venerdì 8 febbraio 2019

Paolo Costadel governo di Romano Prodi, nel 1997-98, responsabile politico delle privatizzazioni

Paolo Costa, già sindaco del capoluogo veneto, ex ministro dei lavori pubblici nel governo Prodi, commissario sul Dal Molin. Uno non fa in tempo a distrarsi un attimo che ti rifà capolino da una poltrona, ed eccolo infatti comparire nel caso del ponte di Genova: è lui, l’inossidabile storico esponente del centrosinistra veneto, a presiedere la Spea Engineering, la società controllata dal gruppo Autostrade-Atlantia addetta alla manutenzione e sorveglianza. L’altro ieri la Guardia di Finanza ha messo gli occhi sui rapporti trimestrali inviati al Ministero delle Infrastrutture. Costa, non indagato, sembra quasi ostentare indifferenza.


Quando faceva parte del governo di Romano Prodi, nel 1997-98, Costa fu assieme al ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, il responsabile politico delle privatizzazioni, con la direttiva che porta il nome di entrambi. Nel 2011, è chiamato da Autostrade, cioè dai Benetton, alla presidenza di Spea. Costa ha iniziato a lavorare per Spea 14 anni dopo il mandato governativo. Non vorrei sembrare presuntuoso ma credo che mi abbiano scelto per la professionalità».

Ma il top lo raggiunge, il presidente di Spea (azienda sotto indagine per il crollo di un altro ponte sull’A14 in cui persero la vita due persone nel marzo 2017) allorchè mette in chiaro, che il ponte di Genova «era sorvegliatissimo: i protocolli sono stati sempre rispettati.
Si facevano dei rapporti trimestrali e non sono mai emerse situazioni di pericolo. È successo qualcosa di totalmente imprevedibile».
Come mai fra i documenti girati da Autostrade ai tecnici del Provveditorato Liguria a fine 2017 mancava la relazione del 1981 (del 1981!) in cui il progettista Riccardo Morandi segnalava di già rischi di corrosione del cemento? www.vvox.it

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