Tobagi
entra dopo il liceo, giovanissimo, all’Avanti e successivamente all’Avvenire.
Si
delinea in quegli anni l’attenzione per i temi sociali, l’informazione, la
politica e il sindacato. E’ poi Presidente dell’Associazione lombarda dei
giornalisti a cui unisce anche l’impegno all’università come ricercatore nel
campo dei movimenti sindacali socialista e cattolico.
Successivamente
arriva a lavorare al Corriere della Sera dove giunge presto ad occuparsi di
vicende legate al terrorismo, sia nero che rosso, anche scrivendo libri
su Alessandrini e su
Feltrinelli, e seguendo i processi a Curcio, i casi di Toni Negri, del
movimento del '77, di Prima Linea, dei primi pentiti, come Fioroni.
Al Corriere della Sera Tobagi seguì sistematicamente tutte le
vicende relative agli «anni di piombo»:
dai tempi degli autoriduttori che disturbavano le Feste dell'Unità
agli episodi di sangue più efferati con protagoniste le Br, Prima Linea e
le altre bande armate.
Analizzando
le vicende luttuose del terrorismo risaliva alle origini di Potere operaio, con la galassia delle storie
politiche e individuali sfociate in mille gruppi, di cui molti approdati alle
bande armate.
In Vivere e morire da giudice a Milano Walter raccontò la storia di Emilio Alessandrini,
sostituto procuratore della Repubblica, assassinato a 36 anni da Prima Linea in
un agguato: un magistrato che si era particolarmente distinto nelle indagini
sui gruppi estremisti di destra e, successivamente, su quelli terroristi di
sinistra.
Anche
Alessandrini era un «personaggio simbolo».
Scrisse
Tobagi: «Alessandrini rappresentava quella fascia di giudici progressisti ma
intransigenti, né falchi chiacchieroni né colombe arrendevoli».
Osservò
inoltre che i terroristi prendevano di mira soprattutto i riformisti,
condividendo il giudizio che lo stesso Alessandrini aveva espresso in un'intervista
all'Avanti!: «Non è un caso che le azioni dei brigatisti siano rivolte
non tanto a uomini di destra, ma ai progressisti.
Il
loro obiettivo è intuibilissimo: arrivare allo scontro nel più breve tempo
possibile, togliendo di mezzo quel cuscinetto riformista che, in qualche
misura, garantisce la sopravvivenza di questo tipo di società». Wikipedia.
Walter
Tobagi esce dalla sua abitazione alle ore 11.00 del mattino del 28 maggio 1980
e si dirige verso via Salaino per prendere l’auto in garage: due giovani gli si
avvicinano e sparano. Tobagi cade a terra e muore. vittimeterrorismo.it
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