domenica 27 gennaio 2019

Unione Europa Turchia tre milioni e settecentomila rifugiati

È passata una settimana dal vertice con cui l'Unione Europa ha rinnovato il proprio sostegno alla Turchia, «partner strategico» per la gestione dei rifugiati. E già riesplodono le contraddizioni sottese all'accordo, avviato a marzo del 2016. Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha parlato «di un dialogo franco e aperto» con Ankara, necessario «per trovare soluzioni a ciò che ci divide». In attesa delle soluzioni, altri tre miliardi sono stati inviati oltre il Bosforo. Facendo arrivare così a sei i miliardi promessi per fermare entro i confini turchi l'esodo dei profughi siriani.

Su come siano stati utilizzati i primi miliardi, però, una nuova inchiesta dei giornalisti di “The Black Sea” in collaborazione con L'Espresso e il consorzio investigativo EIC, solleva nuovi dubbi: dalle pressioni subite dalle Ong internazionali alla mancanza di trasparenza, alla valutazione degli interventi. Fino ai dissidi interni allo stesso comitato direttivo di Bruxelles, i cui verbali vengono pubblicati qui per la prima volta.

La nuova denuncia arriva in un momento sempre più teso, e imbarazzante, per il patto caro agli Stati europei. Il presidente turco Tayyp Erdogan è arrivato infatti ad augurare terrore a Parigi - «spero che la Francia non chieda il nostro aiuto quando i terroristi troveranno rifugio sul suo territorio», ha detto – dopo una dichiarazione francese sulla necessità di mediazione con i curdi. Ovvero con quelle truppe dell'Ypg, alleate dell'Occidente in prima fila nella lotta contro lo Stato Islamico, a cui Erdogan ha dichiarato guerra. Iniziando dal massacro di Afrin, per continuare nelle zone liberate dai curdi.

Nelle zone che sta conquistando, Ankara sostiene di voler portare quegli stessi siriani che l'Europa la aiuta ad accogliere.

Oggi la Turchia ospita tre milioni e settecentomila persone,


fra bimbi nati nelle strutture d'accoglienza e famiglie siriane fuggite dal conflitto. È per aiutare il governo turco nella gestione di questo popolo sradicato, fermando l'esodo verso le nazioni europee, che nel marzo del 2016 i paesi Ue hanno deciso il pacchetto d'aiuti. Fra i canali di finanziamento sono finite anche forniture militari. Ma non è il solo aspetto problematico della relazione fra Bruxelles e Ankara sui profughi..http://m.espresso.repubblica.it/i 2018.4.4
La bufala
Sarei curioso di sapere se qualche europarlamentare è andato a verificare le condizioni in cui sono trattati

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