Posso assumere un parente come colf?
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro domestico, ad
esempio come colf o badante, esiste la possibilità di stipulare contratti di
lavoro tra familiari in due ipotesi:
se il familiare datore di lavoro non è autosufficiente;
se il familiare non è convivente e si può dimostrare
l’onerosità della prestazione e la subordinazione del lavoratore. Per quanto
riguarda marito e moglie, in particolare, è possibile però instaurare un
contratto di lavoro domestico solo se il coniuge datore di lavoro fruisce
dell’indennità di accompagnamento e si tratta di:
invalido di guerra civile o militare,
invalido del lavoro, che fruisce dell’indennità di
accompagnamento prevista dalle disposizioni che regolano la materia;
mutilato o invalido civile che fruisce degli appositi
sussidi;
cieco civile.
Per quanto riguarda gli altri familiari entro il
terzo grado, invece, è possibile costituire un contratto di lavoro domestico,
autocertificando i requisiti per la sua validità attraverso la dichiarazione di
responsabilità presente nella denuncia di rapporto di lavoro domestico.
Se l’Inps sospetta degli abusi, può convocare gli
interessati perché provino:
la corresponsione di una retribuzione per il lavoro svolto
(ad esempio con buste paga, bonifici, etc.);
a subordinazione, indispensabile perché si realizzi un
rapporto di lavoro dipendente.”
Prova rigorosa del rapporto di lavoro
In quali casi si può dimostrare che il rapporto di lavoro
tra parenti è subordinato? Questo è possibile solamente in presenza di
determinati indici di subordinazione:
onerosità della prestazione e corresponsione di un compenso
a cadenze fisse;
presenza costante presso il luogo di lavoro previsto dal
contratto;
osservanza di un orario di lavoro (il titolare si avvale
dell’attività del familiare con continuità e programmazione).
Se la presenza di questi elementi è provata (attraverso, ad
esempio, la presentazione di buste paga, giornaliere, etc.), il lavoro
subordinato è valido a tutti gli effetti, a prescindere dal vincolo di
parentela.
Assunzione illegittima del parente: le conseguenze
Che cosa succede se il rapporto di lavoro subordinato tra
parenti viene disconosciuto?
Ai fini fiscali, i costi relativi alla prestazione
subordinata sono indeducibili dai redditi.
Ai fini previdenziali, l’Inps considera il versamento di
contributi come indebito, avvenuto in carenza di presupposto assicurativo: in
pratica, i contributi sono considerati come versati per un’attività
inesistente, e sono annullabili senza limiti di tempo, poiché manca
il presupposto dell’assicurazione.
I versamenti non dovuti sono rimborsabili, ma soggetti
all’ordinaria prescrizione di10 anni. Se, però, viene accertato anche il dolo
del contribuente, la contribuzione indebitamente versata non viene restituita. la
legge per tutti
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