mercoledì 16 ottobre 2019

l'accordo Turchia e'Ue sui migranti


Firmato il 18 marzo 2016 l'accordo tra la Turchia e l'Ue prevede che tutti i migranti fermati sulla rotta verso i confini dell'Unione Europea vengano riportati in Turchia e per ogni siriano di ritorno in Turchia dalle isole greche, un altro, il cui nome è inserito in una lista d'attesa, ottenga i documenti necessari a un trasloco in Europa.
Meccanismo che ha funzionato fino a un certo punto, permettendo fino ad ora il trasferimento in Europa di appena 12.489, dei 3.670.000 siriani. Principale ostacolo è la lentezza della burocrazia greca, che ha permesso il rientro verso Ankara di appena 1.546 siriani nel biennio 2016-2018, cui vanno aggiunti altri 600 rimpatriati in virtù degli accordi tra i due governi.
Dei 12.489 giunti in Europa ben 4.313 sono stati trasferiti in Germania, in Olanda, in Francia e in Finlandia. Ungheria, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca e Danimarca si sono rifiutate di accogliere migranti siriani.
L'accordo prevede inoltre che l'Ue versi nelle casse turche 6 miliardi di euro sulla base di una formula 3+3. Soldi da destinare a progetti di integrazione e di accoglienza, fino ad ora soprattutto spesi nel campo della sanità e dell'istruzione.
L'Unione Europea, oltre al sostegno finanziario, si è impegnata ad accelerare il processo di integrazione europea della Turchia, ma soprattutto ha promesso l'abolizione dei visti per i cittadini turchi che vogliano varcare i confini dell'Unione.
La Turchia, che nel 2018 ha fermato circa 268 mila migranti sulla via del'Europa e più di 170 mila nel 2019, è insoddisfatta del riscontro ottenuto dall'Europa e minaccia di aprire le frontiere con Grecia e Bulgaria se l'accordo non sarà rinegoziato.Agi.it 1.9.2019

LA bufala
Oltre ai profughi siriani ci saranno anche nuovi lavoratori turchi divenuti cittadini europei ad entrare in Europa: una pacifica invasione dell’appetitoso welfare europeo. Chi ha controllato l’effettuazione dei progetti turchi di integrazione?

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