Lavoro.
Pensione anticipata contributiva
La pensione anticipata
contributiva a 63 anni e 7 mesi calcolata con il metodo contributivo
spetta soltanto a coloro che hanno versato nel sistema contributivo puro.
I requisiti da rispettare per
poter accedere a questo tipo di prestazione sono: un età di almeno 63 anni e 7
mesi; 20 anni di contributi effettivi versati nel sistema contributivo puro.
L’ammontare dell’assegno
ottenibile deve superare di 2,8 volte l’assegno sociale (importo minimo,
quindi, di 1255 euro mensili).
Questo tipo di prestazione è
riservata ai soli lavoratori che non sono in possesso di anzianità contributiva
alla data del 31 dicembre 1995. Per i lavoratori che alla data del 31 dicembre
1995 erano in possesso di anzianità contributiva il beneficio non può essere
utilizzato poichè si ricade nel sistema misto.
L’Inps con la circolare numero
184 del 2015 ha, però, specificato che la pensione anticipata contributiva può
essere richiesta anche da lavoratori che avevano contributi versati prima del
1996. Gli unici lavoratori che, in possesso di contributi prima del 1996,
possono accedere alla pensione contributiva pure sono quelli iscritti alla
Gestione Separata. Liberi professioni, lavoratori autonomi, parasubordinati,
Co.co.co., chi ha fruito di voucher per lavoro accessorio, a tutti questi
lavoratori viene data la possibilità di cumulo dei contributi appartenenti a
fondi diversi nella Gestione Separata per fare in modo che si ottenga
un’unica pensione. investireoggi.it/4.8.2016.
Forse per i lunghi anni passati
oltreoceano, Cottarelli - da sempre - è fautore di una riforma previdenziale
sul modello americano. Sebbene Italia e Stati Uniti abbiano strutture sociali
ed economiche completamente diverse.
«La realtà è che la spesa per le
pensioni in Italia è intorno al 16,5% del Pil ed è la più alta tra i Paesi
avanzati», ricorda Cottarelli a Radio anch'io . Pertanto «sarebbe necessario -
aggiunge - varare un provvedimento ben disegnato».
E la prima soluzione che
suggerisce è quella di «fare modo in modo che il livello delle pensioni sia
pari ai contributi effettivamente versati».
In altre parole, anche lui
sostiene la necessità di estendere il sistema contributivo per tutti.
E spiega. «Per fare un esempio: il
Giappone, che pure ha una popolazione molto anziana, spende l'11-12% del Pil
per le pensioni». Meno dell'Italia. Ma «nella spesa italiana - aggiunge - ci
sono delle voci che sono classificate come assistenza in altri Paesi». Un
ragionamento che il sindacato fece proprio a ridosso dell'approvazione della
riforma Dini del 1995.
Cottarelli, poi, condivide la
decisione del governo di confermare gli obiettivi di bilancio, anche alla luce
della sentenza della Corte costituzionale.
«Il debito pubblico è molto
elevato e se i tassi di interesse cominciassero a salire sarebbe un problema»
per il rispetto dei saldi di bilancio. Secondo Cottarelli, la spesa per la
previdenza in Italia è così alta perché «la popolazione è più anziana che in
altri Paesi» e «un altro motivo è che in passato le pensioni erano superiori ai
contributi effettivamente versati». Senza contare che intere categorie di
lavoratori (una su tutte, i coltivatori diretti) ricevono trattamenti
previdenziali senza aver versato un solo contributo.
A proposito della separazione tra
previdenza e assistenza, Tito Boeri annuncia «una proposta chiavi in mano» che
verrà presentata a giugno per affrontare il problema della fascia di povertà
compresa fra i 55 ed i 65 anni. ilgiornale.it.20.5.2015.
Una proposta è quella di
calcolare il contributivo per tutti salvo congelare le pensioni attualmente erogate
col retributivo.
Ad esse verrebbero applicate delle
decurtazioni in base allo scaglione. Ogni scaglione mensile di mille euro.
Fatti salvi i primi mille euro gli altri importi sarebbero soggetti ad una riduzione
del 10%.
Le pensioni per lo scaglione superiore a quattromila
euro sarebbero soggette ad una riduzione del 20%. Le indicizzazioni sarebbero
effettuate solo se la pensione è apri a quella erogata con il contributivo. LABU.FALA.IT
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