I titoli di Stato italiani, che hanno rendimenti ben più
elevati di tutti gli altri in Europa tranne quelli greci, sono diventati
improvvisamente appetibili.
Questo ha fatto salire i loro prezzi e scendere i
rendimenti: il 4 luglio in giornata i BTp decennali hanno infatti raggiunto un
minimo di 1,57% (oltre un punto percentuale in meno rispetto al 31 maggio),
mentre ieri hanno chiuso a 1,78% con uno spread sui Bund a 215 punti base. Bene
inteso: l'Italia resta tutt'ora lontana dai rendimenti pagati da Spagna (0,44%
sul decennale), Portogallo (0,50%) e Irlanda (0,12%). Inoltre le tensioni, in
vista della manovra d'autunno, potrebbero tornare.
Ma ora, almeno, sul mercato il Paese vive in uno stato di
grazia. Che il Tesoro non vuole sprecare. Così lunedì ha annunciato la riapertura
del BTp a 50 anni: attualmente il titolo ha un importo di 6,6 miliardi già sul
mercato, ma - data la domanda che le banche stanno registrando anche
dall'estero - l'ammontare potrebbe essere aumentato anche più di 2 miliardi.
Con un rendimento che ieri era tornato in linea con quello dell'emissione del
2016, poco sopra al 2,80%. Questo consentirà al Tesoro, insieme ai BTp a 3 e 7
anni che saranno emessi l'11 luglio, di mettere ulteriore fieno in cascina per
l'anno: attualmente ha già raggiunto circa il 60% delle emissioni di titoli di
Stato a medio-lungo termine previste per l'intero 2019.ilsole24ore.com
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