Le elezioni sono alle porte:
il 4 marzo infatti non è lontano e i capitali stranieri nel dubbio di una
tornata elettorale che potrebbe scompaginare gli attuali equilibri
parlamentari, preferiscono in questo momento restare alla finestra e vendere
più che acquistare i buoni del Tesoro poliennali.
Inoltre, si nota ora le
banche oggi invece anche queste si configurano come venditori netti (stanno
sostanzialmente vendendo i titoli acquistati durante la crisi, con tanto di
margine, alla Bce).
Gli investitori si chiedono
però quello che potrà accadere non tanto dopo la tornata elettorale ma
soprattutto dopo che la Bce interromperà il piano di sostegno sui titoli di
Stato dell'Eurozona.
Ed è questo il motivo per cui
in questo momento a parte la Bce, gli investitori istituzionali stanno
alleggerendo il portafoglio di BTp.
Se non ci fossero quindi le
famiglie probabilmente i rendimenti attuali – che già vedono l'Italia
superata da Portogallo e Spagna e all'ultimo posto nell'Eurozona esclusa la
Grecia – sarebbero probabilmente più alti. Questo perché per i “mercati” pesa
molto di più avere un elevato debito pubblico che non detenere il corrispettivo
credito privato nei portafogli delle famiglie.
La bufala
i privati non comprano i debiti dello Stato forse perché pensano che sia più sicuro di altri soggetti che offrono investimenti che evidentemente vengono considerati meno sicuri
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