mercoledì 1 febbraio 2017

Legge elettorale. Tempistica. Alleanze . 5Stelle-Lega

Legge elettorale. Tempistica. Alleanze . 5Stelle-Lega


La svolta dei 5Stelle è un governo con la Lega. Davide Casaleggio pensa proprio alla destra di Salvini e Meloni.
Non a caso, costruisce da tempo nel "laboratorio" milanese un'agenda di governo sempre più compatibile con quella del Carroccio.
Il resto lo faranno i risultati elettorali. "Con un impianto proporzionale nessuno avrà la maggioranza - è l'analisi che Luigi Di Maio ripete in privato –
Noi però abbiamo ottime chance di arrivare primi.
Ogni analisi dei big a cinquestelle parte da una premessa: senza ballottaggio, nessuno raccoglierà il 40% dei consensi, figurarsi il 50%. Meglio allora costruire un ponte con gli unici partner possibili.
L'accordo parlamentare con la Lega è il vero asso nella manica di Beppe Grillo.
Ufficialmente non se ne parla, anche perché da statuto i grillini non possono siglare alleanze. Max Bugani che gestisce assieme a Casaleggio Jr. e David Borrelli la piattaforma Rousseau ha rivelato che- con la legge attuale si può lavorare sul programma e vedere chi ci sta.
Altre forze potrebbero darci un appoggio esterno.
Il governo sarebbe del M5S, però coinvolgendo altri partiti su punti programmatici chiari e condivisibili.
Nulla è lasciato al caso, in questa fase. Ogni nuova svolta è preceduta da un "sondaggio" della base, ma l'annuncio è delegato a Grillo, l'unico capace ancora di far digerire l'indigeribile ai militanti. L'obiettivo è cucire nuovi e antichi punti programmatici su misura della Lega, dal referendum sull'euro al nazionalismo commerciale fino al pugno duro sull'immigrazione.
Il Carroccio, d'altra parte, non è materia sconosciuta dalle parti della Casaleggio associati. Il triumviro Borrelli, per dire, è un trevigiano cresciuto nel cuore pulsante del leghismo.
Un segnale in chiave interna, per dimostrare ai nemici che le eventuali intese con altri partiti passano comunque solo e soltanto da Milano.
Da pragmatico, Di Maio  si dedica alla rincorsa alla premiership e lavora per evitare una legge elettorale svantaggiosa: "È meglio votare con il sistema che uscirà dalla Consulta - è la sua linea - L'importante è evitare il Mattarellum, che per noi sarebbe un disastro". Con il proporzionale, invece, il pallino resterebbe nelle mani del Movimento. Arrivare primi garantirebbe il "piano Lega".
La corrente "di sinistra", decimata da espulsioni e scissioni, conta pochissimo. Quella ortodossa, invece, continua a combattere lo strapotere della Casaleggio associati.
Roberto Fico è l'unico in grado di gelare i piani di Milano senza temere troppo la reazione. Salvini, intanto, si mantiene in posizione d'attesa. Conosce i rischi di una concorrenza grillina sui temi a lui più cari, per questo urla sempre più forte contro l'euro e gli immigrati. Eppure, è pronto a fare di necessità virtù, cavalcando l'onda. Gli basterà ribadire dopo le Politiche quanto sosteneva alla vigilia del secondo turno delle amministrative: "Dove la Lega non è al ballottaggio, votate contro il Pd". repubblica.it/politica/2017/01/23/



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