Gli artigiani, in particolare le
piccole imprese, sono gravate a livello nazionale e locale, di tassazione
davvero elevata. Abbiamo svolto uno studio che riguarda l'intero Paese, da dove
emerge che sulla micro impresa il 'total tax rate', ossia la pressione
fiscale totale, viaggia tra il 61 e il 63%, un livello difficilmente
sostenibile per una micro impresa. Con il risultato che le aziende più
marginali, quelle che non riescono a far quadrare i bilanci, se ne tornano nel
sommerso". Una crisi, iniziata nel 2008. "Dopo un grande periodo di
crescita, sono diversi anni che molte attività chiudono i battenti",
osserva Di Costanzo.
Tra i settori più colpiti
l'edilizia, che ha subito un tracollo.
Altro fenomeno quello delle
imprese artigiane storiche, che sono state travolte dalla crisi: falegnami,
corniciai, piccoli armatori, riparatori di radio e tv, magliai, piccoli
produttori di poltrone e divani. "C'è questo fenomeno", prosegue
Graziano Di Costanzo, "che se non è eclatante in termini di massa critica
ed economica su grandi numeri, lo è dal punto di vista storico e della
tradizione imprenditoriale. Ci sono molti artigiani che chiudono bottega, una
parte di loro a conti fatti decide di lavorare a casa in nero. Questo metodo
provoca un doppio danno, si fa concorrenza sleale ad un altro artigiano e lo
Stato non incassa nulla. Oggi però assistiamo anche ad un fenomeno inverso.
Molti cittadini per non spendere soldi, cercano gli artigiani per riparare
elettrodomestici, per far sistemare delle scarpe, i divani, per piccoli lavori
edili. Insomma anche se in modo minimo e dal basso si sta ricreando un mercato
per quelle imprese artigiane più piccole". Le imprese con il segno
positivo, secondo una indagine nazionale, invece sono le gelaterie-rosticcerie-ambulanti
del cibo da strada che segnano un più 3.290. È boom, infine, per le imprese di
pulizia e di giardinaggio con più 11.370. ladiscussione.com.132.3.2016
Artigiano chiude per troppe
tasse.
Il sottosegretario gli ricorda
che sono state ridotte le tasse in particolare l’IRAP
Avercene di questi esperti che
non sanno che l’irap non si applica agli artigiani
I servi di Stato devono lavorare
in perdita e pagare tasse.
In più siccome molti dei loro
laboratori sono storici non possono cambiare la destinazione e quindi neppure
venderli visto che non c’è nessuno disposto a fare il servo si stato come loro.
Così non avremo dato gravi
fiscali, ma avremo una marea di persone da assistere
Cesare Fedeli
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