Fondo monetario internazionale IMF
Le istituzioni di Bretton Woods
erano state pensate per creare un sistema di coordinamento e controllo delle
politiche economiche degli Stati a livello internazionale che evitasse il
ripetersi di disastrose crisi economiche come quella
del 1929. In
particolare il Fondo monetario doveva occuparsi di economia monetaria e la Banca
Mondiale di ricostruzione e sviluppo.
Nella pratica il sistema
progettato a Bretton Woods, che si basava su rapporti di cambio fissi tra le
valute, tutte agganciate al dollaro il quale a sua volta era agganciato
all'oro, crollò con la sospensione del gold
exchange standard (vale a dire la convertibilità del dollaro in oro)
da parte di Richard Nixon nel 1971.
Questo ha portato a un
ripensamento del ruolo dell'FMI, che oggi si occupa per lo più di concedere
prestiti agli Stati membri in caso di squilibrio della bilancia dei pagamenti. L'FMI si occupa
anche della ristrutturazione del debito
estero dei paesi del cosiddetto Terzo
Mondo. L'FMI impone di solito a questi Paesi dei "piani di
aggiustamento strutturale" come condizioni per ottenere prestiti o
condizioni più favorevoli per il rimborso del debito che costituiscono
l'aspetto più controverso della sua attività. Questi piani sono infatti
modellati su una visione neoliberista dell'economia
e sulla convinzione che il libero mercato sia la soluzione migliore per lo
sviluppo economico di questi paesi.
Tra i punti principali essi di
solito comprendono la svalutazione
della moneta nazionale, la
riduzione del deficit
di bilancio da conseguire con forti tagli alle spese pubbliche e aumento delle
imposte (e quindi privatizzazioni massicce), l'eliminazione di
qualsiasi forma di controllo dei prezzi.
Il Fondo monetario internazionale
è fortemente criticato dal movimento no-global e da alcuni illustri
intellettuali quali il premio Nobel Joseph
Stiglitz, il premio Nobel Amartya
Sen, Noam Chomsky e Jean-Paul Fitoussi.
I critici accusano il Fondo
Monetario di essere un'istituzione manovrata dai poteri economici e politici
del cosiddetto Nord del mondo e di peggiorare le condizioni dei paesi poveri
anziché adoperarsi per l'interesse generale.
L'FMI è accusato di prendere le
sue decisioni in maniera poco trasparente e d'imporle ai governi
democraticamente eletti che si trovano così a perdere la sovranità sulle loro
politiche economiche.
Nel suo libro La globalizzazione e i suoi
oppositori Joseph Stiglitz, dimessosi da poco dalla vicepresidenza
della Banca Mondiale, accusa il Fondo monetario di aver
imposto a tutti i Paesi una "ricetta" standardizzata, basata su una
teoria economica semplicistica, che ha aggravato le difficoltà economiche
anziché alleviarle.
Stiglitz fornisce una serie
dettagliata di esempi, come la crisi finanziaria asiatica e la
transizione dall'economia pianificata al capitalismo
in Russia e
nei paesi ex-comunisti dell'Europa
orientale: i prestiti dell'FMI in questi paesi, secondo Stiglitz, sono
serviti a rimborsare i creditori occidentali, anziché aiutare le economie dei
paesi assistiti.
Inoltre nei Paesi ex-comunisti
l'FMI ha appoggiato coloro che si pronunciavano per una privatizzazione rapida,
che in assenza delle istituzioni necessarie ha danneggiato i cittadini e
rimpinguato le tasche di politici corrotti e uomini d'affari disonesti.
Stiglitz osserva che i risultati migliori in materia di transizione sono stati
conseguiti proprio da quei paesi, come la Polonia e
la Cina, che
non hanno seguito le indicazioni dell'FMI, mentre in Asia il modello
economico che ha permesso una massiccia crescita dell'economia di molti paesi
si basa su un forte intervento statale, anziché sulle privatizzazioni.
Stiglitz sottolinea inoltre i
legami di molti dirigenti dell'FMI con i grandi gruppi finanziari americani e
il loro atteggiamento arrogante nei confronti degli uomini politici e delle élite
del Terzo
Mondo, paragonandoli ai colonialisti di
fine Ottocento, convinti che la loro dominazione fosse l'unica
opportunità di progresso per i popoli "selvaggi".
Negli anni ottanta il
Fondo monetario internazionale (assieme alla Banca
Mondiale) ha cercato di promuovere l'industrializzazione nell'Africa sub-sahariana, talvolta ottenendo buoni
risultati ma spesso fallendo.
Le critiche nei confronti
dell'FMI hanno trovato un ulteriore argomento quando nel 2001 l'Argentina (Paese
che i tecnici dell'FMI consideravano "l'allievo modello") è andata
incontro ad una terribile crisi economica. L'FMI è stato accusato di avervi
contribuito con le sue indicazioni o quantomeno di non aver fatto nulla per
impedirla.
Nel suo saggio Freefall
è infine arrivato a riassumere le sue teorie riguardo all'FMI formulando
l'icastica equazione FMI = multinazionali.
Amartya Sen afferma che: «
L'architettura economica mondiale va riformata in tempi brevi, con equità e
giustizia. L'attuale situazione è preoccupante ma lascia anche ben sperare per
il futuro. Da un lato, Fondo monetario internazionale e Organizzazione mondiale
per il commercio poggiano la loro attività, a più livelli, sulla posizione del
Paese più forte, gli Stati Uniti. Dall'altro, noto che, nonostante la ferrea
architettura che governa l'economia globale, la Banca Mondiale, gradualmente,
sta passando da posizioni rigide a posizioni meno rigide. Del resto, se il mio
amico James Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale, ha dichiarato che
considera prioritaria l'eliminazione della povertà in Africa, beh,
evidentemente, qualcosa è cambiato nelle vecchie relazioni politiche ed
economiche.»Wikipedia.
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