Imigrazione. Rosarno
A Rosarno c’è stata un'altra
stagione d'inferno per i braccianti immigrati.
Lo si evince dai dati raccolti
da Medici per i
Diritti Umani (Medu). Sono tornate le aggressioni ai migranti,
simili a quelle
avvenute del dicembre scorso. Otto anni fa, Msf denunciava le
condizioni degli stranieri impiegati in agricoltura nel rapporto "Una stagione
all'inferno". Da allora poco o nulla è cambiato. La lotta al
caporalato e al lavoro nero che riguarda l'86% delle persone
Il bilancio è negativo anche
quest’anno per la stagione agrumicola nella Piana di Gioia Tauro. Tra i
braccianti immigrati, curvi a raccogliere frutta non si sente altro che dire:
"Da queste parti non cambia nulla". Nonostante l’aumento dei controlli
nelle aziende, per iniziativa della Prefettura e dell'Ispettorato del Lavoro,
sono infatti rimaste disastrose le condizioni di vita e di lavoro dei
braccianti stranieri.
Il lavoro della clinica
mobile. Dai dati raccolti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti
Umani (Medu) – che ha operato nella Piana di Gioia Tauro da metà novembre 2015
a marzo 2016, prestando assistenza sanitaria ai lavoratori stranieri stagionali
- emerge un quadro che di poco si discosta dalla stagione precedente. Dei 471
pazienti visitati (774 visite mediche totali tra primi, secondi, terzi e quarti
accessi), l’86% ha meno di 35 anni. Si tratta, quindi, di una popolazione
giovane – in media 29 anni – proveniente principalmente da Mali (36%), Senegal
(23%), Gambia (12%), Costa d’Avorio (8%) e Burkina Faso (6%).
Sbandati e vulnerabili nonostante la "protezione internazionale". La maggior parte dei pazienti (95%) è dotata di regolare permesso di soggiorno.
Sbandati e vulnerabili nonostante la "protezione internazionale". La maggior parte dei pazienti (95%) è dotata di regolare permesso di soggiorno.
Di questi, più della metà (54%) è
già titolare di un permesso per protezione internazionale (asilo politico e
protezione sussidiaria) o per motivi umanitari.
Il 33%, invece, pur essendo
regolare nel territorio italiano è in fase di ricorso contro il diniego della
Commissione per il diritto d’asilo.
Più della metà dei pazienti è,
infatti, giunto in Italia negli ultimi due anni e vive una condizione di
estrema vulnerabilità determinata spesso dalla totale mancanza di informazioni
e orientamento socio-legale nonché dall’impossibilità di leggere e scrivere (il
42% dei pazienti ha dichiarato di essere analfabeta).
Per quanto concerne l’integrazione sanitaria, il 52% dei pazienti regolarmente soggiornanti non ha la tessera sanitaria. Le patologie più frequentemente riscontrate sono: disturbi gastro-intestinali (23%), sindromi delle vie respiratorie (22%), patologie muscolo-scheletriche (13%), traumatismi (10%), patologie della cute (6%).
Per quanto concerne l’integrazione sanitaria, il 52% dei pazienti regolarmente soggiornanti non ha la tessera sanitaria. Le patologie più frequentemente riscontrate sono: disturbi gastro-intestinali (23%), sindromi delle vie respiratorie (22%), patologie muscolo-scheletriche (13%), traumatismi (10%), patologie della cute (6%).
I lavoratori stranieri giungono,
quindi, in Italia sani e si ammalano nel nostro paese a causa delle critiche
condizioni di vita e di lavoro.
Lavoro nero per l'86% di
loro. Per quanto concerne le condizioni di lavoro, nonostante l’aumento
dei controlli da parte di Prefettura e Ispettorato del Lavoro, è riscontrabile
tra la popolazione bracciantile un alto tasso di lavoro nero.
L’86% dei lavoratori agricoli,
infatti, non ha un contratto di lavoro e i pochi che hanno dichiarato di averlo
(12%) non sanno se riceveranno una busta paga a fine mese né se gli verranno
riconosciute le effettive giornate di lavoro svolte. repubblica.it.5 aprile
2016.
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