1.
Capitolo. La
campagna di informazione.
Predisporre l’appalto per avviare l’operazione è la
cosa più semplice; più difficile è mettersi d’accordo con i nuovi alleati su
come dividere la torta.
Le varie componenti che sostengono l’opera-zione
esigono una nuova trattativa che evidenzi, coll’ausilio del manuale Cencelli,
le spettanze di ciascuno.
Cencelli è diventato giustamente famoso per avere
trovato un’equazione che renda tutti soddi-sfatti in relazione alla
rappresentanza di ciascuno.
E’ il criterio più logico per non litigare.
Più consensi hai e più poltrone ti ritrovi a
disposizione.
Presidente, Pattona e Commendatore si sono riuniti per trovare una soluzione che
accontenti tutti.
In quella situazione di emergenza è possibile ottenere
dall’intero consiglio l’approvazione dell’appalto per la fabbricazione e per la
distri-buzione sul territorio del prodotto miracoloso nelle forme più
accelerate, il che consentirà di gestire al meglio l’operazione.
Più vi è una situazione di emergenza e più si possono
fare buoni affari.
Pattona lo sa benissimo; il suo mestiere è quello di
sapere ricavare il meglio dalle situazioni complicate che necessitano di una
soluzione da approntare nel minore tempo possibile.
I guadagni sono assicurati e consentono di
accontentare tutti quelli che hanno garantito il controllo dell’operazione.
Presidente come esponente di maggior spicco prende
subito da parola.
“Bisogna dare un segnale forte di potenza ai seguaci
dell’Organizzazione e agli amici di Patto-na e dare grande spazio ai nuovi
amici che consentono questa operazione.
Dovemo gestir l’operazion” dice “per primo una nova sede, poi bisogna costituir,
tre commission. La prima per la consulenza; la seconda per l’informazion, la
terza per l’appalto.”
Lui sa che è importante creare una mole imponente di
lavoro.
Una nuova sede di prestigio è fondamentale per dare
slancio ad un ente.
Tutti devono parlarne, tutti devono vedere che l’ente
è importante dalla maestosità della sede e dal costo che si sostiene per
costruirla.
Le commissioni sono poi il modo di dimostrare
l’impegno dei consiglieri.
D’altronde sono professionisti della politica, il loro
lavoro è quello di impegnarsi in riunioni a discutere di tutto.
Devono dimostrare che sono presenti; devono fare
vedere che sono lì al lavoro.
Il numero delle riunioni delle commissioni è l’indice
esterno dell’impegno.
Loro sono gli unici che possono risolvere i problemi
della città.
La risposta alle emergenze deve seguire delle strade
stabilite il più possibile contorte e tortuose.
La via più lineare è la più pericolosa.
Impedisce la discussione e l’impegno di chi per lavoro
deve risolvere i problemi.
Se la soluzione è semplice rimangono senza
occupazione; come possono giustificare la loro presenza?
La loro stessa esistenza è pericolosamente messa in
forse dalla facilità di risolvere i problemi.
E’ questione di logica: se delegassero la soluzione
dei problemi a chi ne ha la competenza tecnica loro cosa potrebbero fare nella
vita?
La arte di governare non sarebbe più stata in mano a
loro?
E’ un controsenso. La amministrazione avreb-bero
dovuto gestirla i tecnici o i filosofi?
E’ un’eresia!
Solo attraverso la mediazione dell’Orga-nizzazione si
può trovare la giusta soluzione, il giusto contemperamento degli interessi.
Le tre commissioni sono un primo passo verso la
costruzione di una macchina mastodontica che forse non avrebbe trovato la
difficile soluzione, ma che alla fine avrebbe accontentato tutti quelli che
contano.
La consulenza serve ad accontentare la sempre più
numerosa schiera di chi si accoda all’Orga-nizzazione per trovare lavoro e
riconoscimento.
Solo con il suo appoggio anche la persona più normale
può essere un consulente.
Con le proprie forze l’impresa sarebbe stata più
ardua; in fondo basta solo dire qualche sì, presentarsi a qualche incontro,
coltivare le amicizie giuste, una cosa semplice, nulla di impegnativo.
In questo caso bisogna fare un ulteriore distin-guo ed
accontentare la frangia degli adepti dell’Organizzazione.
L’unica difficoltà per i seguaci è quella di avere la
fortuna di aderire al filone giusto.
Dopo una gavetta infinita per seguire chi ha in mano
la gestione del potere, si può, infatti, correre il rischio che questi si
facciano scippare lo scettro di mano da qualche altra formazione.
Allora bisogna cominciare di nuovo dalla minoranza
anche se questa non ha le carte in regola per aver alcunché.
L’attivista sfortunato si ritrova a dovere ricercare
un altro capo; un altro che prometta, una volta raggiunta la poltrona, di
ricordarsi di coloro che lo hanno sostenuto.
L’informazione è la fase più delicata; essa è
riservata ai capi dell’Organizzazione.
Tutti i suoi rappresentanti sono gelosissimi di ogni
fase informativa.
Presentarsi ai loro sostenitori è un avve-nimento che
può far nascere una nuova stella politica o segnare il declino di chi vuole
cimentarsi in quell’agone.
Chi conta di più ha automaticamente diritto a maggior
spazio.
Maggiore spazio significa maggiore visibilità,
maggiore possibilità di raccogliere consensi.
La lotta per la pool position è feroce.
Per non parlare di un’apparizione in video o in radio
cui ha diritto solo chi ha incarichi ufficiali o chi ha la buona sorte di
essere delegato da chi ha incarichi ufficiali.
Di solito questa è un’investitura vera e propria;
invece di imporre la spada sulla spalla, i nuovi cavalieri sono investiti con
l’invito ad un programma radiofonico o televisivo.
E’ chiaro che solo chi ha partecipato ad elaborare le
strategie del Consorzio può aver qualcosa da dire.
L’informazione serve in primis a rendere i
dirigenti del Consorzio titolari del potere di apparire; per illustrare i
programmi nessun’altro può parlare delle attività future.
Il programma di informazione del Consorzio deve
servire da trampolino di lancio per Presidente e Commendatore e per quelli
dell’Or-ganizzazione che vogliono impegnarsi al massimo in questa vicenda.
La regia spetta al Presidente del Consorzio è un suo
sacrosanto diritto.
Ha talmente brigato per arrivare in quella posizione
dominante che gli spettano gli stru-menti, se ne ha le capacità, per rafforzare
la sua posizione.
E’ indubbiamente più facile da una posizione di
vertice controllare eventuali aggressioni.
La scalata a posizioni di potere è sicuramente
un’impresa più ardua.
L’informazione è la fase più delicata ed operativa.
I nuovi leader devono costruire un ciclo di
incontri e dibatti.
Il ritmo di lavoro è davvero incessante.
La campagna informativa per essere efficiente deve
essere sicuramente concentrata nel tempo, E’ un requisito fondamentale.
Bisogna raggiungere il maggior numero di persone nel
minor tempo possibile.
E’ come una campagna elettorale, anzi è il presupposto
indispensabile per la prossima campagna elettorale.
Per farsi conoscere in anticipo o per consolidare le
proprie posizioni.
Il Consorzio è un ente di secondo livello che serve
naturalmente come base di partenza per chi ha la sufficiente ambizione per
lavorare alla costruzione di un sistema di appoggi e di preferenze che
consentono di raggiungere tra-guardi più prestigiosi.
I contatti e le alleanze si svolgono qui prima o dopo
gli incontri ufficiali che di solito si tengono dopo le cene.
E’ indispensabile avere un quadro esatto della
distribuzione elettorale dell’Organizzazione, supporter di Presidente, ma non
solo.
Bisogna anche curare i rapporti con gli esponenti
dell’Organizzazione, in questa fase sarebbe sufficiente fare delle riunioni
mirate con coloro che sono in grado di assicurare il consenso, perché le basi
più periferiche devono ancora digerire il cambio in corsa di un espo-nente
dell’Organizzazione a favore di Presidente.
Nell’Organizzazione chi percepisce l’esigenza di
cambiare fa parte di una ristretta minoranza.
Una intelligentia formata da un numero
ristretto di teste pensanti; esse trovano il modo di spiegare a tutti gli altri
la necessità di adeguarsi ai mutati cambiamenti di gestione.
Presidente organizza il ciclo di incontri da vero
maestro; spende il più possibile in manifesti e coreografie degli incontri, per
invitare illustri conoscitori della materia ad illustrare i più moderni
ritrovati per combattere le mosche, che naturalmente coincidono appieno con
quanto proposto dal nuovo consiglio del Consorzio.
Dà a tutti i rappresentanti dell’Organizzazione un
ruolo importante secondo solo al suo.
Fa credere a tutti che ci sarebbe stato per loro un
posto di rilievo all’interno dell’Orga-nizzazione.
A tutti assicura un suo interessamento per una pratica
di pensione o per un posto di lavoro al figliolo.
Lui convince gli scettici, rincuora gli indecisi,
rende indomiti i più timidi.
Alla fine tutti sarebbero rimasti entusiasti di Presidente
e della Organizzazione.
Parallelamente alla fase pubblica, lui intraprende la
fase più privata quella che porta alla aggiudicazione della fornitura ai
predestinati.
Le norme, si sa, sono tante ma alla fine se si deve
fare il bene della collettività e fornire il prodotto giusto ad un prezzo che
soddisfi quanti si sono effettivamente interessati all’affare, devono sorgere
dei problemi?
Presidente ha l’assenso tacito della maggioranza può
dunque fare ciò che ritiene giusto per compensare tutti del loro impegno.
Lui è convinto che realizzare l’operazione sia una
giusta ricompensa dovuta a lui e agli amici per l’impegno profuso.
Se poi deve fare quadrare le carte per non incorrere
nei rigori di un legislazione troppo cavillosa, per lui non è un gran patema di
coscienza.
Gli spostamenti, le riunioni e l’impegno profu-so sono
i costi della politica.
Lui deve essere sempre presente: in questo è un
maestro.
Partecipa alle gioie e ai dolori di tutti gli abitanti
della zona.
Non perde un matrimonio o un funerale di chi abbia un
minimo di notorietà.
Se ritiene che la chiesa o il municipio conten-gano un
adeguato numero di persone lui c’è.
E’ sempre lì a stringere mani e partecipare ai
problemi di tutti.
Se c’è un circolo o un movimento che ha bisogno di un
suo intervento o semplicemente della sua partecipazione, deve forse esimersi
dall’essere presente?
Per non dire di un convegno.
Su tutto Presidente interviene, su tutto deve dire una
ovvietà o certificare, come un provetto notaio, una certezza assoluta.
Non è di una intelligenza molto vivace, quindi, di
solito dice cose ovvie, banali che però sono le parole che la gente semplice
vuol sentirsi raccontare.
Le sue indicazioni devono essere suffi-cientemente
generiche per accontentare tutti e non scontentare nessuno.
A volte non si capisce cosa voglia dire , ma l’importante
è esserci.
Chi ha il coraggio di contestare? Di mettersi contro
all’Organizzazione?
Per non parlare delle cene necessarie, come dice, per
rinsaldare i vincoli dell’amicizia.
Presidente è il primo non solo a partecipare, ma a
contribuire nel trovare gli sponsor che garantiscano la loro buona
riuscita, soprattutto se ci sono degli attivisti da incontrare.
Tutto questo sforzo deve essere ripagato dagli aiuti
che provengono dai vari amici cui ha fatto dei favori.
C’è sempre qualche grossa pratica da sistemare nelle
amministrazioni o qualche finanziamento elargito grazie all’interessamento della
Organiz-zazione su cui è prevista una percentuale per coprire i costi dello staff.
I suoi interventi sono impeccabili, non c’è
finanziamento pubblico a lui inaccessibile, la sua ragnatela di informazioni e
di contatti è perfetta.
I soldi, però, non bastano mai perché la rete
costruita è costosissima.
Quella fornitura è, pertanto, fondamentale nella sua
economia per guardare con fiducia il suo futuro alla scalata dei vertici
dell’Organizzazione.
Dice sempre. “Chi se sbatte vol la so ricom-pensa”.
2.
Capitolo. L’appalto.
“Nissun fa niente per niente” è il motto di Presidente.
Il suo impegno nell’Organizzazione è un lavoro ad altissimo
livello e come tale deve essere retribuito.
E’ lui che deve comporre attriti, mediare fra
contraddittori inferociti, assicurare gli aderenti delle loro ansie,
rincuorarli che tutto va bene, assicurare loro lavoro e prebende, incitarli
nelle battaglie contro gli avversari e finanziarli nelle loro attività.
Tutto questo richiede un esborso notevole di denaro
che da qualche parte deve saltare fuori.
Presidente in effetti ha già un’esperienza di lavoro.
Faceva l’aiuto spedizioniere girava con un camioncino
e aiutava l’autista consegnare i pacchi.
Un lavoro onesto che gli riusciva bene .
Ci metteva un po’ a consegnare i pacchi perché voleva
controllare bene l’identità di chi riceveva non fidandosi troppo delle persone.
Nel complesso il suo datore di lavoro non si era mai
lamentato, non che fosse contento, ma non si era mai lamentato tanto d
licenziarlo.
Lui sa che guadagnarsi una misera pagnotta costa
fatica ed impegno.
Per questo ha trovato questo sistema per campare.
Ricerca il consenso degli altri rendendosi disponibile
per risolvere non solo i loro problemi, ma anche di quelli che non hanno
chiesto il suo aiuto.
Sono questi i maggiori sponsor delle imprese di Presidente,
perché gli danno una investitura indiretta che trova sostegno nella loro non
partecipazione.
La fornitura dei
prodotti necessari per combattere le mosche è un’occasione da non perdere.
L’affare è
chiaramente impostato.
Per sconfiggere
il flagello è necessario un prodotto speciale distribuito con strumenti
speciali da tecnici specializzati con strumentazioni particolari.
Basta
identificarlo con elementi che siano difficilmente reperibili sul mercato e
stabilire termini brevissimi per mettere in grado un unico concorrente di
partecipare alla gara e aggiudicarsi la fornitura.
Presidente non
sa molto di diritto, ha fatto solo alcuni esami di ingegneria, ma sa certo che
la pubblica amministrazione ha sempre ragione fino a che il giudice
amministrativo non ti sospende i provvedimenti.
Sa bene,
inoltre, che c’è sempre la possibilità di affidare una fornitura ad un unico
concorrente.
Sa che può
ricorrere alla trattativa privata, quando l'urgenza della stipulazione del
contratto sia tale da non consentire l'indugio determinato dall'esperimento di
una gara.
Questi requisiti
sono pienamente realizzati in questa circostanza.
Chi avrebbe
osato mettere in discussione le decisioni prese dal Consorzio? Chi può mettere
in dubbio l’urgenza di trovare un rimedio contro le mosche?
L’accordo di
ferro stipulato con Pattona sta per trovare concreta realizzazione.
Si incontrano nella sala del Consiglio del Consorzio
loro due soli.
Questi affari si trattano in pochi, poiché non devono
rinvenirsi tracce.
“Ti ga lavorà ben” dice Pattona “tuto xe
pronto.”
La Moscfior s.p.a. è l’unica ditta in grado di
presentare un rimedio efficace contro le mosche e che la l’organizzazione
necessaria per distribuire il prodotto e rilevare gli effetti.
Un prodotto sotto i limiti di controllo di tossicità,
sopportato bene dagli animali.
Si tratta di fare le cose per bene e aggiudicare la
fornitura rispettando tutte le regole.
Bisogna mettere nel bando di gara dei requisiti
tecnici che io ti fornirò.
Sono condizioni talmente particolari che non
consentono alle altre ditte di partecipare alla gara.
“Cusì el lavoro xe nostro” conferma il Pattona.
Presidente non ha dubbi ma solo certezze e rassicura
Pattona che non ci sarebbero stati problemi.
“Tuto xe soto controlo” dice “ghe vol però
tanti schei per sodisfar i novi sostenitori.”
Avere dei referenti a livello locale costa molto.
Si devono organizzare riunioni, offrire cene di
lavoro, sovvenzionare chi si sposta. Le campagne elettorali costano molto.
Spara, pertanto, una cifra esagerata: cinque milioni
di euro.
“Ma ti xe mato” esclama Pattona.
Presidente non vuole sentire ragioni.
L’Organizzazione è costata molto e lui non sa come
fare per coprire gli oneri.
E’ necessario corre qualche rischio e fare venire
fuori i costi dal prezzo dell’appalto.
“I schei i
voio su un conto estero. Fa finta che sia na consulenza.” conclude Presidente.
Tutto si svolge come previsto.
La Moscfior ha
fatturato una falsa consulenza e ha ringraziato della collaborazione
rivalendosi sul prezzo del prodotto.
Presidente ha
contestualmente fornito in anticipo la preziosa relazione tecnica, redatta con
quegli specifici dati tecnici che la concorrenza non può fornire.
D'altronde il
segretario l’ha confermato: lui è a tempo determinato e se vuole essere
riconfermato deve fare quello che gli si dice.
Il dirigente,
inoltre, deve essere pronto a prendersi ogni responsabilità.
In tal modo a lui
non può essere imputato alcun addebito per quella operazione perché legalmente
una sua società ha fornito una preziosa consu-lenza.
E’ questa la
regola prima che caratterizza la efficienza del dirigente.
Si presenta alla
gara un’unica ditta.
E’ stata indetta
una trattativa privata e sono state invitate solo delle aziende che non produ-cono
prodotti moschicidi.
Nel mese di
agosto, d’altronde, chi si deve invitare?
Tutte le ditte
sono in ferie: non c’è più nessuno che ha voglia di partecipare ai lavori!
Le imprese in
città non sono in grado di procurarsi il materiale necessario per adempiere
alla fornitura.
Sono stati bravi
Presidente e Pattona, hanno pensato proprio a tutto.
3.
Capitolo. L’imprevisto.
La fornitura è
aggiudicata, come previsto, alla Moscfior s.p.a. senza alcuna vera
contestazione; solo qualche mugugno.
D’altronde il
Consorzio può essere una preziosa stazione appaltante e bisogna stare attenti a
protestare: si rischia di non essere più invitati alle gare.
Presidente ha
ricevuto il suo compenso che ha in parte girato ai suoi sostenitori ed in parte
conservato per i prossimi impegni elettorali.
Le mosche sono
state decimate dal nuovo prodotto e quelle poche che sono sopravvissute sono
state sterminate dalla palette.
Le poverine sono
rimaste così intontite dal moscfior che si sono fatte prendere facilmente.
Tutto sembra
essere risolto facilmente.
Presidente è già
pronto per ricevere il ringra-ziamento dalla comunità per il suo tempestivo
intervento.
Purtroppo le
male lingue non mancano mai.
La gente comune
è meno credulona di quanto si possa pensare.
Soprattutto in
una piccola città proliferano quelli che hanno sempre da lamentarsi e criticano
chi si interessa alla soluzione dei loro problemi.
Qualcuno ha
cominciato a chiedersi come mai c’è voluto tutto quel tempo per trovare una
soluzione.
Qualche altro si
è chiesto perché la gara per la fornitura sia stata indetta proprio in agosto
quando tutte le ditte erano rimaste chiuse per ferie.
I produttori di
materiali per combattere le mosche si sono chiesti perché non sono stati
invitati alla gara.
Tutta una serie
di perché e di ma che hanno avvelenato l'opinione pubblica, che si è trovata
spaccata in due.
Una parte
irriducibile difende Presidente a spada tratta perché ha risolto il problema;
un'altra parte è sempre più critica; ma, soprattutto, è l’esercito dei
detrattori che si va ingrossando.
Queste dicerie
non lo impensieriscono, ma gli rendono meno piacevole il sapore dolce della
vittoria.
E’ l’invidia che
non riconosce i meriti reali delle persone.
Le cose
incominciano a rendersi più complicate con la discesa in campo
dell’Associazione a Tutela dei Cittadini, diretta dal sig. Orroz.
Gli studi del
dott. Bianchi hanno messo in guardia l’Associazione.
Alcuni soci più
puntigliosi hanno spulciato delibere, bandi di gara e contratti di appalto.
Non quadrano i
ritardi con cui si è pervenuti all’aggiudicazione.
Perché si è
perso tutto quel tempo in indagini preventive per poi procedere con la massima
urgenza?
Perché non sono
stati presi subito in consi-derazione quei prodotti che poi sono stati
acquistati ad un prezzo altissimo?
Perché non sono
state invitate tutte le ditte interessate alla fornitura?
L’Associazione a
Tutela dei Cittadini è formata da un gruppo di persone, slegate da qualsiasi
etichetta, gode di buon credito in città.
L’Associazione
ha denunciato lo scandalo della trattativa privata.
La magistratura
è intervenuta non appena in possesso delle notizie in via ufficiale.
E’ stato formato
un fascicolo poderoso che ha raggiunto le diecimila pagine e che si ingrossa
ogni giorno con nuove indagini.
La stampa ha
ripreso i dubbi che corrono negli ambienti più informati, dando il via alla
caccia al colpevole.
Non risulta
credibile l’invito e la conseguente assegnazione dell’appalto ad un solo
concorrente che fabbrica i prodotti richiesti dal bando di gara.
Gli altri
concorrenti invitati a presentare la loro offerta, infatti, sono specializzati
solo nella produzione di palette ammazza mosche ma non di insetticidi con
componenti naturali.
La magistratura,
prima sollecitata da lettere anonime, poi dagli esposti inviati dall’As-sociazione
a Tutela dei cittadini, indaga.
La tegola più
grossa arriva dalle ditte non invitate a partecipare alla gara.
Presidente e
Pattona hanno sottovalutato che la grossa fornitura è un consistente affare
anche per imprese che si accontentano di guadagnare l’utile industriale.
Queste, non
invitate alla trattativa privata, non appena si sono accorte dell'importo
oggetto di aggiudicazione, hanno proposto ricorso alla giustizia
amministrativa.
Il giudice ha,
invero, respinto la richiesta da parte delle ditte escluse di sospendere la
gara e di rifarla.
Il giudice
saggiamente non ammette che la ripetizione della gara renda ancora lontano il
momento in cui si possa finalmente utilizzare il rimedio contro le mosche.
I bene informati
assicurano che il giudice è un legittimista e che vuole vederci chiaro sulla
vicenda che ha degli aspetti oscuri.
Presidente ha
cercato di farlo avvicinare da amici della Organizzazione, ma tutto è stato
vano.
Il rischio
dell’annullamento della deliberazione del consiglio del Consorzio di
aggiudicazione a trattativa privata della fornitura alla Moscfior s.p.a. è
palpabile.
Da quella
sentenza Presidente intuisce che possono nascere una sacco di guai per lui.
Lui fa
intervenire il Consorzio in giudizio e si difende come un leone.
Sa però di avere
i giorni contati perché il cacciatore stavolta è troppo forte per lui.
Gli avvocati del
Consorzio sollevano l'ecce-zione di inammissibilità del ricorso delle Ditte
escluse, sotto il profilo che debba ritenersi legittimata ad impugnare l'esito
di una trattativa privata solo un'impresa che vi abbia partecipato ovvero che
abbia formulato un'offerta respinta dall'amministrazione.
Solo questa
impresa ha, quindi, una posizione differenziata dalla quale deriva un
qualificato interesse all'annullamento dell'atto di scelta del contraente.
Le ditte escluse
non possono, quindi, essere ritenute legittimate all'impugnativa solo perché
sono interessate alla partecipazione alla gara.
L'eccezione va
respinta, in quanto il giudice afferma che: “in base ai principi di libera
concorrenza, di legalità e di buon andamento ed imparzialità dell'azione
amministrativa, l'impresa operante in un settore economico è legittimata ad
impugnare il provvedimento con cui l'ammini-strazione disponga la stipula di un
contratto a trattativa privata riferito allo stesso settore e non abbia invece
posto in essere per la scelta del contraente le debite procedure di evidenza
pubblica”.
Il tribunale
condanna pertanto il Consorzio a rifondere i danni alle ditte escluse visto che
il contratto è già stato eseguito.
E’ l’inizio
della fine.
La giustizia è
dura a partire, ma, quando si mette in moto, essa si accanisce contro il
meschino che ha tentato di raggirarla.
E’ così anche per Presidente.
A fianco del
giudice amministrativo scende anche il giudice penale ed il giudice contabile.
Accanto ai
ricorsi amministrativi fioccano gli esposti penali da parte di tutti quelli che
si sono visti richiedere una contribuzione per avere possibilità di successo
negli appalti pubblici.
Tutti quelli che
si sono sentiti semplicemente esclusi dall’Organizzazione o si sono sentiti
traditi da chi li ha illusi di rappresentare il possibile realizzatore delle
loro speranze sono scesi in piazza.
Le
intercettazioni telefoniche disposte dal giudice penale registrano
insospettabili comuni-cazioni tra Presidente ed i vertici dell’Organiz-zazione.
“Cosa succede
xe deventai tuti mati!” esclama Presidente che cerca protezione ai livelli
più alti.
4.
Capitolo. Il
corso della giustizia.
Non sa il tapino
che, quando l’onda di piena arriva, tutti pensano solo a salvare se stessi.
Nessuno lo
conosce più, nessuno è disposto non solo a dargli una mano, ma neppure a
rivolgergli la parola.
Tutti pensano
solo a non naufragare.
Hanno paura di
compromettersi e perciò negano contro ogni evidenza la loro palese comu-nanza
con tutti i membri dell’Organizzazione.
Nessuno conosce
o ha sentito parlare di Presidente o, se ne ha sentito parlare, ne condanna
pubblicamente l’operato.
Le amicizie
fondate sull’interesse e sulla convenienza economica durano lo spazio del
guadagno che provocano, non reggono il minimo tentennamento; la più piccola
perdita rende gli amici fraterni di un tempo dei perfetti sconosciuti quando
l’uno non diventa lo spietato accusatore dell’altro.
I vertici
dell’Organizzazione si trovano in un solo istante spiazzati dalle indagini.
Come
giustificare quei finanziamenti che trovano copertura in una contabilità
legale?
Che dire di
tutti pagamenti in contanti che non passano in alcuna contabilità, dove la
gestione lascia presupporre contributi non legali per vincere gare di
forniture, magari di prodotti per combattere le mosche?
I versamenti
comprovano l’interessamento di personaggi importanti per fare concludere l’affare.
Il coperchio che
ha coperto sigillando gli affari sporchi si è improvvisamente aperto la tenuta
stagna non ha retto alla pressione sempre più forte di tutti gli affari messi
in atto.
Chi può dargli
un consiglio se non il Pattona.
Seguendo il
consiglio “Niente telefonini” Presidente gli invia un messaggio cartaceo che
Pattona si premura di distruggere e allo stesso modo lo convoca in piena
campagna dove le mosche li avrebbero protetti.
Pattona è
tranquillo non teme che i suoi rapporti con Presidente lo possano danneggiare
non c’è nulla contro di lui e con serenità di sa che non può avere almeno per
quel caso conti aperti con la giustizia rassicura il suo fedele seguace.
“La giustizia la deve fare il suo corso”
gli dice “ ma ti no state preocupar perché
xe per poco, po’ dopo i te deve molar ma
i amici no i te mola se ti te comporti ben. Adeso devo andar no poso rischiar
tropo .”
Un bruta mattina
per Presidente come quelle in cui si
pensa che i conti si debbano chiudere per chi ha sospesi con la giustizia.
Un concerto di
sirene annuncia una grande azione di polizia.
Lui è tranquillo
sa che la nottata deve passare e che dura lo spazio di poche ore, è un piccolo
debito, rispetto a quello che ha preso, che deve pagare.
Sfila davanti
alle telecamere dimesso ma sicuro che alla fine la vincerà ancora lui.
I cameraman impietosi
li inquadrano fino a che scompaiono senza lasciare dichiarazioni nelle auto col
lampeggiante acceso.
Messi agli
arresti confermano di avere avuto il finanziamento per coprire le ingenti spese
sostenute dai loro movimenti una buona mossa per potere beneficiare degli
arresti domiciliari e poi il processo.
La giustizia
deve fare il suo corso lentamente, ma se non te ne frega niente di qualche
piccolo scandalo, se non ha un decoro personale da salvaguardare la cosa tanto
fastidio poi non dà.
L’importante è
avere il denaro sufficiente per pagare gli avvocati, ma questo è stato mietuto
in abbondanza .
Un giorno sereno
per chi ha sempre creduto che alla fine la giustizia avrebbe presentato il suo
conto con tutti gli interessi.
5.
Capitolo. Tutto
ricomincia.
Tante novità
possono capitare tutte in un colpo solo anche se sembra impossibile.
Le rivoluzioni
sono improvvise e rovesciano in un attimo modi di vivere, consolidati dal
tempo.
E’ come l'acqua
che prima di bollire è quieta ma poi quando comincia borbottare e a
trasformarsi in vapore diventa una forza travolgente.
Il modo di
vivere della gente è cambiato.
Finalmente senza
Presidente le mosche sono state debellate.
Non c’è voluto
molto ad usare dei comuni insetticidi e a rimuovere i rifiuti che, lasciati per
incuria nelle discariche, hanno alimentato la proliferazione degli insetti.
Non esistono
neppure i dirigenti dell’Organiz-zazione.
I potenti gruppi
dell’Organizzazione del consenso sono stati azzerati.
Nel ciclone
giudiziario sono stati indagati tutti e soprattutto l'Organizzazione ha perso
la fiducia da parte dei suoi sostenitori.
Essi
restituiscono le tessere di iscrizione.
Non sono più
proponibili non solo quelli che sono stati coinvolti ma anche altri che, pur
non essendo stati indagati, appartengono all’Organiz-zazione.
La legge ha
imposto le sue regole.
Chi le ha
infrante dove pentirsene.
Il problema del
nuovo si impone.
C’è una buona
occasione per ricominciare con volti diversi, che possano ispirare fiducia.
Gli uomini nuovi
della società civile, che abbiano voglia di impegnarsi nella gestione degli
affari pubblici senza volere raggiungere a tutti i costi il loro tornaconto
personale, devono farsi avanti.
Un nuovo gruppo
dirigente deve raccogliere i frantumi della coalizione che ha governato la
città.
C’è qualcuno
però che è riuscito a scampare dalla grande rivoluzione giudiziaria.
Lui ha bisogno
di nuovi referenti per ricominciare come se non fosse successo nulla.
Mentre la volante
porta nelle patrie galere Presidente, Pattona è lì a salutarli.
Il grande
burattinaio è riuscito a dribblare tutti.
Lui c’è sempre,
ma non conta nulla.
Lui garantisce
le operazioni, ma non figura mai nei contratti.
I soldi
finiscono in un conto intesto a presta nomi, ma è riconducibile a lui.
Sono altri che
movimentano i fondi, che fanno prelievi di contanti che poi non si sa dove
finiscono.
I suoi proventi
sono tutti documentati.
E’ vero, ingenti
somme derivano da consulenze un po’ dubbie.
Effettivamente
non si capisce perché siano stati dati così tanti denari per prestazioni di
così poco conto.
Ogni
prestazione, però, è stata regolarmente fatturata.
Come può un
abile investigatore non accorgersi che è stato fatturato il fumo, il niente,
che sono stati dati dei soldi veri per delle bufale?
Fare i controlli
di sostanza è però difficile.
Ci vuole gente
preparata che magari è stata ri-mossa tanto tempo prima perché non possa dare
troppo fastidio.
E’ più facile
controllare i timbri, che siano stati messi tutti i visti necessari che la
fattura sia stata regolarmente annotata.
Verificare che
si è fatturato il nulla è più complicato, seguire il percorso tortuoso del
denaro è difficile e poi ci sono i cavilli procedurali.
La strada del
giusto è irta di difficoltà è molto più facile realizzare degli imbrogli che
provare che sono stati commessi.
Pattona non ha
commesso il più piccolo errore formale, non ha trascurato nessun dettaglio ed è
per questo che è lì a salutare gli altri che vanno verso il meritato castigo.
Lui forse che lo
merita più di loro, è lì pronto a ricominciare il gioco.
“Bisogna
rifondar un novissimo Movimento per i diritti de tuti” dice Pattona.
Guarda gli ultimi seguaci rimasti fuori dalla bufera
come per vedere se c'è qualcuno che possa rimpiazzare i suoi fidi oramai caduti
sul campo.
Fa un sorriso di
saluto a Giovanni.
“So pronto.”
gli risponde manifestando il suo impegno per ricominciare.
E’ necessario
trovare una nuova faccia pulita che non sia stata minimamente toccata dall’av-ventura
precedente.
Sta a lui
plasmare questo nuovo adepto ad immagine di Presidente o di Commendatore.
C’è sempre
qualcuno disposto a ricominciare il gioco dei potenti.
L'adrenalina che
ti dà il potere, il sottile piacere di comandare, di comprare col denaro quello
che vuoi è un sogno di onnipotenza che travolge e anima molti verso nuove
avventure.
A chi ha poco e
vuole avere di più non interessa il mezzo con cui può raggiungere una posizione
al sole.
6.
Capitolo. Alla
Capitale.
L’onda di piena
arriva, ma poi passa.
Il fiume cattivo
che tutto travolge e non trova nessun ostacolo in grado di fermarlo poi si
quieta perde il suo vigor giustizialista originario. Viene ammansito dagli
avvocati dai ricorsi dai gradi di giudizio.
Anche le più tremende
calamità naturali alla fine finiscono e la vita riprende il suo corso fra le
macerie.
L’importante è
non esser lì ma in una altro posto a godersi il frutto del proprio lavoro.
L’operazione è
talmente piaciuta a Pattona che Presidente dopo un breve periodo di domi-ciliari
è stato rilasciato con tante scuse perché le prove non erano sufficienti per
condannarlo e l’Appello ha confermato l’assoluzione per insufficienza di prove.
Lui, grazie alla
sua esperienza ha trovato subito un nuovo posto di Presidente in un ente della
Capitale che si occupa di niente ma che
garantisce un ottima indennità senza grandi preoccupazioni.
Da lì si possono
seguire altri affari in tutta tranquillità.
Nessun commento:
Posta un commento