Partito Bonino-Tabacci
L'intesa Bonino-Tabacci ha fatto rumore e sollevato
interrogativi, cui tuttavia non è difficile dare risposta. Due in particolare.
Primo: la polemica ingaggiata dalla Bonino sulle firme risponde al vittimismo e
all'abilità teatrale dei Radicali? No. Intendiamoci: è ragionevole che le leggi
elettorali prescrivano la raccolta delle firme a sostegno delle liste quale
condizione per partecipare alla competizione. A dimostrazione di una qualche
base di consenso quale indizio di una loro rappresentatività. Ciò che
giustamente si contesta è la iniqua disparità di trattamento tra "chi è
dentro e chi è fuori". La furbata per la quale le sigle, spesso assai poco
rappresentative, che già stavano in parlamento ne sono esonerate, a differenza
di chi si presenta ex novo. Un vulnus al principio liberale che mal sopporta
barriere all'accesso di nuovi soggetti. Come nel mercato.
Ma ciò che soprattutto fa della intesa tra Bonino e il
Centro democratico un valore aggiunto è quello che Tabacci, nell'annunciarlo,
ha definito un servizio alla democrazia.
In genere, ma in ispecie per il centrosinistra. Ciò di cui
il centrosinistra ha grande bisogno, a differenza del centrodestra,
attrezzatissimo nella "cultura della coalizione". Inutile girarci
intorno: il PD, per responsabilità pregressa e manifesta di Renzi, non riesce a
mettere su qualcosa che somigli a una coalizione. Non so se la lista
Bonino-Tabacci farà l'accordo elettorale con il PD. Per la sua qualità e per
come è sortita la iniziativa congiunta Bonino- Tabacci essa è la sola in grado
di puntare per davvero alla soglia del 3%, di conseguirla di suo e di
assicurarsi così una rappresentanza parlamentare non affidata a una manciata di
collegi uninominali sicuri (?) graziosamente concessi dal PD. Che, in verità,
non ne dispone in abbondanza (eufemismo).
La corsa solitaria della lista Bonino-Tabacci è un rischio,
ma può essere anche un'opportunità, la prova di una iniziativa autonoma e di
una scommessa maiuscola che potrebbe essere premiata elettoralmente da chi, nel
centrosinistra, domanda una cosa nuova e autonoma dal PD. Perché prima della
differenza tra destra e sinistra (che esiste, intendiamoci) , sta la differenza
tra serietà e demagogia. huffingtonpost.it
Quando Bruno Tabacci è corso in soccorso di Emma Bonino,
prestando il simbolo di Centro democratico a +Europa — permettendole così di
non incappare nella raccolta firme per presentare la lista alle elezioni — già
l’accostamento ha destato stupore: la leader delle battaglie radicali con l’ex
democristiano, fondatore della formazione centrista.
LA bufala
Ex democristiani con radicali. Sicuramente non era prevedibile solo un mese fa.
LA bufala
Ex democristiani con radicali. Sicuramente non era prevedibile solo un mese fa.
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