venerdì 10 febbraio 2017

Sanità. La Tecnica Metamorfica

Sanità. La Tecnica Metamorfica

"La Tecnica Metamorfica si basa sul distacco del praticante. Costui è un catalizzatore come la terra per la germinazione della ghianda; la forza vitale e l'intelligenza innata della persona la guidano verso ciò che è giusto per lei rivelandole le sue qualità essenziali". Gaston Saint-Pierre 
La tecnica metamorfica è una delle pratiche per il benessere fra le più facili da imparare. Sembra impossibile che funzioni: si tratta solo di sfiorare piedi, mani e testa. E si può fare a se stessi. Non è un  massaggio né una terapia, e non si occupa dei sintomi ma lavora sulla globalità della persona. È un tocco lieve come una farfalla (che è il simbolo della tecnica): muovendo le mani molto lentamente, si sfiorano particolari punti dei piedi, delle mani e della testa, lungo un percorso che riproduce la sequenza delle esperienze dal concepimento alla nascita. Su questi punti si trovano i “riflessi” della spina dorsale, nella quale sono registrate le nostre esperienze emotive e le nostre caratteristiche individuali, che si sono formate durante il periodo prenatale.
La tecnica metamorfica infatti è uno sviluppo della riflessologia, per la quale ci sono corrispondenze energetiche fra specifici punti sulla pelle (in particolare nelle estremità del corpo, molto innervate e sensibili: mani, piedi e testa, in particolare orecchi) e gli organi interni e i sistemi di organi del corpo. Il collegamento è dato da canali d’energia (noti come meridiani nella medicina cinese), cui corrispondono solo sommariamente, sul piano anatomico, i nervi, il tessuto connettivo e i vasi sanguigni e linfatici. Su queste zone di riflesso gli organi sono rappresentati come in una mappa: se si interviene con pressioni su questi punti, si riequilibrano carenze o eccessi energetici negli organi e nei sistemi di organi corrispondenti, risolvendo vari problemi e disturbi. In particolare, per la riflessologia la struttura fisica del piede riproduce quella del corpo e il suo arco interno riproduce la colonna vertebrale, la quale è riflessa tuttavia anche nella mano e nella testa.
La tecnica metamorfica si distingue però dalla riflessologia perché non lavora con pressioni ma con leggeri sfioramenti, e non agisce tanto sul piano fisico o energetico, quanto su quello più sottile della mente: le emozioni, i sentimenti, le predisposizioni individuali che “colorano” la nostra energia personale e possono bloccarla o aiutarne il flusso.
La tecnica metamorfica porta a miglioramenti nella salute fisica, mentale o emotiva; porta un senso generale di maggiore energia e forza interiore; ad acquisire sicurezza nei rapporti e nell’espressione di se stessi; e a importanti cambiamenti nel modo in cui si vede la vita.
La tecnica metamorfica è basata sugli studi di un naturopata e riflessologo inglese, Robert St. John. Robert St. John arrivò a questo individuando dei ‘blocchi di energia’ in certi punti del riflesso della colonna vertebrale nei piedi (l’arco interno, dal tallone all’alluce), nelle mani (lungo il pollice) e sulla testa (l’arco dalla nuca alla fontanella). Collegò questi blocchi ai disturbi ed ai problemi che i suoi pazienti gli segnalavano. Si accorse che trattando questi punti con dei leggeri sfioramenti, i suoi pazienti cominciavano a stare meglio.
La tecnica metamorfica non è una terapia ma una tecnica dolce per l’evoluzione e la trasformazione personale. Non ‘guarisce’ sintomi o disturbi, ma si basa sull’intelligenza innata dell’organismo. Il presupposto è che per ritrovare la salute occorre agire su tutti i piani dell’essere umano (fisico, mentale, spirituale).
L’organismo è capace di trovare da sé l’equilibrio salutare, messo nelle condizioni giuste, per la tecnica metamorfica il nostro corpo non è solo un insieme di parti fisiche ma ha una sua energia vitale che scorre nell’organismo.  Se questa non fluisce liberamente, si blocca e si fissa in punti particolari, creando disturbi sia a livello fisico sia a livello emotivo.
La tecnica metamorfica si propone appunto di smuovere i blocchi energetici ed emotivi che si sono formati nel nostro periodo prenatale, e che sono latenti, registrati come sulla memoria di un computer e pronti a riattivarsi in situazioni analoghe. Questi blocchi hanno dato forma ai nostri schemi fondamentali di comportamento e di salute: per esempio la tendenza a certi incidenti o malattie. I blocchi coincidono con emozioni come la paura di dover nascere, i traumi, il senso di comunione con la madre e quello di separazione da lei; coincidono anche con la registrazione nel nostro corpo degli effetti delle emozioni della madre in attesa, che il feto percepisce nettamente: tensioni e crisi di panico ma anche la gioia della gravidanza, il dolore nel parto. Per esempio, una nascita traumatica può portare a paura nell’affrontare cambiamenti; una nascita serena può portare all’abitudine di vivere positivamente le trasformazioni.
Questi schemi di comportamento influenzano tutta la nostra esistenza. Nel corso della vita si attraversano nuovi passaggi fondamentali, e si tende a rivivere queste esperienze di base. Passaggi di età, indipendenza e uscita dalla famiglia, coppia e matrimonio, nascita dei figli, profondi cambiamenti nel lavoro, malattie, morti e lutti: in queste situazioni si risvegliano emozioni legate in un modo sottile a quelle vissute nella particolarissima fase che abbiamo passato inconsciamente nell’utero. naturalspirit.it/

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