Gruppo di Visegrád. Immigrazione
Il Gruppo di Visegrád è stato costituito nel 1991 da
Polonia, Ungheria , Repubblica Ceca e Slovacchia. La costituzione del Gruppo ha
avuto come scopo primario quello di superare le reciproche diffidenze e
instaurare una stretta cooperazione politico-economica, volta a facilitare la
transizione dei paesi verso il libero mercato e la democrazia e ad ccelerarne
il processo di integrazione europea.
Nei primi anni Novanta il Gruppo ha avuto un ruolo di
rilievo nello sviluppo dei negoziati con l’Eu e la Nato. In seguito, tuttavia,
la cooperazione ha subito un rallentamento, anche a seguito dell’ammissione
nell’Eu di tutti e quattro i paesi, nel 2004. Recentemente la Polonia ha
tuttavia ripreso a promuovere la cooperazione nell’ambito del Gruppo,
proponendo una sorta di ‘cooperazione rafforzata’ nell’ambito della comune
appartenenza all’Eu.
Allo stato attuale i membri di Visegrád possono disporre di
58 voti al Consiglio dell’Unione Europea (quanti sono i voti di Francia e
Germania insieme) e nel 2011 la presidenza semestrale del Consiglio è stata
prima ungherese e poi polacca.
Le priorità, come indicate anche nella Dichiarazione di
Bratislava del febbraio 2011 in occasione del ventesimo anniversario del
Gruppo, sono la competitività economica, l’attrazione di investimenti, la
sicurezza energetica, la politica di vicinato con i paesi dell’Europa dell’Est
e dei Balcani, i rapporti euro-atlantici e il rapporto con la Nato.
Salvini ha fatto bene a cercare la sponda con i paesi di
Visegrad per poter difendere la nuova politica italiana sul piano
dell’immigrazione perché, pur avendo essi, in proposito, la stessa posizione
della Francia, essi sono anche intenzionati ad aprire il fuoco della polemica e
della resistenza contro la prassi franco-tedesca che si propone, nei fatti, di
sottovalutare ufficialmente il problema, salvo poi cercare di scaricarlo sulle
loro spalle.
Infatti, se i paesi di Visegrad non si fossero opposti alla
rotta immigratoria balcanica che, nel settembre del 2015, li voleva far
attraversare dai migranti per arrivare alla Germania (e quelli che arrivarono
furono un milione e 400 mila in soli quattro mesi, tra l’altro in un crescendo
esponenziale) quando la Germania avesse chiuso le sue frontiere (e non poteva
che avvenire) essi sarebbero stati costretti a tenersi gli immigrati che erano
entrati nei loro paesi senza poi poter approdare in Germania solo perché si
erano trovati davanti alle strade tedesche transennate. startmag.it
La bufala
La Francia e la Germania sono dei paesi accoglienti e
solidali?
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