Buonasera Avv Nicola
Centofanti,
sono Maria Grazia
Sangiorgio, le scrivo dalla Sicilia,
spero che questa mia
umile e-mail venga letta da un luminare come Lei AVV.
Ho letto su internet
il Suo curriculum sui temi del diritto amministrativo,
ho bisogno un suo
aiuto o consiglio per risolvere una violazione subita nel costruire
un piccolo capannone
artigianale (il sogno di Mio Marito) diventato anche il mio e dei miei figli.
Nel 2008 abbiamo
cominciato i lavori in una zona Artigianale nella provincia di Ragusa
precisamente
Pozzallo con tutti i
permessi accordati sia dal Suap del comune che dal genio civile della
Provincia.
Dato le dimensioni
dello stabile 500 mq è stato ultimato come lavori in sei mesi,
un complesso in
prefabbricato attualmente senza documentazioni, tutto questo perchè dopo un
controllo
di foto effettuai
dalla Crias x un finanziamento per gli artigiani da pagare per 20 anni, ci
siamo accorti che mancavano
delle travi di
collegamento centrali che erano nel progetto iniziale presentato ai vari enti.
Abbiamo riscontrato
l'anomala situazione al progettista dato che era il tecnico dei lavori,
dato aver pagato le
stesse nel computo metrico dei lavori effettuati.
Il nostro Capannone è
stato costruito con le normative tecniche antisismiche della zona di
appartenenza.
Sollecitato il
tecnico del danno subito, L'ING progettista ci ha abbandonato rendendoci una
grande delusione e danno dato
uno stabile privo di
documentazioni, nella struttura ultimata si era accorto di una anomalia della
misura delle aperture e una realizzazione di una scala in ferro consigliata
sempre da lui, infatti mi ha condotto nello presentare una variante al
progetto, ancora
in quel periodo non
sapevo l'inesistenza di queste travi di collegamento che erano nel progetto,
queste travi
servirebbero per collegare dei plinti in calcestruzzo formando dei quadrati da
collegamento angolo x angolo mancherebbero una parte.
Ancora ad oggi mi
ritrovo in una fase di cantiere aperto senza chiusura dei lavori, nel frattempo
abbiamo avviato una denuncia alla Procura per truffa ed estorsione, si
infatti abbiamo subito dalla ditta appaltatrice dei lavori la richiesta di
somme esose a fronte di lavori non effettuati addirittura non fatturati e non a
norma come spiegato prima questa l'ennesima tragedia che stiamo subendo.
Sono partite le
indagini penali, questi personaggi dato la loro forza in zona inseriscono nelle
varianti presentati prima dal progetto, una ulteriore variante per le
travi con numero e data uguale al protocollo del 2009
depositata al genio civile che attestano che le travi non sono
indispensabili infatti per questo non servono alla staticità
dell'immobile, quindi l'ennesima delusione per la mia famiglia.
Ho CONTATTATO negli
ultimi 5 anni circa 6 tecnici tra Arch e Ing il responso di questi
professionisti è stato vano ed inefficace, tutti sanno ma nessuno ha potuto
arrivare ad un collaudo dello stabile sia per la mancanza delle travi che dalla
delinquenza che ci circonda.
Vorrei capire come
smontare questi personaggi e fare giustizia alla mia famiglia soprattutto nei
confronti dei miei figli che avevano intrapreso la nostra attività anche nella
grave crisi che ci circondava lavorano bene senza avere problematiche con la
nostra attività.
Come vede dall'orario
io la notte non dormo sono preoccupata e molto stanca di lottare questa
situazione sta passando nel tavolo delle giustizia senza che abbiamo ricevuto
ASSISTENZA E VERITA'.
Spero in una sua
risposta e complimenti per il suo Forum di presentazione internet,
qui in Sicilia
mancano professionisti del suo livello.
Cordiali Saluti Avv
Centofanti
Maria Grazia
Sangiorgio
Risposta
Da quanto emerge dal suo quesito sembra che ci sia spazio per una azione
civile contro il direttore dei lavori e l’impresa in quanto non è stato rispettato
il contratto di appalto , salvo esaminare se è decorsa la relativa prescrizione.
il direttore dei lavori per conto del committente presta un'opera
professionale in esecuzione di un'obbligazione di mezzi e non di risultati ma,
essendo chiamato a svolgere la propria attività in situazioni involgenti
l'impiego di peculiari competenze tecniche, deve utilizzare le proprie risorse
intellettive ed operative per assicurare, relativamente all'opera in corso di
realizzazione, il risultato che il committente - preponente si aspetta di
conseguire, onde il suo comportamento deve essere valutato alla stregua della
diligentia quam in concreto;
rientrano pertanto nelle obbligazioni del direttore dei lavori
l'accertamento della conformità sia della progressiva realizzazione dell'opera
al progetto, sia delle modalità dell'esecuzione di essa al capitolato e/o alle
regole della tecnica, nonché l'adozione di tutti i necessari accorgimenti
tecnici volti a garantire la realizzazione dell'opera senza difetti
costruttivi;
pertanto, non si sottrae a responsabilità il professionista che ometta di
vigilare e di impartire le opportune disposizioni al riguardo, nonché di
controllarne l'ottemperanza da parte dell'appaltatore e di riferirne al
committente; in particolare l'attività del direttore dei lavori per conto del
committente si concreta nell'alta sorveglianza delle opere, che, pur non
richiedendo la presenza continua e giornaliera sul cantiere né il compimento di
operazioni di natura elementare, comporta il controllo della realizzazione
dell'opera nelle sua varie fasi e pertanto l'obbligo del professionista di verificare,
attraverso periodiche visite e contatti diretti con gli organi tecnici
dell'impresa, da attuarsi in relazione a ciascuna di tali fasi, se sono state
osservate le regole dell'arte e la corrispondenza dei materiali impiegati. Cassazione civile,
sez. II, 24/04/2008, n. 10728 Atutti 21.9.2011
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