lunedì 6 febbraio 2017

Riforma. Pubblico impiego. Licenziamenti

Riforma. Pubblico impiego. Licenziamenti

E' in arrivo un 'decalogo', con un elenco di dieci situazioni da 'alert', che precisa quali sono le situazioni che mettono il lavoratore a rischio sanzioni, fino alla rescissione del contratto.
Nel decreto Madia sul pubblico impiego, atteso per metà febbraio, si punta il dito contro chi salta il lavoro proprio quando più serve, con il rischio di mandare in tilt la macchina in momenti clou, insomma i furbetti del weekend lungo.
Il provvedimento suggerirà quindi di alzare la guardia in tutti i casi da 'bollino rosso'.
Niente assenze di massa quanto è in programma un grande evento, ad esempio un G7, quando scattano le iscrizioni alle scuole o è tempo di 730 all'Agenzia delle Entrate.
Altro bersaglio del decreto sono coloro che commettono gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento: accettare regali costosi, abusare dell'auto di rappresentanza, la falsa attestazione della presenza in servizio e lo scarso rendimento.
La sanzione massima si attiverebbe anche, nei casi più gravi, per il responsabile dell'ufficio che davanti agli illeciti "si volta dall'altra parte".
Nel decreto dovrebbe anche essere stabilito che in caso di procedura ordinaria entro tre mesi, non più quattro, l'azione deve essere conclusa.
Resta fermo il licenziamento sprint, di 30 giorni, per il furbetto del cartellino, che dovrebbe essere esteso a tutte le forme illecite che portano a licenziamento accertate in flagranza.
A parte il licenziamento, viene anche rivisto l'iter dell'azione disciplinare.
Le infrazioni di minore gravità, per cui è previsto il solo richiamo verbale, le regole saranno stabilite dai contratti.
I tecnici del ministero della P.A. stanno lavorando a una semplificazione dell'iter e si dovrebbe anche aprire a una gestione unificata per le sanzioni più gravi, per cui più amministrazioni possono fare capo a uno stesso ufficio.
I vizi formali, i cavilli giuridici, non potranno fermare l'azione. Anche in questo caso, viene estesa una clausola anticipata con il decreto anti-furbetti. Quindi la violazione dei termini interni fissati per la procedura non potrà impedire di andare avanti, né potrà annullare la validità della sanzione inflitta, fatto salvo il diritto alla difesa.
Se il giudice accerta una sproporzione con la sanzione disciplinare, il procedimento si ripete.
Sarà fatto un passaggio con le Regioni, vista anche la sentenza della Consulta.
I sindacati mirano a trasferire  nel Testo Unico sul pubblico impiego l'accordo del 30 novembre. repubblica.it/economia/2017/02/04/



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