martedì 19 marzo 2019

prostata prostatectomia radicale robotica

La prostata può essere operata con la più alta tecnologia: il laser e il robot sono gli alleati vincenti per farlo. Nelle Marche queste due avanguardie di chirurgia urologica robotica e mini-invasiva sono all’Unità Operativa di Urologia di Villa Igea ad Ancona, clinica recentemente entrate a far parte del Gruppo Policlinico di Abano Terme.
I dispositivi che caratterizzano gli interventi chirurgici sono Il Robot Da Vinci Si HD e il Laser ad Holmio 120 Watt. Per saperne di più sugli interventi e sui benefici degli stessi risponde alle curiosità il dr. Angelo Cafarelli, esperto in chirurgia robotica, laser e mininvasiva, nonché primario dell’Unità Operativa di Urologia della clinica del capoluogo di regione.
Quali sono i vantaggi della chirurgia robotica rispetto la chirurgia tradizionale? “Visione migliorata, ad alta definizione con ingrandimento di dieci volte e tridimensionale; eliminazione del tremore della mano umana. Le minime incisioni permettono di ritornare più rapidamente alla quotidianità; ridurre la degenza ospedaliera; minimizzare i rischi di incontinenza, impotenza e perdita di sangue con conseguente riduzione delle trasfusioni.Limitato,  o assente, utilizzo di antidolorifici dopo la dimissione ospedaliera”.
In cosa consiste l’intervento di prostatectomia radicale robotica? “L’intervento, della durata di 90-120 minuti, consiste nell’asportazione della prostata con l’impiego del sistema robotico Da Vinci. L’intervento viene eseguito in anestesia generale. Attraverso sei piccole incisioni inferiori ad 1 cm vengono inseriti in addome dei trocars, cioè delle piccole cannule che rappresentano la porta di accesso per telecamera e strumenti chirurgici. Se oncologicamente necessario si rimuovono i linfonodi pelvici (linfoadenectomia). La tecnica robotica si presta ad essere utilizzata con successo anche in pazienti con tumore della prostata avanzato. Successivamente si procede all’isolamento e rimozione della prostata. Nella parte finale dell’intervento, si procede alla ricongiunzione tra uretra e vescica, attraverso una innovativa sutura. Si posiziona poi il catetere vescicale, rimosso solitamente dopo tre giorni”.corrierenews.it

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