i genitori lavoratori di oggi passano con i figli lo stesso
tempo delle madri casalinghe degli anni Settanta. Cambia anche il modo di
stare con i bambini: si legge con loro, li si accompagna alle loro mille
attività, si partecipa alle loro recite e giochi, si guarda persino la
televisione insieme, si condividono i compiti.
Ma cosa spinge i genitori a dedicarsi così affannosamente ai
propri figli, investendo grandi quantità di tempo e denaro? Gli scienziati
sociali non hanno dubbi: la motivazione è l’ansia economica, il terrore che i
propri figli avranno una vita meno prosperosa o finiscano in una classe sociale
inferiore. Di qui il modello di genitorialità intensivo e “ansiogeno che
risponde in pieno alla concezione capitalistica dell’individuo imprenditore di sé
stesso. In questa logica, i figli non sono un’apertura al futuro, al rischio,
all’imprevisto, al diverso da sé, ma piuttosto una componente centrale di un
progetto di vita pensato come investimento imprenditoriale.ilfattoquotidiano
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