Lotti Luca. Cosip. Corruzione
Romeo è
l’imprenditore al centro dell’affaire Consip, una presunta
corruzione su un appalto da 2,7 miliardi di euro, vicenda per la quale
sono indagati per rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento
il ministro Luca Lotti e il comandante generale dei Carabinieri Tullio
Del Sette. L’indagine a carico del braccio destro di Matteo Renzi e
di Del Sette è finita per competenza alla procura di Roma.
I pm napoletani Henry John Woodcock e Celestina Carrano invece continuano a indagare su presunti episodi di corruzione collegati ad appalti del gruppo Romeo per le pulizie dell’ospedale Cardarelli di Napoli, e al ruolo di dirigenti e funzionari del capoluogo campano che avrebbero favorito gli interessi dell’immobiliarista, ricevendone in cambio – secondo l’accusa – favori e soggiorni alberghieri. Il decreto di perquisizione eseguito dalla Finanza di Napoli, dal Ros di Napoli e dal Noe di Roma per Romeo e altre due persone ipotizza i reati di concorso esterno in associazione camorristica (per l’assunzione nella ditta di pulizie impiegata nel Cardarelli di soggetti ritenuti vicini ai clan della zona collinare di Napoli), associazione a delinquere e corruzione.
I pm napoletani Henry John Woodcock e Celestina Carrano invece continuano a indagare su presunti episodi di corruzione collegati ad appalti del gruppo Romeo per le pulizie dell’ospedale Cardarelli di Napoli, e al ruolo di dirigenti e funzionari del capoluogo campano che avrebbero favorito gli interessi dell’immobiliarista, ricevendone in cambio – secondo l’accusa – favori e soggiorni alberghieri. Il decreto di perquisizione eseguito dalla Finanza di Napoli, dal Ros di Napoli e dal Noe di Roma per Romeo e altre due persone ipotizza i reati di concorso esterno in associazione camorristica (per l’assunzione nella ditta di pulizie impiegata nel Cardarelli di soggetti ritenuti vicini ai clan della zona collinare di Napoli), associazione a delinquere e corruzione.
I pm hanno deciso di perquisire,
alla ricerca di tracce documentali e finanziarie, dopo aver ascoltato
per mesi le conversazioni tra Romeo e uno dei suoi più stretti collaboratori,
l’ex parlamentare di An Italo Bocchino. Intercettazioni telefoniche e
anche ambientali grazie a un virus spia Trojan installato sui
cellulari di Romeo e Bocchino. Conversazioni che, si legge nel decreto, “hanno
consentito di acquisire un ponderoso materiale investigativo ed
elementi utili per ricostruire quello che si può definire il sistema Romeo ispirato
alla corruzione generalizzata e sistematica, alla consumazione sistematica di
reati contro la pubblica amministrazione e di reati tributari funzionali alla
creazione delle riserve di denaro in nero utilizzate da Romeo per
pagare le tangenti”.
Il “ponderoso materiale
investigativo” è rappresentato anche dai “pizzini” in cui l’imprenditore
indicava la “causale” di tangenti.
I foglietti, che erano stati
stracciati e buttati nella spazzatura, sono stati recuperati in una discarica
comunale a Roma, dove finivano insieme agli altri rifiuti smaltiti dall’ufficio
romano dell’immobiliarista. ilfattoquotidiano.it/2017/02/08.
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