Acqua. Bracciano. Condotte
disastrate
La mancanza di piogge?
La siccità? Non solo. Le cause dell’attuale situazione del Lago
di Bracciano e della necessità di attuare un piano di razionamento della
fornitura dell’acquaanche per la Capitale sono prima di tutto
altre: i prelievi abusivi e le reti idrauliche fatiscenti.
Dopo la decisione unilaterale di Zingaretti di impedire ad Acea il prelievo dal Lago di Braccianolasciando mezza Capitale senz’acqua, l’Ordine geologi del Lazio rinvia la palla nel campo del presidente, Pd, della Regione Lazio, accusandolo, in buona sostanza, non solo di non aver studiato prima, «in tempo di pace», un piano di razionamento ragionato. Ma, ancor di più, di non aver adeguatamente vigilato sui prelievi abusivi e sui pozzi abusivi che possono essere, in primis, le cause dell’attuale situazione del Lago di Bracciano. E, soprattutto, di non aver messo mano a quelle reti idriche, gestite dalla Regione, talmente disastrate che su 100 litri di acqua, se ne perdono 67 per strada. Un dato imbarazzante per il Pd Zingaretti, presidente della Regione Lazio da 4 anni e mezzo. Come mai, c’è da chiedersi, Zingaretti non ha provveduto su quelle di competenza della Regione?
Dopo la decisione unilaterale di Zingaretti di impedire ad Acea il prelievo dal Lago di Braccianolasciando mezza Capitale senz’acqua, l’Ordine geologi del Lazio rinvia la palla nel campo del presidente, Pd, della Regione Lazio, accusandolo, in buona sostanza, non solo di non aver studiato prima, «in tempo di pace», un piano di razionamento ragionato. Ma, ancor di più, di non aver adeguatamente vigilato sui prelievi abusivi e sui pozzi abusivi che possono essere, in primis, le cause dell’attuale situazione del Lago di Bracciano. E, soprattutto, di non aver messo mano a quelle reti idriche, gestite dalla Regione, talmente disastrate che su 100 litri di acqua, se ne perdono 67 per strada. Un dato imbarazzante per il Pd Zingaretti, presidente della Regione Lazio da 4 anni e mezzo. Come mai, c’è da chiedersi, Zingaretti non ha provveduto su quelle di competenza della Regione?
«E’ necessario, prima di
tutto, tenere conto del fatto che attualmente è un periodo di grande
emergenza, di carattere eccezionale – dice Roberto
Troncarelli, presidente dell’Ordine geologi del Lazio spiegando
l’evoluzione del fenomeno – E’ una siccità che perdura da mesi e
i terreni sono talmente secchi da diventare impermeabili e per alimentare
le falde acquifere c’è bisogno non tanto di una pioggia
abbondante, ma di più piogge di modesta entità in un periodo di tempo più
lungo».
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«Manca quindi l’acqua per i
cittadini, manca l’acqua per gli agricoltori impegnati, in
particolare vicino al Lago di Bracciano, nelle colture di nocciole –
continua Troncarelli – Concordo nella necessità di un piano di
razionamento che però, a mio avviso, doveva essere studiato per così dire “in
tempo di pace”».
«E’ importante evidenziare che le
percentuali dei prelievi non sono e non possono essere del tutto precise, –
spiega ancora Troncarelli – dato che non tengono conto dei prelievi
abusivi, dei pozzi intorno al lago non denunciati, che non sono pochi e
vanno a impoverire le falde che alimentano il bacino di
Bracciano. Quindi ribadisco un quadro esatto dei prelievi è impossibile».
«E qui entra in ballo la burocrazia –
continua il presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Lazio –
perché l’iter per denunciare la creazione di un pozzo è talmente
farraginosa, lunga e complicata che in tanti preferiscono farlo abusivamente. E
i controlli che vengono effettuati non sono sufficienti. Perciò prosegue Troncarelli – senza
l’esatta percentuale di prelievi non è neanche possibile fare un piano di
razionamento, non si può decidere una regolamentazione senza avere numeri più
precisi possibile».
«C’è inoltre da tenere conto
delle condizioni di conservazione della rete idraulica, degli impianti
dove scorre l’acqua e arriva in città – sottolinea il presidente
dell’Ordine geologi del Lazio – Strutture fatiscenti con ingenti
perdite di acqua. L’ultimo dato è che su 100 litri di acqua il 67% si
perde per strada, lungo i condotti e i collettori in pessime condizioni».
«Credo sia necessario un piano a
lungo termine, da studiare in tempi di non emergenza, come anche ad
esempio stoccare grandi quantità d’acqua in serbatori sotterranei, –
conclude – che durante l’inverno non determina sofferenza e sarebbe invece
d’aiuto in tempi come questi di grande siccità».
Tempi come quelli del 2003 quando
il Lago di Bracciano si presentava – e lo certificano le foto
pubblicate dal sito del Movimento 5 Stelle di Bracciano molto peggio di
oggi.
Dal canto suo Zingaretti fa
sapere, attraverso un comunicato ufficiale della Regione Lazio, che lo
stop ai prelievi intimato ad Acea è dovuto alla violazione delle
prescrizioni.
«Un decreto del ministero
dei Lavori Pubblici – sostengono dalla Regione Lazio – ha
concesso all’Azienda Comunale Elettricità Acque – Acea di prelevare
acqua dal Lago di Bracciano per usi potabili, assicurando comunque il
mantenimento delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle
naturali. Per tale ragione, proprio nella relazione generale del progetto
del Nuovo Acquedotto del lago di Bracciano, redatto dalla stessa Acea,
si definiva il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni,
fissandolo a metri 161,90 sopra il livello del mare e si
prescriveva quanto segue: “verranno inserite le saracinesche di apertura e
chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le
condotte, non appena il livello dell’acqua scende sotto la quota minima di m
161,90”. Attualmente il livello del lago di Bracciano è al di sotto
di questa quota minima prefissata, e ancor più lontano dallo zero idromedrico
che corrisponde a quota 163,04». secoloditalia.it/2017/07/22
L’Ottimista. Naturalmente nessuno
è responsabile di nulla.
Egregio Direttore è evidente a
tutti anche se nessuno lo evidenzia con forza che gli enti pubblici non
riescono a spendere nulla di investimento perché tutto il loro bilancio viene
assorbito dal costo del personale e altre spese(Consulenze?)
Allora mi chiedo a cosa servono
grandi dirigenti e grandi strutture se non sono in grado di promuovere investimenti.
Bisogna pensare a ridurre i costi
del personale a ridurre le spese superflue e a promuovere investimenti gestendo
meglio il patrimonio enorme pubblico che ricordiamo non paga IMU. Il dirigente
che non raggiunge questo scopo deve essere estromesso dall'incarico.
Distinti saluti
Cesare Fedeli
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