MES presenza due terzi dei membri, in rappresentanza due
terzi del capitale
La riforma del Fondo salva-stati europeo o anche Meccanismo
Europeo di Stabilità (MES) non sarà né indolore e né privo di costi per
l’Italia.
questa riforma consegnerebbe quasi esclusivamente a Germania
e Francia poteri decisionali, mentre a pagare sarebbero tutti i
membri-azionisti dell’ente, Italia compresa.
Tutte le decisioni vanno adottate all’unanimità, anche
quando si tratta di votare sul se e come aiutare uno stato richiedente. In
teoria, questo ci rassicurerebbe sulle condizioni che verrebbero poste in fase
di sottoscrizione del memorandum d’intesa. Nella pratica, le cose stanno
diversamente, perché per adottare una qualsiasi decisione è necessaria la presenza di almeno i due terzi dei membri, in
rappresentanza di almeno i due terzi del capitale.Quest’ultimo è
sottoscritto dagli stati membri sulla base delle proprie dimensioni economiche,
così come accade per la BCE. Dunque, il voto non è capitario, ma funziona come
in una società per azioni, cioè sulla base del capitale rappresentato. Per
questo motivo, alla Germania spetta il 27%, alla Francia il 20%, all’Italia il
17%, etc. Poiché serve almeno l’80% del consenso per la nomina del direttore
generale (attualmente è il tedesco Klaus Regling), del presidente del Consiglio
dei governatori e per l’approvazione dello Statuto del MES, nei fatti la
Germania e la Francia da sole avrebbero diritto di veto. Ciascuno dei due
paesi, infatti, votando contro bloccherebbe le nomine e lo Statuto.Quanto alle
decisioni d’urgenza, per le quali servirebbe l’85% del capitale, anche l’Italia
avrebbe un diritto di veto, visto che senza il suo 17%, tutti gli altri
arriverebbero al massimo all’83%. Infine, sommando Germania e Francia si
arriverebbe al 47%, percentuale più che sufficiente invalidare una votazione e
anche solo per impedire il raggiungimento del quorum. investire oggi.it
Non si capisce perché nessuno spiega il meccanismo MES mentre
la stampa specializzata lo fa su internet?
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