martedì 21 novembre 2017

Carige in risoluzione?

grandi azionisti di Carige – Malacalza e Volpi – hanno formalizzato l’impegno a sottoscrivere l’aumento di capitale e i contrasti con le tre banche che assistono l’istituto ligure (Barclays, Credit Suisse e Deutsche Bank) sembrano in via di superamento, tanto che è prevista la costituzione del consorzio di garanzia entro il fine settimana. Se così fosse, il titolo Carige potrebbe essere riammesso a Piazza Affari già lunedì mattina e l’aumento di capitale da 560 milioni potrebbe partire nei giorni immediatamente successivi, non appena ricevuto il via libera Consob al prospetto informativo.
A tirare un sospiro di sollievo sono in molti, a partire dai piccoli azionisti della banca e dai titolari di obbligazioni che nelle ultime ore avevano temuto il peggio e cioè che Carige potesse finire in risoluzione, come già capitato nel novembre 2015 a Popolare Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara, o che addirittura potesse essere applicato per la prima volta il “bail-in”, coinvolgendo nelle perdite anche i titolari di obbligazioni senior e i depositi bancari al di sopra dei 100mila euro. Timori per nulla infondati alla luce di quanto successo in questi anni di crisi bancarie e della difficile situazione della banca, che è da molto tempo sull’orlo del baratro. Ad alimentare le paure vi è anche un’oggettiva difficoltà a reperire capitali “privati” per un eventuale salvataggio (il sistema bancario si è già “svenato” con Atlante, con le quattro banche regionali e con altre crisi minori ed è a corto di munizioni) e la sensazione che Bruxelles e Francoforte questa volta non siano disposte a derogare alle regole e possano acconsentire all’impiego di fondi pubblici solo a patto che scatti il “bail-in”.


La  bufala

Tutto a posto non ci sono problemi per le banche in Italia abbiamo una classe dirigente che controlla e indirizza… verso lo sfascio.

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