Mazzolari Primo
Dopo l'8
settembre 1943, Don Mazzolari partecipò attivamente alla lotta di liberazione, incoraggiando i giovani a
partecipare, e venne arrestato e rilasciato. Fu costretto a vivere in
clandestinità fino al 25 aprile 1945, per timore dei
fascisti.
Nel 1949 fondò il
quindicinale Adesso del quale fu direttore. I suoi scritti
attirarono le sanzioni dell'autorità ecclesiastica che ordinò la chiusura del
giornale nel 1951.
A luglio dello stesso anno, venne imposto al prete il divieto di predicare
fuori diocesi
senza autorizzazione e il divieto di pubblicare articoli senza una preventiva
revisione dell'autorità ecclesiastica.
Il quindicinale poté riprendere
le pubblicazioni a novembre, ma don Primo dovette lasciare l'incarico di
direttore; egli continuò tuttavia a scrivere alcuni articoli sotto pseudonimi.
Proprio alcuni di questi scritti sul tema della pace attirarono
nuove sanzioni; nel 1954, infatti, fu imposto a don Primo il divieto assoluto di
predicare fuori dalla propria parrocchia e
il divieto di pubblicare articoli riguardanti materie sociali.
Dagli inizi degli anni cinquanta don
Primo sviluppa un pensiero sociale vicino alle classi deboli (Nessuno è fuori
della carità) e ai valori del pacifismo che
attireranno le critiche e le sanzioni delle autorità ecclesiastiche fino a
portarlo all'isolamento nella sua parrocchia di Bozzolo.
Se l'istituzione lo reprimeva con
durezza, non per questo il messaggio di Mazzolari si spense; ebbe anzi una
notevole influenza, anche se per vie più nascoste. Veniva regolarmente invitato
da Ernesto Balducci agli incontri annuali dei
preti scrittori.
Gli echi della riflessione di
Mazzolari sull'obiezione di coscienza si ritroveranno così
nel mondo fiorentino di
Ernesto Balducci, sino ai livelli politici di Giorgio
La Pira e di Nicola
Pistelli, e fino al punto più noto della "germinazione
fiorentina", rappresentato nel 1965 dal don Lorenzo
Milani di L'obbedienza non è più una virtù. Anche don Milani
aveva collaborato con Mazzolari scrivendo articoli per Adesso.
Con la pubblicazione anonima di Tu
non uccidere, nel 1955,
Mazzolari attaccava a fondo la dottrina della guerra giusta e l'ideologia della vittoria,
il tutto in nome di un'opzione preferenziale per la "non violenza",
da sostenere con un forte «movimento di resistenza cristiana contro la guerra»
e per la giustizia,
vista come l'altra faccia della pace. Al fondo c'era
la nuova consapevolezza del significato dirompente della bomba
atomica, che aveva cambiato il campo razionale entro il quale il realismo
aveva potuto muoversi per giustificare l'extrema
ratio della guerra.
È solo verso la fine degli anni
cinquanta, negli ultimi mesi di vita, che don Primo Mazzolari cominciò a
ricevere le prime attestazioni di stima da parte delle alte gerarchie
ecclesiastiche. Nel novembre del 1957 l'arcivescovo di Milano Montini, futuro Papa
Paolo VI, lo chiama a predicare presso la propria diocesi, nel
febbraio del 1959
Papa Giovanni XXIII lo riceve in udienza
privata e lo saluta pubblicamente "Tromba dello Spirito Santo in terra
mantovana".Wikipedia.
Martedì 20 Giugno 2017
PAPA FRANCESCO
sarà a Bozzolo, in forma
privata,
per rendere omaggio a
don PRIMO MAZZOLARI
fondazionemazzolari.it
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