lunedì 4 giugno 2012

L'affare 38-45


Capitolo 38. L’appetito vien mangiando.                                       

L’ascesa di Politicante nell’empireo del potere non ha più limiti.
La macchina che ha messo in moto ha un unico grande difetto: il costo elevato.
E’ un motore che ha bisogno di sempre maggiori risorse perché gli appetiti dei boiardi crescono in maniera esponenziale.
Non si accontentano mai, vogliono sempre di più.
Come chi ha abituato il suo ventre ad una dose sempre maggiore di cibo non riesce a fermarsi ha sempre più fame e vuole mangiare sempre di più col rischio di scoppiare.
Politicante è costretto a saziare la fame crescente dei boiardi inventando giochi sempre più pericolosi.
Il giro di soldi diventa ancor più vorticoso perché le spese aumentano a dismisura.
I membri dell’Organizzazione diventano via via più esosi: il costo del consenso si paga sempre più profumatamente.
Le richieste di incarichi di consulenza, di interventi finanziari di sostegno all’attività di società più o meno benefiche, di pranzi di lavoro, di viaggi di istruzione si fanno sempre più assillanti.
Gli introiti che derivano dai fondi raccolti dai sostenitori sono sempre più scarsi, i fondi provengono oramai da continue spoliazioni dei bilanci degli enti controllati.
Su tutto c’è una tangente che deve coprire i costi inarrestabili dell’Organizzazione, per realizzarla si inventa di tutto: si creano bisogni fittizi per risolverli con attività che servono solo a dare da lavorare agli amici dell’Organizzazione.
La società è appesantita da costi inutili che come un’idrovora prosciugano tutte le risorse disponibili.
L’Ente per la spazzatura non centra nulla con l’attività del Consorzio, ma l’importante non è l’attività bensì il progetto e quindi quell’ente può essere gestito allo stesso modo con gli stessi principi: accontentare i sostenitori e creare posti di potere per i boiardi.
Quelli che hanno fatto esperienza al Consorzio sono collocati nell’Ente per la spazzatura.
L’Ente per l’assistenza agli anziani è il terzo soggetto da occupare con le stesse truppe sempre più agguerrite.
Non è una guerra truculenta come quella dei cent’anni ma gli effetti si preannunciano devastanti.
Gli effetti dell’occupazione dei boiardi sotto il controllo di Politicante è micidiale per le casse dell’ente, appesantite dai nuovi costi di gestione della nuova classe dirigente.
I costi per l’amministrazione aumentano vertiginosamente mentre diminuiscono i denari da destinare alla lotta alle mosche.
Così si risparmia su tutto fuorché sui diritti dei boiardi che ingrassano sulle spalle dei normali cittadini destinati al più ferreo digiuno.









Capitolo 39. L’autostrada.

La costruzione di un’autostrada è il chiodo fisso di Politicante.
Per acquistare prestigio nell’Organizzazione deve cercare a tutti i costi di favorire la costruzione di un’autostrada.
L’infrastruttura consente l’urbanizzazione del territorio.
Tante aree che passano di destinazione.
Dalla destinazione agricola a quella residenziale o industriale la differenza è tutta in un retino sul piano regolatore e Politicante può metterne uno del colore desiderato.
Una montagna di soldi che si sposta favorendo e facendo crescere dal nulla delle rendite di posizione esagerate.
Ci pensa l’Organizzazione ad assegnare a boiardi di fiducia tutta l’operazione a cominciare da chi deve redigere il piano che deve rispettare scrupolosamente le indicazioni che la stessa Organizzazione darà riguardo all’impatto sul territorio.
La bravura di Politicante è quella di individuare ogni singolo soggetto che può essere beneficato, Fargli capire la bontà della scelta, i vantaggi economici che la sua proprietà ottiene con la modifica del piano.
Fatto questo è facile convincere chi ottiene un sì grande beneficio economico a supportare l’Organizzazione che tanto si è prodigata per ottenere l’esecuzione di quella importante infrastruttura.
Chi è dentro l’operazione acquista tutti i vantaggi, che ne sta fuori o ne è solo a margine ottiene invece gli svantaggi dell’urbanizzazione: più cemento, più congestione e trasformazioni a volte violente dei luoghi che mutano completamente e sottraggono il paesaggio di una volta, senza neanche intravedere i benefici economici.
Politicante non tollera chi si oppone alla realizzazione dell’opera che è diventata il simbolo dello sviluppo economico del territorio e del suo potere di imporre delle scelte che possono consacrare la sua ascesa nell’Organizzazione.
L’autostrada xe el progreso, chi non capise se contro.” la dichiarazione di guerra è pronunciata.
Politicante si è messo con tutta l’anima a sponsorizzare l’autostrada: tre quattro riunioni al giorno per convincere i più riottosi con incontri e dibattiti.
La Commissione Affari Generali si è scatenata nel promuovere cene e dibattiti nell’intero territorio interessato al percorso.
Un lavoro improbo nel quale Politicante è maestro nel tenere in piedi i dibattiti, nello stringere mani, nel promettere piaceri di ogni tipo e nel convincere gli incerti, ricordando il suo interessamento in precedenti iniziative.
E’ difficile, però, mettere d’accordo chi vuole e chi non vuole un’infrastruttura così impattante sul territorio.
Allora c’è la contrattazione sulle varianti al percorso, c’è da promettere dei finanziamenti ai vari comuni per realizzare una bretella di collegamento, un asilo, per la realizzazione della piscina comunale tanto desiderata o un finanziamento per ampliare il campo di calcio della squadra del cuore.
Nessuno può resistere al pressing estenuante di Politicante: un vero martello quando c’è da realizzare un suo progetto.
Lui non smette mai quando vede che ci sono delle condizioni favorevoli.
E’ come una sanguisuga che si attacca e non molla la presa fino a quando può succhiare.
Le battaglie hanno un effetto importante su tutta l’Organizzazione.
Esse mobilitano la base, mobilitano i dirigenti e rendono più agevole il controllo.
E’ più facile cacciare i dissidenti che hanno sempre qualcosa da dire e non sono mai contenti di nulla.



Capitolo 40. Il viaggio della memoria.

A Politicante piace molto viaggiare.
Un’opportunità che le condizioni poco agiate della sua famiglia non gli hanno concesso nel passato.
Gli incarichi ottenuti dall’Organizzazione hanno consentito di rimediare a questo deficit e hanno compensato le occasioni perdute nella sua giovinezza.
La presidenza gli dà ora delle opportunità in più perché non deve aspettare di essere delegato dal Presidente o dall’Organizzazione: ora il Presidente è lui.
Tutte le volte che al Consorzio arriva un invito lui non può mancare.
Predilige i viaggi scientifici dove partecipa a convegni su temi specifici che non conosce.
Una breve relazione fatta dal dott. Bianchi risolve facilmente il problema.
I viaggi preferiti sono quelli effettuati per celebrare le ricorrenze.
Nei cosiddetti viaggi della memoria l’occasione di ricordare il passato è per lui un’ottima opportunità per trascorrere al meglio il presente.
Basta prendere un libro di storia, copiare qualche riga e poi condirla con la sua magistrale oratoria.
Politicante a parole è imbattibile. Lui riesce ad essere convincente nel trasmettere messaggi chiari sul filo del banale che valorizza coll’intonazione della voce e con la sua mimica ammiccante e persuasiva.
Il fatto che sia un cinico e che dei valori di cui parla non gliene importi un fico secco nulla gli impedisce di persuadere gli altri che in quei valori credono ciecamente.
Molti si sono sinceramente commossi alle sue celebrazioni perché Politicante è un vero maestro nel ricordare, nell’ammonire, nel risvegliare gli animi assopiti.
Quella volta però la sua partecipazione è stata memorabile.
Il viaggio della memoria lo ha organizzato lo stesso Consorzio per celebrare la vittoria contro l’invasore.
L’indipendenza della nazione è stata salvata in quella battaglia navale dove molti diedero il proprio sangue per difendere il patrio suolo.
E’ per la prima volta che sono coinvolti in quella ricorrenza i ragazzi delle superiori.
Con un’abilità senza pari, attraverso sponsor e mille altre alchimie, Politicante è riuscito a mobilitare una folla di ragazzini da portare in crociera sulle acque della battaglia.
Il viaggio della memoria ha fatto il suo effetto: tutti ne parlano, il successo dell’Organizzazione e del suo profeta è assicurato.
Politicante ha rilasciato interviste sulla commemorazione.
Tuti dovemo esser grati a chi ga dà el proprio sangue per la patria.”
A Politicante essere patriottico piace moltissimo anche perché è molto semplice come impegno e rende moltissimo.
Tutti lo salutano per strada, si complimentano per avere ricordato ai giovani quell’evento memorabile che, senza il suo contributo per riportarlo alla memoria collettiva, può essere dimenticato.
Quella mattina sveglia alle tre per potere prendere il torpedone alle quattro e per imbarcarsi alle diciannove.
Politicante in questo ha toppato: non ha fatto i conti col numero enorme di ragazzini che hanno aderito alla sua proposta.
Le risorse si son dovute dividere per i molti intervenuti perciò, per tenere bassa la quota di partecipazione, si è dovuto modificare il programma originario: niente viaggio aereo e soggiorno in albergo a quattro stelle nell’isoletta vicina alle acque della battaglia, ma viaggio disastroso in torpedone e poi massacro in traghetto.
Costretto a viaggiare col pullman in mezzo ad una scolaresca urlante, Politicante incomincia a rimpiangere di non essere rimasto a casa.
Detesta i cori, le risate sguaiate e soprattutto i ragazzini, tenta invano di convincere i professori ad una dura repressione, ma loro sono abituati e non ci provano neppure.
I xe fioi cosa vol che i fasa in gita?” gli domandano stupiti i docenti.
Dopo una giornata passata in torpedone con le orecchie al limite della resistenza Politicante odia tutti i ragazzini strepitanti.
Laggiù in fondo al torpedone ne hanno fatte di tutti i colori: se le sono date di santa ragione, per scherzo naturalmente, hanno preso in giro il secchione che tenta di portare un minimo di calma, ma soprattutto hanno cantato per tutto il tempo a squarciagola senza un attimo di respiro.
No se pol farli taser un atimo?” continua a ripetere alla professoressa che impotente fa spallucce, abituata al contatto continuo col frastuono più incredibile.
Finalmente, col mal di testa, sono giunti al porto dove li attende un traghetto certamente di sotto alle attese di Politicante.
Solo chiasso, niente incontri ad alto livello, nessuna cena ufficiale né discorsi pomposi. Nulla di ciò che valga una trasferta così faticosa.
In pullman non è riuscito a fare un discorsetto breve breve di presentazione del viaggio, visto il trambusto.
Giunti al porto ha dovuto correggere i suoi appunti, per evitare che troppe frasi fatte ed eccessive cerimonie possano essere contestate dai suoi obbligati spettatori.
Alla partenza del battello è riuscito a dire solo poche cose dopo essere stato sommerso dagli applausi, trascorsi i primi due minuti di chiacchiere.
I giovani sentono a  pelle la sua retorica e non sopportano cerimonie troppo lunghe né hanno la compiacenza degli adulti verso i potenti.
Il viaggio della memoria si presenta durissimo anche se gli è stata riservata l’unica cuccetta sul ponte principale strappandola al comandante della nave.
Politicante medita di tornare al più presto alla normalità sfuggendo da quel viaggio infernale.
Non gli interessa neppure che siano sfuggiti alle mosche.
Non vuole più continuare quel viaggio della memoria e, fingendo un improvviso impegno, se ne torna a casa perché è meglio combattere le mosche che quei scatenati compagni di viaggio. 
























Capitolo 41. Arriva il grande caldo.

L'estate è scoppiata tremenda ed implacabile.
Durante il giorno il caldo è insopportabile.
Il cielo è sempre sereno; non si è vista una sola nuvola che prometta la desiderata frescura per tutto il mese di luglio.
La giornata inizia afosa sin dalle prime ore del mattino.
Solo le ore che precedono l'alba portano qualche goccia di rugiadosa freschezza.
Il refrigerio scema velocemente con l'alzarsi del sole che si arrampica al sommo del cielo per rimanervi implacabile per tutto il giorno.
Neppure il tramonto riesce a portare un po’ di brezza.
Sembra che Eolo abbia vuote le gote del più leggero soffio di brezza.
Il grande fiume scorre placido, come sempre in estate, verso il mare: sembra non accorgersi neppure della calura.
E’ più magro del solito; meno maestoso, ma anche più tranquillo, non preoccupa nessuno con timori di piene improvvise.
Le acque, ritirandosi, mettono allo scoperto la sabbia bianca e fina che alla luce del sole contribuisce ad abbacinare lo sguardo.
E’ piacevole camminare su quella sabbia calda e sentirne lo scricchiolio sotto i piedi nudi che affondano nella soffice arena.
Quell'anno non c’è un solo bikini in vista sugli spiaggioni né una tenda piantata a riparo dei raggi del sole cocente.
Quell'anno non c'è nessuno che si bagna nelle acque fresche del grande fiume né un motoscafo né una barca a remi o a motore che solchi le placide acque.
Le uniche imbarcazioni che viaggiano sicure sono le bettoline che trasportano sabbia. Enormi barconi deserti senza alcun passeggero con qualche raro marinaio rintanato in cabina a fianco del pilota.
Le barche a pieno carico affondano nell’acqua fino a rischiare che un’ondina più dispettosa schizzi all’interno senza però provocare gravi danni.  
Sul fiume deserto l'assolato silenzio della calura estiva è rotto da un sottile sibilo, da un ronzio sommesso che prende impeto nelle ore del tramonto.
Le rive brulicano di mosche e zanzare che prendono a volte la forma di vere e proprie nubi nere a dispetto della sabbia bianchissima.
Chi si sarebbe avventurato in quell'inferno, o meglio, in quel paradiso perduto, almeno per quella terribile estate?
Qualche timida macchina si azzarda ad arrivare in cima agli argini per osservare la situazione, ma i temerari non hanno però neppure il coraggio di abbassare i finestrini, né tanto meno di uscire dai loro temporanei rifugi.
Le nubi nere di insetti si avvicinano minacciose e impongono con la loro presenza una ritirata strategica.
I ditteri paiono fiaccate dal grande caldo come i loro padroni: nelle cascine le mucche stanno distese all'ombra, pancia a terra, ed hanno un gran da fare con le loro code ad allontanare le mosche moltiplicatesi oltre ogni misura.
La loro pelle coriacea e la loro indifferenza naturale agli insetti è messa a dura prova: succede sempre più spesso vederle rizzarsi in piedi di scatto e partire a veloce andatura, scalciando in tutte le direzioni, per una breve corsa entro i recinti.
I poveri bestie vogliono con quelle pedate possenti cacciare lontano quegli esseri tanto fastidiosi e inafferrabili, senza rendersi conto che la loro forza nulla può contro di loro.
Se gli animali sono per natura corazzati con la loro dura pelle contro le dolorose punture e sopportano con pazienza il fastidioso ronzio, gli uomini no!
Gli uomini sopportano molto meno questo tormento.
Anche gli agricoltori adusi alle fatiche dei campi, al calore del sole e alle normali molestie degli insetti, sono giunti al punto di saturazione di questo nuovo flagello.
Devono uscire dalle cascine bardati con cappucci e guanti ed essere ben coperti in ogni parte del loro corpo per evitare gli assalti.
Questa inusitata armatura male si adatta alla naturale voglia di indossare abiti leggeri e sbracciati per sopportare meglio il caldo crescente dell’estate.
La fatica del lavoro è raddoppiata, gli animi sono esasperati: per entrare in casa devono ingaggiare una vera e propria lotta agitando le mani e scuotendo l'aria come impazziti, per creare uno spazio vuoto di insetti, una sorta di varco tra la muraglia di moscerini fastidiosi.
Si rintanano dentro casa grondanti di sudore, serrando l'uscio precipitosamente, ma senza riuscire a tenere fuori completamente le mosche che inevitabilmente entrano in casa con loro, appiccicate alle vesti, per ingaggiare di nuovo anche all'interno delle mura famigliari la mai sopita battaglia.
La situazione è intollerabile, ma, stranamente, non vi è alcun segno esteriore di insofferenza.
Tutti mugugnano, ma soffrono in silenzio.
Le strade sono vuote: non si vedono né cortei, né comizi.
Nessuno si lamenta attraverso i canoni tradizionali di informazione.
Giornali, radio, televisione non accennano più al fenomeno in termini negativi; anzi sembra, sentendo i loro comunicati, che le cose vadano veramente meglio.
In realtà Politicante si è dato molto da fare con i mezzi dell’informazione controllando accuratamente attraverso l’Organizzazione che filtrino solo notizie positive.
In realtà non ha fatto ancora nulla.
Sta valutando come realizzare il massimo dell'operazione e si attarda in incontri col Pattona per verificare i dettagli di come realizzare l’affare.
Per l’immediato si gode intanto il nuovo ruolo di Presidente.
Ama ricevere la gente, andare in televisione per raccontare che gli esperti stanno studiando nuove soluzioni.
Gavemo el controlo dela situasion” continua a ripetere ai sostenitori che gli chiedono di intervenire per combattere le mosche, a tutti promette il suo intervento.
Chi dise el contrario mente, ne vol mal.” Negare sempre è il suo motto; dare una versione edulcorata della realtà è il suo imperativo, confidando sempre che i suoi boiardi non lo abbandonino.
La destinazione delle risorse prende sempre una strada diversa da quella necessaria per combattere le mosche.
L’informatizzazione del sistema per il controllo dello spostamento delle mosche e l’assunzione dei relativi boiardi ha volatilizzato i contributi che sono affluiti copiosi nelle casse del Consorzio.
D’altronde chi è stato assunto per rilevare lo spostamento può essere adibito all’attività di distruzione degli insetti?
Bisogna trovare ancora dei schei per finanziar nove iniziative.”  La ricerca di Politicante per trovare nuovi fondi è spasmodica; poiché i contributi non sono infiniti sollecita donazioni da parte di tutti gli uomini e donne di buona volontà.











Capitolo 42. La Corte di Giustizia.

L’avviso a comparire presso la Corte di Giustizia è arrivato di buon mattino, portato da un solerte ufficiale giudiziario che ha abbozzato un sorriso di circostanza.
Non si sa se di sostegno o di soddisfazione per il fatto che finalmente anche i potenti e non solo i poveracci ladri di mele sono raggiunti da un avviso di garanzia.
Filisteo, come al solito rumorosamente alla porta di Politicante trascinando la sua gamba offesa, precisa imbarazzato “Presidente xe rivà un altro aviso. Ghe o go portà subito.
Politicante non fa un minimo cenno, pensa che il potere sia come una calamità per le procedure giudiziarie
Le preoccupazioni di Politicante sono però altre.
Arrivare al potere e tenerlo stretto per la maggior parte del tempo possibile questo è il problema più importante da risolvere.
Bisogna guardarsi dai nemici, che vogliono strappare le maggioranze da cui dipendono le comode poltrone, e dagli stessi amici che reclamano un posto al sole e che sono disposti a tutti i colpi, anche i più bassi, per raggiungere il loro intento.
La qualità principale di Politicante è la calma.
Non c’è bufera personale o in seno all’Organizzazione che lui non affronti con una flemma inglese: imperturbabile.
Nessuna emozione, nessun segno apparente di tensione.
La tranquillità è una qualità indispensabile; perché fare trapelare un seppur piccolo turbamento che può essere pericoloso?
Un’emozione è come una fessura in una diga.
Basta un piccolo pertugio per consentire di penetrare ad una piccola infiltrazione destinata a creare col tempo una falla inarrestabile. 
Le tensioni le scarica in privato.
Il dott. Rossi è il suo bersaglio preferito.
Scarica su di lui la rabbia dovuta ad insuccessi o anche a piccoli contrattempi a seconda dell’umore.
Il dott. Rossi è abituato a sentire le ire dei potenti; col suo comportamento servile accetta tutto e si scusa non sa bene di che.
Lui sa, però, che l’importante è fare autocritica e prendersi anche delle responsabilità non sue che poi avrebbe messo regolarmente nel conto.
L’avviso lo ha colto impreparato. Come un fulmine in una bella giornata di sole caldo non è proprio prevedibile.
Xe stada qualche to troiada.” si scaglia contro il dott. Rossi “Xe per questo che adeso semo nela caca!”
Lui sa bene che sono molte le decisioni che possono dar luogo ai procedimenti instaurati dalla Corte.
Una nomina che non rispetta le regole, un appalto la cui aggiudicazione sollevi dei dubbi sull’erogazione di possibili tangenti, un pagamento non autorizzato da tutti i pareri previsti.
Ai cavilli legali ci devono pensare gli avvocati.
Ghe xe sempre l’Apelo e la Casazion e la Corte Costituzional.” Il dott. Rossi minimizza confidando nei tempi biblici della giustizia
D’altronde l’Organizzazione ha pensato a creare le norme che disturbino il meno possibile i manovratori.
Il garantismo portato a livelli esagerati consente di ritardare il più possibile le decisioni della giustizia.
Per Politicante essere in grado di ritardare i verdetti dei giudici è più che sufficiente per rimanere tranquilli, per non perdere mai la calma. Il passare del tempo consente di trovare le soluzioni che al momento sembrano impossibili da realizzare.

Capitolo 43. La situazione precipita.

Si sa che le disgrazie non vengono mai da sole ma sempre in compagnia: una di seguito all’altra.
Il ripetuto trillo del telefono sveglia Politicante all’alba.
A Politicante l’alba non è mai piaciuta i colori sono tenui e il cielo è freddo anche d’estate.
A lui piace il tramonto, quando il sole saluta con tutte le sfumature del rosso la terra.
L’alba lo rende poi particolarmente nervoso specie se è svegliato mentre è immerso nei suoi sogni di gloria.
La sua mano si abbatte pesantemente, ancora intorpidita dal sonno, su quello squillare fastidioso e lo fa zittire.
"Presidente” esclama dall'altro capo del filo il Giovanni “xe successo un fato gravissimo: quattro persone xe all'ospeal con strane mace sul corpo e con febre alta.”
E’ stato Paolo, quello che fa il portantino in ospedale, a comunicarlo.
Sembra che i medici ritengano le mosche la causa della malattia.
I ricoverati provengono tutti dalla zona sud della città, nella prima periferia. Lì dicono vi siano alcuni vecchi allevamenti di suini.
Ghe xe pericolo, Presidente, xe già arrivada la stampa!"avvisa preoccupato Filisteo.
Politicante in cuor suo si aspettava quella notizia anche se con tutte le forze del ragionamento ha sempre cerca di esorcizzarla.
No xe possibile che quei quatro inseti posa recar dano!” si ripete “ xe quei che vol trovar sempre da lamentarse, che mena gramo!”
Al telefono resta zitto.
"Cosa se fa?" chiede Giovanni, scosso fortemente dalla notizia e, soprattutto, preoccupato che il male, qualunque ne sia la causa, possa diffondersi rapidamente.
"Sta calmo, non ghe xe da preocuparse" risponde pacatamente Politicante e dopo qualche altra frase di cortesia volta a tranquillizzarlo, mette giù la cornetta.
Ci vuole un po' di tempo prima che Politicante abbia modo di mettere a fuoco la notizia e di rendersi conto della situazione, nella sua nuova ottica, ossia sotto l'angolazione del Presidente.
In un primo momento è quasi contento di quella catastrofe: pensa, infatti, al bel discorso che avrebbe potuto fare contro quelli che non sono in grado di risolvere i problemi.
Un bello sproloquio di critiche e di improperi a chi, dal banco del governo, non è in grado di fronteggiare le situazioni.  
Un sollecito accorato a fare qualcosa, a muoversi, per concludere con una generosa offerta del suo contributo personale e dell'organizzazione per risolvere il problema.
Ti se ti el semo, Presidente! Non ti pol criticar più niente” dice tra sé quando riflette meglio sulla sua recente carica.
Al massimo può fare un'autocritica, ma non gli sembra, in quel momento e con quei precedenti, la mossa giusta.
Gli altri, quelli che siedono nei banchi dell'opposizione, come avrebbero reagito? Sicuramente l'avrebbero attaccato duramente. Avrebbero messo in discussione il suo programma di azione.
Rischia che qualcuno della stessa Organizzazione metta in opera la sua stessa tecnica di attacco per indurlo alle dimissioni dalla Presidenza. Forse uno dei consiglieri di maggioranza aspira al suo posto e può utilizzare la notizia per cercare di affossarlo. E’ una tecnica che ha appena usato lui stesso, anzi è in grado di dare ottimi consigli su come effettuare l’operazione.
Le masse, quelli che credono in lui, nel suo operato, nella sua capacità di gestione, quelli che sono sempre accorsi ad ogni mobilitazione da lui promossa, invece, come si sarebbero comportati?
Certo sarebbe riuscito a convincerli, ma non per molto.
Politicante si rende conto che la situazione è seria, indubbiamente molto grave tale da compromettere anni di lavoro che l’hanno finalmente portato alla vetta del potere.
Deve assolutamente inventare qualcosa ed in fretta. Altrimenti avrebbe dovuto rinunciare, subito dopo averla assaporata, a quella sensazione inebriante che gli dà il potere, a quella sua tanto desiderata, e finalmente conquistata, carica di presidente.
Vede chiaramente che il malcontento provocato dalla infezione può essere usato contro di lui, con la stessa logica con la quale lui, anche lui, ha gestito nella prima fase l'affare delle mosche.
Tuttavia si riprende subito da quella momentanea incertezza: l'abitudine al ragionamento secondo le logiche degli indottrinamenti avuti negli anni di formazione nell'Organizzazione ha il sopravvento e lo riporta subito all'impostazione del problema nella maniera più corretta.
Qui se c'è qualcosa che non va, è chiaro che non è solo lui che va a pallino, ma anche la stessa Organizzazione può essere coinvolta: e ciò non può assolutamente accadere.
Occorre dunque serrare i ranghi, chiamare tutti a raccolta per elaborare una strategia comune che possa contrastare lo smacco della infezione.
Qualcuno può pensare di convocare una riunione di tecnici, di medici, professoroni espertissimi nell'arte di Ippocrate, no: assolutamente questo a Politicante non frulla nemmeno nel cervello, perché equivale ad una ammissione indiretta di sconfitta. 
Non bisogna mai affidare incarichi a terzi che possono indagare su fatti che mettano a nudo le nostre responsabilità, senza una necessaria mediazione da parte degli amici.
Solo gli accoliti possono mettere le cose nella giusta prospettiva ed indirizzarle verso la migliore soluzione.
Bisogna accelerare il programma, pronto da tempo per combattere finalmente le mosche, dedicando ad esso tutte le risorse disponibili, magari convincendo qualche boiardo ad aspettare l’ulteriore incarico e l’ennesima promozione.
E’ necessario, inoltre, trovare un responsabile del peggioramento della situazione che non può di certo imputarsi a Politicante e alla sua nuova presidenza.
Bisogna gestire quell’aggravamento della situazione di modo che Politicante ne ricavi un ulteriore prestigio per avere risolto una questione sempre più delicata.
Creare il problema e poi attribuirsi il merito di averlo risolto: è questa la soluzione più indicata.
Come no averghe pensà prima!” esclama Politicante che ha subito ritrovato, dopo un breve momento di panico, la grinta di sempre.

Capitolo 44. I clientes.


Sono accorsi tutti gli esponenti periferici dell’Organizzazione.
Gli infaticabili animatori della grandiosa mobilitazione, gli artefici della straordinaria vittoria di Politicante hanno mantenuto la loro grinta e la loro aggressività.
I clientes hanno ancora fiducia nelle sue idee e nelle sue promesse nonostante la situazione sia del tutto identica alla precedente gestione.
Pare impossibile, nulla è cambiato ma tutti i sostenitori dell’Organizzazione ancora credono in tutto quello che Politicante afferma.
Non sottopongono le loro meningi ad alcuno sforzo critico, rinunciano a vagliare criticamente i fatti, si fidano ciecamente nella validità di ogni direttiva del loro leader.
Forse credono perché non hanno altra possibilità.
Il loro lavoro, la loro carriera, la loro posizione sociale e tutto il loro futuro sono intimamente uniti alle sorti di Politicante. Se Politicante crolla per loro è il disastro più completo. Non vogliono neppure pensare che ciò possa accadere.  
Antonio ha avuto un impiego in Comune, grazie all’aiuto di Politicante; deve esimersi dal portargli il suo sostegno quando il suo capo lo chiede?
Paolo ha avuto una lettera di raccomandazione per ottenere dopo due anni la pensione di invalidità, per via di una semplice artrosi alla caviglia che non lo disturba minimamente; non deve essere riconoscente?
Enrico ha un figlio disoccupato da due anni ed è nell’attesa di un lavoro che Politicante gli ha assicurato e che si può materializzare in breve tempo; non deve fare vedere che è in prima linea?
Francesco deve avere una consulenza; Riccardo vuole diventare boiardo.
Non sono più abituati ad essere artefici del loro destino, non distinguono più quelli che sono i loro diritti e quelli che sono i loro doveri.
Si sono adagiati ad aspettare che qualcuno dell’alto risolva nel modo più facile i loro problemi.
Senza sbattersi molto, senza impegnarsi possono soddisfare tranquillamente i loro bisogni economici, basta solo sostenere Politicante.
Hanno la speranza di ottenere qualche beneficio o qualche privilegio. Tutti quelli che sono lì hanno delle aspirazioni latenti ma non hanno l’orgoglio di realizzarle da soli perché sono stati oramai abituati a ricorrere ad un intermediario.
Politicante è il garante che quella speranza può concretizzarsi. Lui è pronto a sostenerla naturalmente solo per gli attivisti dell’Organizzazione.
E’ così che è diventato il genio benefico che esaudisce tutti i desideri.
La logica non è un elemento indispensabile dei loro ragionamenti, il sillogismo è un procedimento intellettuale del tutto sconosciuto, non analizzano mai se le promesse si basano su fatti attendibili o se sono solo parole al vento di quegli oratori inarrestabili.
Seguono solo gli slogan rinunciando ad utilizzare la propria testa per riflettere e per assumersi qualche responsabilità in più.
Vogliono abbattere nemici virtuali che rappresentano una società ingiusta per costruirne una nuova, così come disegnata dai discorsi di Politicante.
Non capiscono che solo pochi capipopolo possono ottenere cambiamenti sostanziali nella loro posizione sociale.
Loro avrebbero in ogni modo arraffato una briciola di favori. Quel poco, peraltro importante per il loro piccolo quotidiano, giustifica gli enormi privilegi che consentono di mantenere col loro consenso alla casta dei boiardi?
Non pensano che molti altri devono pagare a prezzo pieno e con gli interessi il fatto che le leve del comando siano in mano ad una classe dirigente incompetente.
Solo una palese sconfitta indiscussa, definitiva, perentoria, globale forse può scuoterli, farli ragionare e determinarli a mutare parere perché ormai l’Organizzazione li ha completamente plagiati.
Non vogliono che la gestione passi ad una classe di persone competenti, forse perché sono abituati alla presenza di persone supponenti che da sempre li intortano con mille discorsi privi di senso.
Sono certi di essere nel giusto che nessuno possa guidarli se non Politicante e l’Organizzazione.
E’ necessaria una maggiore autocritica, ma è solo una ristretta minoranza quella che ritiene siano necessario cambiare radicalmente.
Per la maggioranza l’Organizzazione è nel giusto. Se ha espresso una linea di intervento nella lotta alle mosche bisogna seguirla senza discutere.
Politicante li conosce bene, sa come la pensano, sa come condurli per mano verso nuovi obiettivi.
Può con un po’ d’impegno portarli a conclusioni opposte di quanto ha affermato fino ad un minuto prima.
I fondi che si è procurato attraverso l’affare gli consentono ora di essere più potente nei confronti dei rappresentanti periferici.
Il denaro può aiutare nell’opera di proselitismo, finanziare i vari capipopolo, offrire delle gran cene di lavoro, fornire mezzi per fare propaganda, per favorire la mobilitazione o il trasporto di attivisti per la partecipazione a cortei, per sponsorizzare convegni, dibattiti, finanziare studi da presentare nella sala grande, chiamando a raccolta amici che avrebbero dato il giusto riconoscimento e la giusta diffusione ad ogni iniziativa.
In più ha già sistemato, per l’autorità che gli deriva dalla presidenza, gli attivisti più rappresentativi.
Il Consorzio, con l’avvento di Politicante alla presidenza, ha aumentato la sua struttura.
Gli organi di gestione sono raddoppiati in quanto il consiglio è affiancato da una commissione nella quale trovano posto quasi tutti gli altri rappresentanti dell’Assemblea.
I dirigenti sono triplicati.
E’ stato semplicissimo; è bastato frazionare i servizi e porre a capo un dirigente per ogni servizio.
In tal modo Politicante ha potuto agevolmente assumere alcuni esponenti dell’Organizzazione che, in tal modo, consolidano il controllo sull’ente.
Spezzettando le mansioni è stato necessario triplicare il personale con gran soddisfazione di tutti i dipendenti.
Il budget non è un problema perché all’assemblea che delibera i finanziamenti per il Consorzio partecipa un buon numero di amici di Politicante e con l’appoggio del Pattona è un gioco da ragazzi fare approvare il bilancio.
I buchi possono essere coperti per un po’ di tempo con le risorse accumulate negli anni poi qualcuno ci penserà.
Chi poderà meter su la strada tuti qui che go asunto?” una ipotesi al di fuori del buon senso per il nostro presidente.
Il non avere ottenuto dei risultati concreti non lo preoccupa minimamente, poiché lui sa di potere contare sul consenso dell’Organizzazione.
La linea seguita dai dirigenti dell’Organizzazione è un atto di fede che non ammette alcuna verifica.
I dirigenti sono per definizione rappresentanti di tutti gli aderenti.
Con questa delega di potere, se a livello periferico l’Organizzazione raccoglie capillarmente il consenso sul programma da seguire, chi può mettere in discussione una linea di comportamento che ha contribuito a formare?
Di fatto, se i vari aderenti ed attivisti dell’Organizzazione avessero pensato un solo istante. si sarebbero resi conto dell’equivoco insito nel ragionamento, poiché essi non contribuiscono a determinare alcunché.
Non fanno altro che ratificare decisioni già prese dalle oligarchie che reggono l’Organizzazione.
L’abilità di quelle oligarchie sta proprio nel far credere che le loro decisioni sono le aspirazioni, i bisogni, le necessità degli iscritti che contribuiscono a determinarle.
In realtà, invece, tutto è deciso prima in ragione delle opportunità che il Comitato dell’Organizzazione ha deliberato.
L’impressione degli iscritti è quella di contare nelle decisioni da prendere anche se come una buona madre, i dirigenti correggono, modificano i primi passi dei loro bimbi; magari li sostengono sorreggendo il peso del corpo instabile sulle gambe, ma il fanciullino crede di camminare autonomamente e con un sorriso devoto compensa di tutto la buona madre.
Se l’invasione delle mosche non è diminuita si può sempre tirare per le lunghe, fare intravedere con statistiche alla mano che la presenza degli odiati insetti è calata di un buona percentuale e che i risultati sarebbero arrivati.
Ci vuole pazienza.
Si sono verificati fatti eccezionali come il caldo e l’afa.
Adesso la situazione sta veramente precipitando con fatti che non si possono più commentare perché la malattia incute paura anche ai sostenitori più fanatici.
Se poi al contagio e alla malattia può seguire la morte lo spauracchio è troppo grosso.
Esso è tale da costringere anche i cervelli più restii a funzionare, stimolati dall’istinto di sopravvivenza.
I membri dell’Organizzazione sono perplessi, disorientati e incapaci di avere quel sangue freddo, quella presenza di spirito che consente loro - nei tempi migliori - di avere sempre l’ultima parola.
Cominciano a  temere che la gente possa a cominciare a considerarli solo come un apparato, una burocrazia asfissiante, pletorica, priva di significato che è tesa solo a perpetuarsi e ad ingigantirsi.
Una burocrazia che mira solo a conservare le cospicue rendite di posizione che derivano dalla gestione degli enti e delle cariche pubbliche.
I dirigenti in media guadagnano almeno dieci volte il salario di un lavoratore, oltre a tutte le altre agevolazioni che derivano dalla loro posizione.
I grandi amministratori, senza la copertura della Organizzazione, non sono capaci di trovare un lavoro.
Non hanno alcuna professionalità sanno gestire solo se vengono esentati da ogni responsabilità .
Non conoscono lavori che richiedano una preparazione professionale o manageriale né hanno voglia di impegnarsi in lavori umili alla loro portata abituati come sono a emolumenti da gran dirigente.

Capitolo 45. Alla ricerca di una grande idea.


Gli amici di Politicante vogliono inventare qualcosa di nuovo, qualcosa che ricrei la fiducia in loro e rinnovi l’entusiasmo dei sostenitori.
Chi meglio di Politicante può dare loro nuovo impulso e vigore, chi più di lui può convincere, persuadere, blandire?
Chi più di lui può trovare nuovi scopi, nuovi obiettivi da raggiungere?
Chi più di lui può complicare le cose e intrecciare i fili di un indistricabile nodo gordiano, per poi con una semplice riunione trovare la soluzione più semplice, più lapalissiana che accontenti tutti dando ad ognuno ciò che si attende, mettendo tutti d’accordo? 
I presenti aspettano con ansia l’entrata di Politicante, nella saletta delle riunioni dell’Organizzazione, parlottando tra loro con grande foga.
La tensione accumulata con l’arrivo di quelle notizie disastrose sul contagio è giunta ormai al livello di guardia.
Politicante è perfettamente conscio della gravità della situazione; la sua lunga esperienza gli ha insegnato che, più grosse sono le difficoltà, più eclatante deve essere il rimedio per avere un ritorno di consenso.
I voti di preferenza sono la sua linfa vitale, ci vuole una idea geniale per rinvigorirla.
L’antidoto deve essere almeno di pari forza della minaccia che avanza.
La mobilitazione ed i cortei ora non hanno ovviamente senso; le riunioni e le discussioni hanno, fino a quel momento, risolto la situazione, ma la furia della gente sta per scoppiare, non bastano le semplici chiacchiere a placarla.
Politicante deve a tutti i costi trovare una soluzione nuova.
Se tuta sta storia la ga inventada l'Organizzazion” pensa Politicante  “contro chi se pol protestar?
Lui stesso oramai è dentro al grande gioco del potere.
Politicante, per confermare il suo prestigio di leader, deve fare quadrare il cerchio con una soluzione credibile.
Lui che è stato fino a ieri abituato ad inveire contro tutte le scelte, senza avere presentato nessuna proposta concreta, si trova ora a dovere risolvere i problemi; deve dimostrare a sé stesso e agli altri che ne ha le capacità.
Effettivamente è entrato in tempi brevi in un ruolo tradizionalmente diverso dal suo: dalla protesta è passato alla proposta in un tempo così breve che non sa più che pesci pigliare.
Si trova come chi indossa un paio di scarpe nuove, magari quelle alla moda, con una forma non del tutto modellabile al piede, che deve ancora adattarsi ad esso. Chi infila le calzature per la prima volta si sente impacciato, quasi a disagio, e non si ritrova più persino a fare la cosa più semplice e naturale come camminare.
Accusare l’Opposizione che sta in minoranza è una mossa poco credibile e priva di ogni giustificazione; le alleanze nella gestione del potere si fanno e si disfano ma vanno rispettate le regole per evitare una rissa continua nella gestione quotidiana.
Di certo non si può fare una campagna contro le mosche.
Il noioso insetto è purtroppo insensibile ai discorsi anche ai più velenosi, alle urla, alle invettive e alle mobilitazioni generali.
Basta agire con il metodo, collaudato da sempre, del capro espiatorio.
Bisogna trovare qualcuno su cui fare ricadere le colpe dell’Organizzazione di modo che attraverso questa catarsi, effettuata su di un soggetto che è estraneo ad essa, il gruppo dirigente possa riprendere il controllo della situazione.
La strategia è quella giusta, basta solo adattarla alla situazione contingente.
Politicante è talmente sicuro di riuscire a controllare la situazione che non prova alcun senso di insicurezza, non vede alcun possibile contrasto: pensa che in ogni caso il suo controllo sull’Organizzazione sarebbe cresciuto.

Nessun commento:

Posta un commento