Il governo entro mercoledì
deve rispondere alla lettera con cui la Commissione europea ha chiesto
all'Italia una correzione dei conti e rispetterà il termine del primo
febbraio, ma non intende mettere in campo nessuna manovra estemporanea.
La Commissione europea ha chiesto
risposte dettagliate ma il nodo piu' che tecnico e' politico perche' ogni
eventuale decisione non puo' prescindere dalla partita elettorale e la
tentazione di tenere il pugno duro con Bruxelles c'e'.
Un eventuale cartellino rosso sui
conti pubblici in questo momento comprometterebbe la reputazione dell'Italia.
Roma prenderà solo decisioni coerenti con la politica economica avviata nel
2014 I
Il premier e il ministro sono in
perfetta sintonia, orientati ad assumere decisioni coerenti con la politica
economica avviata nel 2014: riforme, sostegno alla crescita, recupero
dall'evasione, sostenibilita' del debito pubblico.
Nelle intenzioni dell'esecutivo c’è
la correzione strutturale dei conti di circa lo 0,2% del Pil, ovvero 3,4
miliardi, non dovra' compromettere la crescita fissata per quest'anno all'1%.
Mercoledi' quindi il governo potrebbe limitarsi a inviare un elenco generico di
interventi la cui attuazione sarebbe rinviata al Documento di economia e
finanza da presentare ad aprile.
Al momento pero' la possibilita'
di andare allo scontro e di rischiare la procedura di infrazione resta comunque
in piedi. Intanto, da Bruxelles fanno sapere che non c'e' alcun braccio di
ferro con Roma e nessuna richiesta di rinvio rispetto al termine del primo
febbraio.
La Commissione Ue attende
"con serenita' e fiducia" la risposta. "E' in corso un dialogo
positivo, l'Italia ha detto che risponde, le regole comuni sono accettate da
tutti e quando parliamo con il governo italiano, con il ministro Padoan, sono
considerate come legittime", ha spiegato il commissario agli Affari
economici e finanziari Pierre Moscovici.
Al Tesoro si lavora quindi a una
serie di ipotesi, che vanno dai tagli lineari di spesa, al rafforzamento del
pacchetto antievasione, alla sforbiciata alle agevolazioni fiscali.
Non e' esclusa la possibilita' di
un'estensione della voluntary disclosure e di un prolungamento dei termini per
l'adesione alla rottamazione delle cartelle di Equitalia. Un aumento delle
tasse in questo momento sarebbe controproducente ma, come fanno notare fonti di
governo, da solo il ritocco di un punto dell'Iva vale circa 4 miliardi e
potrebbe essere risolutivo. Meno efficace viene invece considerato il rinvio
del taglio dell'Ires dal 27,5 al 24% previsto per quest'anno. - Rainews.it.31
gennaio 2017.
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