venerdì 2 novembre 2018

cronache di alluvioni dal fiume Paglia

Poi, quando si è cominciato a dire che le attività estrattive, qui ma soprattutto altrove, avevano esagerato, e probabilmente era vero, è stato vietato di estrarre ghiaia dal letto dei fiumi. Da 25 anni ormai, grazie alla famosa legge Galasso, chi vuole cavare la ghiaia deve affittare un terreno a più di 150 metri dal letto del fiume, eliminare la terra, rimuovere tutta la ghiaia che riesce a trovare al di sotto, e richiudere con nuova terra. Il risultato paradossale è che, mentre il letto dei fiumi si innalza di metri perché nessuno provvede a rimuovere il materiale alluvionale, i livello dei terreni intorno si abbassa (è praticamente impossibile ripristinare le quote di livello originarie dopo l’estrazione) e gli stessi terreni drenano molto meno (laddove c’erano metri di ghiaia sotto un metro e mezzo di terra, oggi c’è solo terra di riporto). E quindi sono ormai anni che da mio cugino l’acqua arriva a casa quasi tutti gli anni, interi campi devono essere bonificati dai sassi, ettari ed ettari devono essere riseminati, strade rurali e fossi tracciati daccapo, quando i danni non interessano anche bestiame e fabbricati, senza contare la perdita di valore delle proprietà.
Basterebbe un po’ di buon senso per capire che è stata fatta una stupidaggine, e bella grossa. In passato delle attività private provvedevano, per “biechi” interessi di profitto individuale, alla tutela e alla salvaguardia del territorio molto meglio di quanto non siano riuscite a fare, negli anni successivi, tutte le autorità pubbliche preposte. C’era un equilibrio umano, nel senso che era frutto delle attività umane che si erano sviluppate in libertà . Se qualcuno esagerava, sarebbe bastato sanzionarlo (non sembra che in realtà oggi l’attività estrattiva sui terreni limitrofi al letto dei fiumi sia sottoposta a controlli molto efficaci).
Per rendersi conto del perché oggi sia molto difficile tornare indietro, basta dare un occhiata alla legge 183 del 1989 (PDF) e successive modificazioni, ovvero le norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo. A un generico e indefinito elenco di finalità che occupa 2 pagine su 17 (è un florilegio di espressioni come attività conoscitiva, pianificazione, programmazione, disciplina, contenimento, regolamentazione, gestione integrata, e così via) segue un ben più preciso elenco di nuove autorità pubbliche (e vecchie a cui vengono attribuite nuove funzioni) che vengono istituite e accuratamente finanziate (in questo caso le pagine sono 15 su 17): si parte dal Comitato dei Ministri per i Servizi Tecnici Nazionali, istituito con funzioni di “alta vigilanza” (dall’alto si vede più lontano, forse). Segue il Comitato Nazionale per la Difesa del Suolo, i Ministeri dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente, la Direzione Generale per la Difesa del Suolo, i Servizi Tecnici Nazionali, il Consiglio dei Direttori, il Genio Civile, la Conferenza Stato-Regioni, le Regioni, le Autorità di Bacino, i Comitati Tecnici di Bacino, i Comuni, le Province, i Consorzi di Bonifica, le Comunità Montane, i Consorzi di Bacino Imbrifero Montano, i Consorzi Obbligatori dei Servizi Pubblici di Acquedotto, Fognatura, Collettamento, e Depurazione delle Acque Usate, e chissà cos’altro.
Tutto questo popò di carrozzoni e carrozzine (a cui vanno aggiunti anche, per le emergenze, la Polizia Provinciale, la Polizia Idraulica, il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco e la Protezione civile) non sono riusciti a fare, sul letto del fiume Paglia, quello che in passato facevano due dico due piccoli impianti per l’estrazione della breccia di fiume. Intanto continua a piovere…leoniblog.it


LA bufala
la complicazione serve a creare enti ma non a risolvere i problemi

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