Bassolino Antonio. Corte dei
Conti
Nel 1993 il partito invia
Bassolino a Napoli come
commissario della federazione, travolta dagli scandali di tangentopoli e
viene candidato a sindaco. Alle elezioni comunali di quello stesso anno
supera il principale avversario, Alessandra Mussolini del Movimento Sociale Italiano,
divenendo così il primo sindaco eletto direttamente dai cittadini della città.
La sua maggioranza porta a
termine il mandato e nel novembre 1997 viene rieletto con il 72,9% dei voti al
primo turno guidando una coalizione sempre di centro-sinistra.
Per il generale senso di
rinnovamento, dopo gli scandali di corruzione di Tangentopoli,
che attraversò la città di Napoli negli anni dell'amministrazione Bassolino
quel periodo venne soprannominato dalla stampa "Rinascimento Napoletano".[
Nell'ottobre 1998 entra a far
parte del Governo D'Alema I come Ministro del
lavoro e della previdenza sociale, ma nel giugno 1999, poche settimane dopo
l'omicidio di Massimo D'Antona, suo consulente giuridico,
Bassolino decide di abbandonare il mandato di ministro e torna a Napoli.
Nel 2000 abbandona
l'incarico di Sindaco e si candida alla presidenza della Regione Campania.
Nonostante le polemiche per aver lasciato Napoli in favore di incarichi di
politica nazionale, non placate pur dopo le dimissioni da Ministro, viene eletto con la
maggioranza assoluta dei voti (54,3%) sostenuto dalla coalizione dell'Ulivo.
Ha ricevuto il premio "Gold
star" dall'Associazione
dei giornalisti europei per la promozione turistica
e culturale
della città di Napoli.
Viene rieletto presidente
della giunta della Regione Campania, il 3 e 4 aprile 2005, con il 61,6% dei
voti guidando la coalizione dell'Unione.
Nello stesso anno si sposa con Anna Maria Carloni, eletta al Senato nella XV legislatura e
nella XVI legislatura.
È stato oggetto di critiche
perché la Regione Campania avrebbe effettuato operazioni economiche ritenute
svantaggiose con la Banca UBS, presso cui lavora il figlio, Gaetano Bassolino,
all'interno del settore che si occupa degli investimenti delle pubbliche amministrazioni. Il consulente
finanziario della trasmissione Report (trasmessa
il 14 ottobre 2007) ha affermato che l'operazione sarebbe costata alla Regione
Campania 28 milioni di euro di costi impliciti, trasferendo però questo
debito sulle gestioni future.
Nel 2009 diventa
Presidente della Fondazione
SUDD, onlus che non beneficia di contributi privati. Dopo una breve
crisi nel 2013 per
mancanza di fondi, la Fondazione continua la sua opera per tener vivo il
dibattito sul Mezzogiorno d'Italia, in ogni sua implicazione: sociale,
economica, politica e culturale. Wikipedia.
Corte dei Conti ha emesso una
condanna sul pagamento di compensi non dovuti ai dirigenti ed
agli impiegati della Regione Campania che prestavano la propria attività
presso il commissariato all’emergenza idrogeologica.
Struttura, quest’ultima, che tra
il 2002 ed il 2007 ha assorbito 2.865.612 euro, dei quali 2.233.086 per la
remunerazione del personale impiegato.
Nella sentenza che riguarda
Bassolino, le toghe hanno acceso i riflettori sugli 84.737 euro pagati
tra novembre 2006 e giugno 2007 a sette persone.
Emolumenti legittimamente
versati, si è difeso l’ex sindaco, assistito dall’avvocato Gherardo Marone,
che ha invocato anche l’articolo 36 della Costituzione, quello che sancisce che
il lavoratore “ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e
qualità del suo lavoro”.
Soldi sperperati, hanno stabilito
però i giudici della Corte dei Conti in due gradi di giudizio, sia perché i
beneficiari percepivano già lo stipendio dalla Regione, sia perché mancava
la copertura finanziaria per sostenere quei costi aggiuntivi.
Secondo i magistrati contabili non
c’era alcun presupposto giuridico per giustificare l’esborso di 87.000
euro di denaro pubblico. Di qui la condanna per colpa grave nei
confronti di Bassolino e di altre tre persone – i funzionari regionali De
Angelis, Palmieri e Fontana (quest’ultimo nel frattempo deceduto) – a rimborsare l’ente
pubblico con poco più di 21.000 euro ciascuno. ilfattoquotidiano.it/2016/06/29
Mano pesante a metà della Corte
dei Conti della Campania sulla vicenda bonifiche in Campania.
Tre condanne e 12 assoluzioni
nella sentenza emessa ieri, ma pubblicata oggi.
A quanto apprende Omninapoli,
sono stati condannati dalla magistratura contabile l’ex governatore Antonio
Bassolino a pagare 8 milioni di euro di danno erariale in qualità di
commissario straordinario alle bonifiche e i subcommissari Vanoli e Cesarano
rispettivamente a 4 milioni.
L’imputazione è non aver
adempiuto il contratto stipulato nel 2002 tra Ministeri Ambiente e Lavoro,
Jacorossi e appunto Commissariato straordinario, ovvero non aver messo a
disposizione l’apertura delle discariche: il contratto, del valore di 117
milioni di euro, prevedeva che la Jacorossi rimuovesse 350 mila tonnellate di
rifiuti tossici e pericolosi dal territorio di 80 comuni in particolare nel
litorale domizio-flegreo e nell’agro-aversano.
Assolti, invece, gli ex assessori
della prima giunta Bassolino, a cui era stata addebitata la presa d’atto di
tale contratto ipotizzando una responsabilità solidale per circa 30 mln,
Nicolais, Cascetta, Di Lello, Buffardi, Aita, Valiante, Tufano, Alois,
Incostante e Anzalone difesi dagli avvocati Soprano, Marone, De Luca di
Melpignano, Starace, Caravita di Toritto, Anselmo e Gava, Giasi, Russo,
Iacobelli e Pagliarulo. Assolti anche l’ex ministro dell’Ambiente Willer Bordon
e Raffaele Morese sindacalista Cisl all’epoca sottosegretario al Lavoro. In
caso di appello alle sezioni unite, sarà sospesa l’esecuzione di tale sentenza.http://corrieredelmezzogiorno.it/2015/01/09.
Nessun commento:
Posta un commento