Renzi Matteo. Primarie Voto
anticipato
Renzi propone le primarie e poi
il voto anticipato: "oppure - aggiunge - si va al 2018". Quanto
all'ipotesi di elezioni anticipate, Renzi aggiunge che "se si celebra il
congresso si va all'anno prossimo, altrimenti si fanno le primarie. Non ho
problemi a fare il congresso.
Renzi, poi, ammette che "lo
scenario della prossima legislatura imporrà probabilmente dei governi di
coalizione" e dice che "la prossima volta potrei non essere io"
il candidato del Pd a palazzo Chigi. "Magari potrebbe toccare a Gentiloni
o a Delrio". "Il clima politico è cambiato nel paese - continua l'ex
premier - sono il primo a esserne consapevole. So bene che se anche ottenessi
un grande risultato, un 37% dei voti o addirittura un 42%, non esisterebbero
più le condizioni per avere un governo libero di fare le cose che ho in
mente".
Concetti che il segretario aveva
già espresso al Tg1. “E' importante che comunque vadano le primarie o il
congresso, chi perde, il giorno dopo rispetti chi ha vinto. Perché altrimenti è
l'anarchia”, così aveva replicato al leader della minoranza Pier Luigi Bersani,
che per tutta la giornata aveva insistito per il congresso, pensando a un
“Ulivo 4.0 aperto a tutti”. Sulla data delle elezioni Renzi era stato
chiaro:"Non so in che giorno si voterà, non tocca a me deciderlo, ma
qualunque sia quel giorno è fondamentale che le forze politiche parlino delle
esigenze delle persone. Discutiamo di disoccupazione, discutiamo di sicurezza,
di banda larga e innovazione, del futuro dell'ambiente: così saremo credibili,
altrimenti le elezioni sembreranno solo una caccia alle poltrone. "Forse
l'errore più grande in occasione del referendum è stato quello di perdere
di vista le esigenze dei cittadini normali e pensare alle dinamiche del
Palazzo.
Bisogna preoccuparsi molti più di
ciò che accade ai cittadini e un pochino meno alle questioni interne al
Palazzo.
Bersani ha in mente un Ulivo
4.0". Nel progetto potrebbero rientrare i prodiani che si sono schierati
contro Renzi, esponenti del mondo cattolico popolare, il movimento
messo insieme da Massimo D'Alema e la Sinistra italiana. Un mondo
in movimento, insomma, che guarda in prospettiva alle politiche del 2018,
con un governo Gentiloni da sostenere nella difficile battaglia per l’Europa.
Per Franceschini il premio di
maggioranza andrebbe assegnato alla coalizione, alla Camera e al Senato,
rispettando i dettami costituzionali: così si avrebbe negli schieramenti una
corretta articolazione delle posizioni". Secondo Franceschini
"l'accordo in Parlamento deve essere il più largo possibile e deve
contemplare ovviamente la collaborazione delle forze di opposizione" .italiaoggi.
it/news/20170203.
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