martedì 26 marzo 2019

INTELLETTUALI e BATTISTI

Parlano spessissimo per nulla, come quando ci fu da difendere Cesare Battisti e invece era più dignitoso il silenzio. E stanno zitti quando la decenza culturale imporrebbe un mea culpa, almeno formale, per aver firmato a favore di un terrorista, assassino, latitante.
Quando Battisti era libero, protetto da governi stranieri e sotto contratto di editori come Gallimard, i nostri intellettuali se lo coccolavano. Ora che è stato arrestato con in tasca 10 bolivianos (1,4 dollari) e con l'odore dell'alcol addosso, sono stranamente silenziosi. Non hanno capito nulla allora. Ancor ameno oggi.
Oltralpe, per anni, filosofi a là Bernard Henry Levy, bestselleristi come Daniel Pennac e la giallista Fred Vargas (da noi pubblicata in grande spolvero da Einaudi) hanno dato lezione su come offrire protezione culturale e mediatica a Cesare Battisti. E gli intellos nostrani, che da sempre subiscono il fascino dei cattivi maestri, andarono a ruota nel protestarne l'innocenza.
Oreste Scalzone, che dal 1981 al 2007 ha vissuto in Francia sotto la protezione della dottrina Mitterrand, e quindi conosce bene la materia, al suo rientro in Italia organizzò persino concerti per supportare gli amici brigatisti Marina Petrella, Paolo Persichetti e Cesare Battisti. Tutti e quattro loro e Scalzone non a caso scrittori. Qualifica che non garantisce la ricchezza, ma l'intoccabilità sì. In Italia, poi...
Ecco, gli scrittori italiani. Nel febbraio 2004 la rivista online Carmilla, fondata da Valerio Evangelisti con Giuseppe Genna e Wu Ming 1, lanciò un appello nel quale si definiva l'arresto di Cesare Battisti «uno scandalo giuridico e umano», chiedendo che fosse «liberato immediatamente». 
In una settimana firmarono in 1.500. Tra i quali la nostra migliore intellighenzia: Pino Cacucci, Tiziano Scarpa, Massimo Carlotto, Nanni Balestrini, il filosofo Giorgio Agamben, Antonio Moresco, Marco Mueller (pentito) e un allora giovanissimo e sconosciuto Roberto Saviano, che prima aderì e poi, anni dopo, già famoso, ritirò la firma. Ieri sono stati tutti zitti. 
A parte lo scrittore Christian Raimo, che ha rincarato con un post: «Ho firmato quell'appello. Ho lavorato insieme ai parenti di quelle che sarebbero le vittime di Cesare Battisti, ascoltato il loro dolore. Ho letto alcuni romanzi di Cesare Battisti e non mi sono mai piaciuti. Non ho mai festeggiato per la galera a qualcuno. Per me l'ergastolo andrebbe abolito, per me andrebbero abolite le galere».
Nel gruppo c'era anche la firma di Repubblica, conduttrice di Fahrenheit su Rai Radio3 e consulente del Salone del Libro di Torino, Loredana Lipperini. Speriamo che domani in radio ne parli.
LIPPERINI - "Fin qui ho taciuto, però adesso mi sembra che si stia passando la misura. Ho firmato un appello quattordici anni fa - scrive su Facebook la giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica Loredana Lipperini - insieme a una folla di colleghi illustri (cercatevi le firme, basta un clic). In quell'appello si sosteneva 'E' bene ricordare che a Cesare Battisti fu concesso asilo politico solo dopo che un magistrato francese ebbe vagliato le 'prove a suo carico', e le ebbe giudicate contraddittorie e 'degne di una giustizia militare'".
"A Battisti - ricorda Lipperini - erano stati addossati tutti gli omicidi commessi da un’organizzazione clandestina a cui era appartenuto negli anni ’70, anche quando circostanze di fatto e temporali escludevano una sua partecipazione. Questo è quello che ho sottoscritto, perché continuo a credere in una giustizia che non sia vendetta, questo è. Che arrivino vecchi sbavanti delle vecchie destre a urlare sui social, ci sta. Ma che arrivino pure scrittori frustrati in quanto non considerati dal mondo cattivo, a unirsi al coro, è, perdonate, nauseante", conclude Lipperini.adnkronos.com
E i Wu Ming, sempre così presenti nel dibbbatito politico italiano sui sociali, cosa ne pensano dell'arresto? Così, per sapere #facciamorete
Valerio Evangelisti ancora nel 2001, irridendo chi chiedeva l'estradizione di Battisti, scriveva su Facebook: «Tieni duro, Cesare. Con quella gente ci spazziamo il posteriore. Ti tireremo fuori. Solidarity forever!». Quando si dice avere la faccia come...
Solidarity forever da Emma Bonino, una famosa cantante pasionaria da Sanremo (che forse lo scambiò per Lucio Battisti) e da Erri De Luca, per il quale Battisti è un perseguitato: «Volendo acciuffare a tutti costi questi ex antichi prigionieri, lo Stato non fa che pretendere di cantar vittoria su vinti di molti anni fa», disse a una trasmissione radiofonica nel 2004. Oggi, tace.
Almeno Vauro, il vignettista del Fatto quotidiano, ieri ci ha messo (in parte) la faccia: «Mi assumo la responsabilità politica e morale della mia firma. In realtà fu una persona, della quale non farò il nome, ad apporla per me, dando per scontata una mia adesione. Avrei dovuto ritirarla al tempo e non lo feci per colpevole superficialità e malinteso senso di amicizia».m.ilgiornale.it/

da circa due anni che sto dando lo stesso esame

Egregio direttore è da circa due anni che sto dando lo stesso esame: è l'ultimo per laurearmi all'Università di Milano; ho paura fin di dire quale faciltà si tratta.
La didattica è eccezionale: Infatti il professore continua a bocciare un numero sempre più esagerato di allievi impedendogli di laurearsi; una didattica eccezionale bocciare gli allievi perché la bravura nell'insegnare è troppo elevata per noi; sarebbe meglio andasse ad insegnare in America in qualche università dove può trovare degli studenti più prestigiosi.
Peccato che queste cronache quotidiane di un insegnamento universitario non vengono riportate. Non Vengono riportati i tassi di abbandono e i numeri delle lauree in relazione gli iscritti. Questa sì che sarebbe un'informazione interessante più che la ricerca degli alloggi , almeno mi sarei iscritta ad un'altra facoltà e ci avrei guadagnato in salute.
distinti saluti 
Cesare Fedeli


La bufala
se fossi il rettore mi vergognerei di un simile pseudo docente

lunedì 25 marzo 2019

Italia accordi con la Cina

La Lega non voleva gli accordi con la Cina, invece il governo ha firmato intese per 2 miliardi e mezzo di euro, con potenziali 20 miliardi di introiti per le imprese italiane". Lo ha detto il sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano. L'esponente pentestellato ha affermato: "Macron non fa bene ad avere un incontro a tre, perché il formato Macron-Merkel-Juncker non esiste in nessuna logica europea. Esiste un formato dei 27 paesi." L'Italia, firmando da sola gli accordi con la Cina, si è messa fuori dalla logica europea?  "Non è così. Politicamente ogni paese è libero di fare quello che vuole, ma quanto alle politiche commerciali abbiamo firmato accordi in linea con quelle europee, perché altrimenti non li avremmo neppure potuti firmare. Poi il formato Merkel-Juncker e Macron ditemi che formato è?" ha replicato.
http://www.radio24.ilsole24ore.com

Elezioni Basilicata

Elezioni Basilicata, i dati definitivi delle sezioni scrutinate e i consiglieri regionali: la Lega ne prende più di tutti
A capo della coalizione di centrodestra, Bardi ottiene 124.716 voti il 42,20%i; il candidato governatore del centrosinistra Trerotola prende 97.866 voti, il 33,11%; il M5S con Mattia prende 60.070 voti, il 20,32%; Tramutoli, con Basilicata possibile 12.912 voti, il 4,37%
Al centrodestra vanno 12 consiglieri regionali: 6 alla Lega di Salvini, 3 Forza Italia, uno a testa Fratelli d'Italia, Un'altra Basilicata e Basilicata positiva di Bardi. Il centrosinistra conquista 4 consiglieri: 2 per "Avanti Basilicata" di Pittella, 2 del PD; nessun rappresentante per le liste di Speranza, Lacorazza e dei socialisti. I 5 Stelle prendono 3 consiglieri regionali.
ilmattinodifoggia.it

trentanni fa Zaffanella guida il comune a salvare teatro-ponchielli. anniversario-dimenticato

https://www.cremonaoggi.it/2016/09/28/
Il 30 settembre 1986, esattamente trent’anni fa, è una data storica per Cremona. 
Un momento importante che andrebbe ricordato con emozione e gratitudine verso i promotori dell’operazione che hanno salvato il nostro teatro e che invece sta passando sotto silenzio. 
In quella data infatti il teatro Ponchielli passava dai privati al Comune dietro un corrispettivo di due miliardi di lire. Un’operazione straordinaria, voluta dal sindaco Renzo Zaffanella, che ha permesso di salvare lo storico teatro che rischiava, come altre realtà teatrali anche lombarde, di chiudere i battenti. L’ente pubblico prendeva così in carico la gestione artistica e organizzativa del teatro e tutte le gigantesche spese per la messa a norma del teatro, il suo restauro e l’adeguamento tecnologico.
Il 29 maggio 1985 il presidente del condominio del teatro Mario Negrotti si dimise insieme a tutto il consiglio e venne nominato un commissario straordinario, Gianfranco Carutti. Grazie alla lungimiranza di Renzo Zaffanella, la trattativa ebbe inizio. 
Il 18 ottobre 1985 il consiglio comunale approvò la delibera di Giunta con cui si dava inizio alla trattativa con i 68 palchettisti.

La bufala
non se ne parla perché le azioni di un grande sindaco possono dare fastidio agli altri che gli sono succeduti