Al mio paese. La visita
Un dubbio amletico assale l’assistito dal servizio sanitario
nazionale: quale medico scegliere fra quelli che la suadente voce della
operatrice del servizio di prenotazioni ti suggerisce?
Naturalmente i titoli sono omessi dalla comunicazione: è per
caso il primario o l’aiuto o un medico esterno convenzionato ovvero in cosa è
specialista.
Tutte cose di scarso significato perché chi si cura deve
saper scegliere.
Come il mio amico onorevole difensore di deboli e oppressi
che preferisce farsi curare solo in cliniche convenzionate dove operano i
migliori puntualmente rimborsati da una pronta assicurazione che gli spetta di
diritto per interessarsi dei diseredati!
L’utente medio è meno in vena di sottigliezze e pensa che
pagando il tiket si possa avere una assistenza adeguata, ma sarà vero?
Innanzitutto certe diagnosi non sono semplici e se un medico non è preparato o non si aggiorna
rischia di sbagliare e se il paziente ha dei danno collaterali posso fioccare
denunce e richieste di risarcimento.
Quindi chi poco sa e poca fiducia ha in se stesso deve stare
sulla difensiva.
La tecnica più usata è quella della visita a cascata.
E’ impossibile che il paziente venga con un piano clinico
completo perché di esami da prescrivere ce ne sono in quantità.
Quindi la prima visita è di assaggio basta un pillolina placebo,
se proprio si vuole sbilanciare, poi di norma il medico prescrive degli esami che naturalmente
dovranno essere interpretati.
In questo caso è opportuna una seconda visita di controllo
che verrà fissati in tempi brevi.
Se il servizio sanitario nazionale non arriva a darti il
controllo in tempi ravvicinati si può sempre tornare a pagamento.
La seconda visita
deve portare dei benefici sia perché è passato un po’ di tempo, ed il
tempo è un ottimo guaritori che costa pochissimo, sia perché la prima dose di
pastiglie deve avere contribuito non poco a risolvere il problema.
“ma come non sta meglio?” domanda il medico perplesso alla
seconda visita “dobbiamo completare il quadro clinico.”
Se non si vogliono spendere degli altri soldi per esami e
per il controllo forse conviene dire che gli effetti ci sono stati!
E’ difficile trovare i medici di una volta che conoscevano
l’anatomia e con pochi gesti semplici azzardavano una diagnosi e si sbilanciavano
con una prescrizione dettagliata a meno di non
ricorrere al primario.
Una buona regola è ricorrere al primario.
In primo luogo costa perché è sempre a pagamento , ma in compenso è uno che ha
studiato a fondo il problema e che dovrebbe sapere come risolvere anche le
patologie più indecifrabili.
Il primario di solito ti ascolta e non ti prescrive esami aggiuntivi, anche perché se sono normali
è attrezzato per farteli nel suo studio a costo zero per il paziente.
Non insiste per rivederti a breve termine perché di solito è
occupato a fare dell’altro o ad andare in qualche convegno in capo al mondo .
Non ha necessità di riempire
il tempo nelle strutture di cura avendo già abbastanza problemi da risolvere.
Non è sempre così , per fortuna, ma capita di frequente.
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