L’Ue ha infatti rinviato ancora una volta la
direttiva anti-evasione che obbligherebbe le multinazionali a rendere pubblici
i propri dati contabili e fiscali, ovvero quante tasse pagano in ogni Paese Ue
Tristemente, non è possibile raggiungere un
approccio generale oggi, ma la presidenza finlandese dell’Ue resta impegnata a
lavorare ancora sul dossier”, ha detto il ministro finlandese del Lavoro, Timo
Harakka, durante il Transparency International parlando di “oltraggio” da parte
degli Stati che per oltre 18 mesi non hanno fatto alcun progresso. “Ovunque in
Ue il pubblico è scontento delle multinazionali, come Starbucks e Amazon, che
nascondono le tasse che pagano nei Paesi dove operano”, ha commentato Elena
Gaita di Transparency. Tra i 28 ministri restano ancora tante le divisioni sul
testo discusso. Tra i favorevoli Francia, Italia, Olanda, Belgio, e Spagna.
Contrari alcuni soliti noti che si oppongono a ogni decisione in materia di
fisco cioè Irlanda, Malta, Lussemburgo, Cipro, a cui si uniscono stavolta anche
Svezia e Austria. La Germania si è astenuta.
Il testo della direttiva sul
‘Country by Country reporting‘ – scrive Il Fatto – è stato presentato dalla Commissione
nel 2016, insieme al pacchetto di regole più stringenti per contrastare la
pianificazione fiscale aggressiva delle multinazionali dopo gli scandali
LuxLeaks e Panama Papers. https://www.ilparagone.it/
Nessun commento:
Posta un commento