Gentiloni. Cibersicurezza
Il terrorismo fondamentalista di
matrice islamica rimane l’elemento di maggiore preoccupazione per la sicurezza
italiana (e non solo). È il concetto che viene ribadito stamane dal presidente
del Consiglio Paolo Gentiloni assieme ai ministri Alfano,
Minniti e Pinotti, durante un incontro a Palazzo Chigi dedicato
ai temi della sicurezza, della immigrazione e della situazione libica durante
la relazione annuale sull’intelligence
Da parte del premier è arrivato
un messaggio concreto e allo stesso tempo incoraggiante: “Più sicurezza non
vuol dire meno libertà. Sappiamo di essere in un mondo – ha sottolineato –
in cui si moltiplicano le minacce di vario genere, dagli attacchi della
cibersicurezza ai pericoli del terrorismo. A queste minacce si risponde non
nell’illusione di chiudersi, ma accettando la sfida”.
Ed è chiaro che nell’era digitale
in cui viviamo, la vittoria di quella sfida dovrà passare necessariamente
per il fronte della rete e della sicurezza cibernetica (detta anche cyber
security) su cui si dovranno concentrare le attenzioni e il lavoro delle varie
forze dell’ordine. E su questo tema Gentiloni assicura l’impegno di tutti:
“Uno dei maggiori terreni sui quali si impegnano oggi il gruppo
dirigente, la nostra intelligence e il prefetto Pansa in prima persona è
la necessità di adeguare l’architettura e l’impegno italiano in termini di
cyber security e alle sfide sempre crescenti che la cyber security propone
a livello internazionale”.
Gentiloni, poi, presentando la
relazione annuale sull’intelligence con il direttore del Dis Pansa ha sottolineato
come non bisogna abbassare la guardia per il contesto in cui operiamo:
“L’Italia ha grandissimi vantaggi e opportunità dal suo essere al centro del
Mediterraneo ma naturalmente è esposta anche a minacce e rischi. Il nostro
lavoro – ha aggiunto – continua nell’ambito della coalizione
internazionale contro Daesh e i nostri servizi di intelligence continuano
a svolgere un’attività di grande importanza”. Unutà.it.27.2.2017.
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