Il caso-dirigenti dopo
lo stop della Consulta alla nomina dei funzionari incaricati sta scavando un
solco all'interno dell'organizzazione della macchina dell'amministrazione
finanziaria. Soprattutto perché i funzionari «decaduti» dall'incarico di
dirigenti si stanno muovendo a suon di carte bollate per veder riconosciuta
la stabilizzazione e risarcimenti. Con un'iniziativa – promossa dal sindacato
Unadis – che si muove su un doppio livello: denuncia al Tribunale di Roma e
denuncia alla Commissione europea. Per ora sono circa 400 sui 767 decaduti
delle Entrate ad essersi mossi che hanno presentato una denuncia per
rivendicare i propri diritti
La loro rivendicazione poggia sulla
cosiddetta “sentenza Mascolo” con cui la Corte di giustizia Ue circa un anno
fa ha condannato l'Italia per un abuso dei contratti precari nel comparto
della scuola. I giudici del Lussemburgo, pur riconoscendo il ricorso al tempo
determinato nel pubblico in attesa della conclusione di una procedura di
concorso, hanno stabilito che un impiego permanente e durevole si pone in
contrasto con l'accordo quadro comunitario sul lavoro a termine secondo cui,
comunque, il tempo indeterminato è riconosciuto come la forma “comune” dei
rapporti di lavoro. A questo si aggiunge la richiesta dei danni: 20 mensilità
dirigenziali, cioè circa 70mila euro pro capite.
Ma tra i nodi aperti
ci sono anche la questione dei 700 funzionari vincitori di concorso
retrocessi dalla terza alla seconda area per un vizio formale rilevato dal
Tar.
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Blog su temi di diritto amministrativo e approfondimenti di fatti del nostro tempo, ideato dall'avv. Nicola Centofanti e portato avanti dal figlio dott. Paolo Centofanti
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