sabato 7 gennaio 2017

Commercio. Accordi commerciali UE-USA.TTIP

Commercio. Accordi commerciali UE-USA. TTIP

Dopo tre anni e 14 round negoziali tra USA e Europa, il TTIP, l’accordo di libero scambio tra le due sponde dell’Atlantico, è arrivato al capolinea.
Niente da fare, per fortuna.
Il voto degli inglesi sulla Brexit, ha dato il colpo di grazia finale ad un trattato i cui negoziati vanno avanti a rilento a causa delle posizioni inconciliabili delle parti.
A mettere la parola fine ai negoziati per il TTIP, (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è stata la Francia, da sempre scettica sull’accordo.
Non esiste assolutamente alcuna possibilità che si arrivi a un accordo entro la fine dell'amministrazione Obama. Penso che ormai lo sappiano tutti, anche quelli che sostengono il contrario, ha detto il vice ministro francese per il Commercio estero, Matthias Fekl.
Uno dei punti più controversi è legato al fronte degli appalti: gli USA sono disponibili a far partecipare alle gare le imprese europee, ma non hanno intenzione di derogare alla legge che prevede l’obbligo di utilizzare almeno il 50% di prodotti americani.
Posizione inaccettabile per l’Europa perché discrimina i prodotti del Vecchio continente, non alimenta occupazione e crescita.
L'Europa chiede anche l’accesso al settore dei trasporti marittimi e aerei, mentre gli Stati Uniti chiedono libero accesso alla sanità e all'educazione: temi sui quali le parti non hanno intenzione di mollare.
Altro tema centrale del TTIP e fonte di discordia tra USA e Europa è la regolamentazione degli standard di qualità per i prodotti e l’utilizzo di sostanze potenzialmente pericolose in agricoltura, cosmetica, abbigliamento e comparto alimentare. Le discipline applicate attualmente in USA e Europa sono profondamente diverse: le aziende europee, prima di vendere o utilizzare una sostanza devono provare che non è nociva.
Invece, negli USA vale la regola inversa: una sostanza non è nociva e quindi è ammessa finché non si prova il contrario. I movimenti contrari al TTIP, infatti, lanciano l’allarme da mesi sull’arrivo sulle tavole europee di carni agli ormoni o prodotti agroalimentari OGM.
Infine, resta aperta la discussione sugli arbitrati tra aziende e Paesi accusati di intralciare in qualche modo gli investimenti esteri: gli USA vorrebbero una corte arbitrale nominata di volta in volta, l’Europa, invece, propone un tribunale con un doppio grado di giudizio.
Anche su questo punto le posizioni delle parti restano inconciliabili. ibtimes.com/6.7.2016.

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