La cosiddetta legge "parentopoli" stabilisce che in Regione Lombardia i concorsi
non debbano essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale . L’art.1, comma 7, L.R.
n. 14 del 3 agosto 2009 modifica la legge regionale 7 luglio 2008, n. 20 (Testo unico delle leggi regionali in materia di organizzazione e personale)introducendo l’Art.
99bis che recita “ Il bando di selezione per l'accesso agli impieghi pubblici
in Regione Lombardia, ivi compreso l'accesso alla dirigenza, è pubblicizzato
esclusivamente nelle seguenti forme:
a) mediante pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
della Regione Lombardia almeno trenta giorni prima dello svolgimento delle
prove;
b) mediante diffusione dello stesso, ovvero di un
avviso di selezione, sui siti istituzionali della Giunta regionale e del
Consiglio regionale della Lombardia.
Ci si può aspettare un
comportamento di legittimità da questi super esperti!
Certo che rispetto alla privatizzazione
del pubblico impiego che consente di assumere senza concorso siamo già in un
caso di garanzia che ai posti di maggior prestigio ci vadano i migliori.
Ma se la nostra classe
dirigente che deve custodire è necessariamente solidale con chi l’ha nominata
che prospettive ci sono per il futuro!
Quella di un casta auto
referente auto incensante auto appagata che pensa solo di ridurre gli altri a
servi della gleba.
A cosa servono i rimedi giurisdizionali
che hanno annullato il concorso per omessa pubblicazione in "Gazzetta Ufficiale", TAR della
Lombardia (sent. 53 del 17/1/2008) confermata dal Consiglio di Stato (sent.
2077 del 1/4/2009) e definitivamente dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di
Cassazione con sentenza n. 14495 del 16.6.2010?
I dirigenti sono ancora lì.
Forse l’unico rimedio che spaventa è la querela .
Ma l’abuso d’ufficio è stato addomesticato richiedendo l’interesse
proprio abolendo l’interesse
privato in atti di ufficio.
Evidentemente
la casta elimina le norme che possono darle fastidio.
Nessun commento:
Posta un commento