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La scarsa incisività del
decreto sul fronte dell'apporto che può dare al Pil si deduce anche dalla
natura delle norme stesse. le norme contenute nel decreto crescita prevedono innanzitutto pochissime risorse che
possono essere spese nell'immediato. Pochi soldi freschi per dirla in maniera
secca. Ci sono 600 milioni a disposizione dei Comuni per strade, lampioni e
scuole, e 200 milioni per il Fondo di garanzia per la prima casa. Aggiungendo
altri 300 milioni per rendere più attrattive le cosiddette zone economiche
speciali presenti nel Mezzogiorno, la lista dei soldi a disposizione termina
qui.
Le tre macro-aree in cui è suddiviso il
provvedimento sono
Nel primo comparto decreto crescita misure fiscali” per la crescita figurano misure generiche e da cui
è difficile dedurre appunto l'impatto che possono avere sulla crescita. Si va
dagli incentivi per il rientro dei "cervelli" dall'estero a quelli
per rafforzare l'utilizzo delle piattaforme digitali per la compravendita di
beni. Ci sono norme per incentivare le aggregazioni tra le imprese e anche lo
"snellimento della procedura per la determinazione dell'entità del
beneficio fiscale derivante da investimenti in innovazione in beni
immateriali". Sono norme che puntano a semplificare, agevolare processi
ingarbugliati, ma non è detto che una volta sciolti questi stessi processi
portino a un risultato certo sul fronte della capacità produttiva che sono in
grado di generare. Eccezioni - tra l'altro indicate nella bozza del decreto
come nodi politici da risolvere - sono il ritorno del super-ammortamento,
voluto dall'allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda con il
governo Gentiloni: nella manovra era stato cancellato, ora è ripristinato anche
se solo per nove mesi. C'è la revisione della mini-Ires, ma gli effetti sulla
crescita sono vincolati ancora alla scelta che alla fine prevarrà perché al
momento si parla di tre ipotesi, che conducono a tre effetti differenti:
favorire la patrimonializzazione delle imprese, ridurre la pressione fiscale o
favorire gli investimenti in beni strumentali. Per il resto c'è una serie di
agevolazioni, come quelle date agli operatori dell'edilizia che potranno
aumentare il volume dei palazzi da ristrutturare. .huffingtonpost.it
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