Comune Caorso Centrale nucleare. Scorie
Nell'ex centrale nucleare di
Caorso, dove circa 800 persone hanno avuto o avranno la possibilità di visitare
edificio reattore, sala comando e altre aree dell'impianto. Sabrina Romani,
direttrice della struttura, ha fatto il punto della situazione sulla
dismissione in corso e sui progetti in partenza. Parlando anche dell'atteso
deposito nazionale per le scorie radioattive che Sogin deve realizzare (si
presume entro il 2025). laprovinciacr.it.6.5.2017.
Non trova soluzione il problema
della sistemazione dei nostri rifiuti nucleari in un deposito
unico nazionale. Da decenni si trovano in depositi provvisori in varie località
del Paese, in condizioni non sempre di massima sicurezza. Se ne parla inutilmente
dalla fine degli anni Ottanta. Ed è ormai evidente che il governo una soluzione
non solo non la cerca, ma proprio non la vuole.
Perché il ministero dello
Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente affermano di non avere già
disponibile il Rapporto ambientale?
Semplice: se lo ammettessero
dovrebbero dare inizio all’ultima fase della Valutazione ambientale.
Scatterebbero allora i 180 giorni al termine dei quali dovrebbe essere
pubblicata la carta indicante tutte le aree dove potrebbe sorgere il deposito.
I cittadini e i sindaci di
quelle aree valuterebbero i pro e i contro dell’avere il deposito nel loro
territorio ed esprimerebbero una scelta.
Invece il potere politico fa di
tutto per procrastinare all’infinito la pubblicazione della Cnapi,
attaccandosi a questioni formali. Così il Paese non manderà mai alla Ue il
Programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi, con le gravi
conseguenze che ne derivano, oltre alla solita pessima figura di italiani
inconcludenti.
È necessaria una disgrazia
affinché la questione sia presa in considerazione da coloro che ne hanno la
responsabilità? Ricordiamo che nel 2015 su tutti i media assistemmo a una
costosissima campagna di comunicazione che avrebbe dovuto educare l’opinione
pubblica all’idea di un deposito.
In luglio i vertici della Sogin
furono completamente rinnovati e rapidamente conclusero i compiti di loro
pertinenza. Si rinnovò pure l’orientamento governativo sulla procedura: la
Cnapi sarebbe diventata il punto di arrivo della valutazione strategica
ambientale e finalmente pubblicata.
UN MODUS operandi razionale e
condivisibile. In realtà divenne l’ennesimo escamotage per rimandare. Infatti,
una procedura così complessa richiede tempi di attuazione di almeno sei mesi, a
cui si devono aggiungere le lungaggini causate da emendamenti, revisioni, riscontri,
ecc. in un bailamme che vede coinvolti, il ministero per l’Ambiente, quello
dello Sviluppo economico e il ministero dei Beni culturali.
UNA PLETORA di divisioni e un
esercito di funzionari. La condizione perfetta per rimpalli, rinvii, sospensioni.
Senza alcun regista del processo con l’onere di coordinare, l’impegno di
incalzare, l’obbligo di sanzionare le inadempienze, visto che neppure
l’autorità competente, l’Isin, è operativa.
Ci sono tutti gli ingredienti per
continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto e spendere i soldi
dei contribuenti nel rinnovare, ingrandire e aggiungere depositi che,
invece dovrebbero sparire tra otto anni. Per screditare l’Italia già incappata
circa un anno fa in una procedura d’infrazione per i ritardi accumulati nella
gestione delle scorie radioattive.Chi guadagna con questa strategia del
rimando? Sicuramente ci perdiamo noi.
L’ ESECUTIVO in carica preferisce
lasciare il grattacapo al suo successore. Con quali risultati? Che quando
la scadenza sarà troppo ravvicinata e i convogli carichi delle barre del
combustibile spedito all’estero per essere ricondizionato saranno alle
frontiere, toccherà prendere decisioni d’urgenza. E si sa, nell’urgenza,
tutto vale. Anche l’imposizione dall’alto, invece di una concertazione con la
popolazione come si è promesso da due anni.
L’Ottimista. Ma tanto le mandiamo
trattare in altri paesi ed il rischio è limitato. In questa maniera è possibile
pagare in bolletta il trattamento per le scorie per qualche altro decennio.
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