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Novembre 2017 - Tra bonus milionari, buonuscite d’oro, premi alla carriera e
una pioggia di azioni-omaggio, il 2015 è stato un anno da incorniciare
per i manager delle aziende italianee, in generale, di quelle che operano a
piazza Affari.
Gli stipendi 2015 dei
numeri uno delle società quotate hanno fatto registrare nuovi primati nonostante
l’economia italiana stenti a ripartire a pieno regime: come
riporta Repubblica, quattro super-Paperoni si sono messi in
tasca un assegno superiore ai 10 milioni, in dieci hanno sfondato il muro dei
cinque, oltre 50 fortunati – tra cui sei dirigenti di aziende pubbliche – sono
entrati nel club esclusivo dei billionaire, riservato a chi in
busta paga ha più di due milioni l’anno.
In testa alla
classifica, con ampio margine, è l’amministratore delegato di FCA Sergio
Marchionne
Al secondo
posto Adil Mehboob Khan, che ha trascorso pochi mesi a Luxottica incassando
un assegno di oltre 13,5 milioni di euro (con una buonuscita di 6,8 milioni);
poi l’amministratore
delegato di Italcementi Giovanni Battista Ferrari e l’ex
azionista Carlo Pesenti.
Più in basso nella
classifica Pier Silvio Berlusconi (1,4) milioni di euro, Pietro Salini (8,8 milioni), Alberto Bombassei (5,2
milioni), Francesco Caltagirone (3,5 milioni).
LA TOP
TEN – Ecco la top ten dei Paperoni
italiani:
1. Sergio Marchionne (Exor e controllate + Sgs + Phili
Morris) 54,5 milioni di euro2. Adil Mehboob Khan (Luxottica) 13,5 milioni di euro
3. Giovanni Battista Ferrario (Italcementi) 11,1 milioni di euro
4. Carlo Pesenti (Italcementi) 10,4 milioni di euro
5. Pietro Salini (Salini) 8,8 milioni di euro
6. Franco Moscetti (Amplifon) 8,5 milioni di euro
7. Roberto Nicastro (Unicredit) 7 milioni di euro
8. Luca Bettonte (Erg) 5,8 milioni di euro
9. Giampiero Pesenti
(Italcementi) 5,3 milioni di euro
10. Alberto Bombassei (Brembo) 5,2 milioni di euro
La bufala
se la politica non riesce a incidere sulle retribuzioni dei manager è destinata ad assumere il ruolo di loro servitore
10. Alberto Bombassei (Brembo) 5,2 milioni di euro
La bufala
se la politica non riesce a incidere sulle retribuzioni dei manager è destinata ad assumere il ruolo di loro servitore
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