domenica 1 gennaio 2017

La Malfa Ugo

La Malfa Ugo
Nel governo Parri 1945 assume il dicastero dei Trasporti. Nel seguente I gabinetto De Gasperi occupa la carica di ministro della Ricostruzione e successivamente di ministro del Commercio Estero.
Nelle elezioni del 18 aprile è eletto deputato nella circoscrizione di Bologna. E’ nominato presidente della Commissione Finanze e Tesoro.
A luglio è incaricato da Carlo Sforza, ministro degli Esteri, di negoziare la questione delle riparazioni di guerra con Mosca, risolvendola con un accordo triennale del valore di venti miliardi di lire l'anno.
A dicembre è nominato vicegovernatore del Fondo monetario internazionale.
Il 9 aprile presenta al Consiglio dei Ministri la relazione sullo stato delle Partecipazioni Statali; nello stesso giorno viene nominato ministro del Commercio Estero, al posto del dimissionario Ivan Matteo Lombardo, nell’ambito del governo Dc-Pri.
Propone la costituzione di un ministero delle Partecipazioni Statali con fini di vigilanza e coordinamento delle molte holding di Stato. La nuova struttura, secondo La Malfa, avrebbe avuto in dotazione soltanto una segreteria tecnica e un corpo ristretto di funzionari con scopi di controllo e indirizzo.
Il 26 luglio è confermato ministro del Commercio estero nel VII governo De Gasperi.
Le elezioni del 7 giugno, che si svolgono col nuovo sistema (la cosiddetta "legge truffa"), si traducono in un grave insuccesso per il PRI; La Malfa è rieletto deputato nel collegio che comprende Bologna, Ferrara e la Romagna. Nel mutato quadro internazionale dopo la morte di Stalin è attento alle nuove posizioni assunte dal Psi, riprende il dialogo con Nenni e diviene uno dei più convinti sostenitori dell’apertura a sinistra.
Nelle elezioni del 1968 il PRI inverte il trend di declino e ottiene il 2% dei voti, eleggendo 9 deputati e 2 senatori. La Malfa, eletto alla Camera nelle circoscrizioni di Bologna, Catania e Palermo, opta per la circoscrizione di Catania.
Nel 1972 si dimette il governo Colombo. Nelle elezioni, anticipate anche per volere di La Malfa, che si svolgono il 7 maggio, il PRI ottiene il 2,9 per cento. La Malfa è eletto deputato nelle circoscrizioni di Roma, Palermo e Catania; sceglie quella di Roma. Dopo le elezioni i repubblicani appoggiano dall’esterno il secondo governo Andreotti, composto da DC, PSDI, PLI.
Nel maggio 1973 i repubblicani ritirano l’appoggio al governo. Nasce il quarto governo Rumor, che costituisce il ritorno al centrosinistra e nel quale La Malfa assume l'incarico di ministro del Tesoro. In tale veste blocca la richiesta di aumento del capitale della Finambro, aprendo la strada al fallimento finanziario di Michele Sindona.
Denuncia le truffe sui danni di guerra (il cosiddetto "caso Caproni").
Nel 1974 indirizza una lettera ai leader delle confederazioni sindacali invitandoli a inserire le rivendicazioni salariali nel quadro delle condizioni effettive del paese.
Nel mese di dicembre assume la vicepresidenza del quarto governo Moro (bicolore DC - PRI).
Al XXXII Congresso Nazionale del PRI 1975 La Malfa parla dell'ineluttabilità del compromesso storico.
Nel 1976 il PRI ottiene il 3,1 per cento dei consensi elettorali. La Malfa è eletto alla Camera nelle circoscrizioni di Roma.
Vincendo le resistenze della sinistra repubblicana e la tradizione che aveva visto il Pri aderire al gruppo socialista, conduce il Pri nella Federazione dei partiti liberali e democratici europei, caratterizzandolo come forza della sinistra democratica.
Nel 1977 in un'intervista a "la Repubblica", chiede l’ingresso del Pci nel governo, dopo che nell’estate 1976 si era formato un monocolore democristiano guidato da Andreotti rispetto al quale si erano astenuti tutti i partiti dell’arco costituzionale, dal Pli al Pci..
Nel 1978 Aldo Moro è rapito dalle Brigate Rosse. La Malfa rifiuta qualsiasi atteggiamento compromissorio nei confronti dei terroristi, proponendo addirittura l’adozione della pena di morte. Annuncia nello stesso tempo l'appoggio del PRI al governo di solidarietà nazionale presieduto da Andreotti, comprendente il Pci nella maggioranza.
Nel 1979 viene incaricato di formare un nuovo governo dopo la caduta del quarto governo Andreotti. E’ la prima volta da Parri che tale incarico viene affidato a un non democristiano. A marzo, vista l'indisponibilità a ricostituire la solidarietà nazionale da parte dei maggiori partiti, è costretto a rinunciare all'incarico; pochi giorni dopo accetta l'incarico di vicepresidente del Consiglio e di ministro del Bilancio nel nuovo governo Andreotti. fulm.org/

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