capitolo dei ministri.
Zingaretti, dopo aver parlato
parlato più volte di “discontinuità” al governo e aver sbarrato la strada a
un Conte bis, ha detto al Messaggero di non aver “alcun veto su Di
Maio al governo. Ma non si potrà far scendere in campo la stessa squadra
che ha perso già una partita”. Insomma: porte aperte all’attuale vicepremier,
magari con un cambio di dicastero. E questo ragionamento riguarderebbe anche i
ministri del governo Conte a lui più vicini, cioè il guardasigilli Alfonso
Bonafede e il titolare delle Riforme Riccardo Fraccaro.
Parallelamente, però, entrerebbero al governo nomi che a prima vista
sembrerebbero indigeribili per un pezzo di Cinquestelle, come l’ex ministro
dell’Economia Piercarlo Padoan, Dario Franceschini e Graziano
Delrio. In quest’ultimo caso Zingaretti potrebbe così “conquistare” (nella
partita interna al partito) almeno il posto capogruppo alla Camera, attualmente
ricoperto proprio dall’ex sindaco di Reggio Emilia, scettico e autonomo ma pur
sempre renziano. E poi ovviamente ci sarebbero i posti da ministri da concedere
all’ex sindaco di Firenze. Che avrebbe già avanzato una rosa di nomi di
renziani per il governo: Ettore Rosato, Luigi Marattin, Tommaso
Nannicini, Lorenzo Guerini. ilfattoquotidiano.it
per fortuna ci affidiamo a persone già sperimentate?
per accontentare tutti non c'è che un modo: aumentare il numero.
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