Codancos ha recentemente calcolato in 30 miliardi lo sperpero causato dagli acquisti di beni che superano i prezzi di mercato.  Solo le stampanti, tanto per fare un esempio, arrivano a essere pagate da “Pantalone” il 60-70 per cento in più. “Creste” e illeciti vari sono possibili quando gli uffici aggirano la Consip, cioè la centrale unica per gli acquisti della Pubblica amministrazione. L’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, aveva proposto di rendere più rigido il sistema Consip. Ma, come è noto, Cottarelli a un certo punto ne ha avuto abbastanza di trattare con dirigenti neghittosi e se n’è tornato negli Stati Uniti.

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